Se io avessi capito, come oggi,
quale grande Re abitava in quel piccolo palazzo della mia anima,
non l'avrei lasciato da solo così spesso;
sarei rimasta di tanto in tanto accanto a lui,
e avrei fatto il necessario affinché il palazzo fosse meno sporco.
Il punto capitale è fargliene un dono assoluto e vuotarsi completamente,
affinché egli possa riempire o svuotare a suo piacimento,
come in una dimora che gli appartiene.
Se riempiamo il palazzo con gente volgare e ogni sorta di ninnoli,
come il sovrano, con la sua corte, potrebbe trovarvi posto?
È già molto che si degni di fermarsi
qualche momento in mezzo a tanto ingombro.
qualche momento in mezzo a tanto ingombro.
Santa Teresa d'Avila
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Dal Vangelo secondo Luca 11,37-41.
In quel tempo, mentre Gesù stava parlando, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli andò e si mise a tavola. Il fariseo vide e si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo. Allora il Signore gli disse: «Voi farisei pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma il vostro interno è pieno di rapina e malvagità. Stolti! Colui che ha fatto l’esterno non ha forse fatto anche l’interno? Date piuttosto in elemosina quello che c’è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà puro».
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L’amore autentico è sporco, ma sporco da far schifo e ribrezzo. E’ una pattumiera piena di spazzatura, una tuta da lavoro macchiata all’inverosimile. Scandalizza come un barbone lercio e maleodorante capitato in un ricevimento di corte. Come Gesù, invitato a casa di un fariseo, un luogo separato dall’esterno e purificato in ogni angolo, dove si è “sdraiato” (secondo l’uso del tempo) a tavola senza prima “lavarsi”. Altro che Hiroshima, in quella casa Gesù aveva fatto scoppiare un terremoto devastante; probabilmente non abbiamo idea di cosa possa essere accaduto: immaginate un contadino appena uscito dalla stalla dove ha munto le sue mucche e pulito i loro escrementi, entrare in una camera sterile di un ospedale: ecco, Gesù deve aver prodotto più o meno lo stesso effetto. L’effetto dell’amore autentico fatto carne in Lui, sporca e impura, indegna della mensa di un fariseo. L’effetto deflagrante e sconvolgente dell’amore autentico a contatto con quello ipocrita che si nutre di purificazioni esteriori. Quanti fidanzamenti e matrimoni, quante amicizie e relazioni scivolano tra un maquillage e l’altro, illudendosi di fortificare l’unione lucidando la superficie (il sentimento, per capirci, le parole chattate, i pensieri postati) mentre invece la si accompagna alla tomba perché all’interno continua a covare e a crescere la concupiscenza che “rapina” la dignità dell’altro, facendolo “cattivo”, ovvero “schiavo” di se stesso. Creato a «immagine e somiglianza» di Dio, l'uomo era destinato a una vita pura, nella comunione e nell'intimità con Lui. Mangiando dell'albero però, ha fatto esperienza della morte, la madre di ogni impurità, che lo ha strappato al Paradiso. Il cuore, l' "interno", si è contaminato di una menzogna "malvagia" che lo ha orientato a "rapinare" quello che, invece, gli era stato gratuitamente. Non a caso all'origine del termine "malvagità" vi è anche l'idea di una "fatica dolorosa del male". Fateci caso, il male è sempre faticoso, e lascia nudi e sporchi, come i progenitori che hanno conosciuto la vergogna e la concupiscenza, e "tutto" è divenuto impuro: l’amore tra gli sposi, gli affetti, le amicizie, il lavoro. Tutto è ferito dalla "dolorosa fatica" del male. Ma coraggio, non aver timore di guardare oggi al tuo fidanzamento, al matrimonio, alla relazione con i tuoi figli o i tuoi genitori, con i tuoi fratelli di carne o quelli della comunità cristiana, con i parenti, i colleghi di lavoro o i compagni di scuola; invita anche tu Gesù a casa tua, e lasciati illuminare dalla presenza di Gesù che, per amore, si “sdraia” nel letamaio che si nasconde nel tuo cuore. No, Lui non si lava prima di mangiare, non avrebbe senso perché è giunto accanto a te, nella tua intimità, per “battezzarsi” (Luca ha usato il termine “baptizein” tradotto con “lavare”), immergersi nei tuoi peccati. Il vero amore infatti, quello incorruttibile e celeste che la Chiesa ha annunciato al mondo con il nome di “agape”, si sporca per lavare, si “sdraia” per far risuscitare, si dona per fare della vita di ogni uomo il dono che il Padre ha pensato quando lo ha creato, maschio e femmina, a sua immagine e somiglianza. Gesù non ha bisogno di lavarsi le mani perché il suo amore è puro alla fonte. E anche oggi viene nella Chiesa per compiere nella nostra vita di alienati, il miracolo dell’amore autentico che disintegra l’amore ipocrita dell’uomo vecchio. In fondo la Chiesa è come la casa di quel fariseo, una comunità di poveri uomini che spesso cadono nel tranello antico del demonio e si illudono di invitare Gesù a mensa, dimenticando che, come accadde a casa di Marta e Maria e di quel fariseo, è Lui che ci invita ad accogliere il suo amore fatto Parola da ascoltare e Pane da mangiare, perché viene a visitarci proprio per purificare le nostre case.