martedì 10 ottobre 2017

Martedì della XXVII settimana del Tempo Ordinario




Perché Marta riceve il rimprovero, anche se fatto con dolcezza? 
Perché ha ritenuto essenziale solo quello che stava facendo, 
era cioè troppo assorbita e preoccupata dalle cose da “fare”. 
In un cristiano, le opere di servizio e di carità 
non sono mai staccate dalla fonte principale di ogni nostra azione: 
cioè l’ascolto della Parola del Signore, 
lo stare - come Maria - ai piedi di Gesù, 
nell’atteggiamento del discepolo.

Papa Francesco

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Dal Vangelo secondo Luca 10,38-42

In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. 
Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi. 
Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».

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Maria, "disoccupata" e felice, lo scandalo della Chiesa che cerca le «cose di lassù» agli occhi spenti su «quelle di quaggiù». Ascoltare invece di fare? È lo scandalo nostro, di ogni giorno. La sveglia al mattino ci trova già inquieti e pre-occupati: abbiamo dato il cuore alle «cose della terra» per "inciamparci" rovinosamente. Corriamo, riempiamo le agende di impegni, trasciniamo marito, moglie, figli e amici nella stessa girandola, per ritrovarci ogni giorno più esausti e infelici. Nulla si realizza perché nulla ci sazia. La mormorazione acida di giudizi poi, ci avvelena il cuore rendendoci nemici della storia e di chi ci è accanto. Come Marta, ingannata dalla propria buona intenzione, ci illudiamo di amare, servire, accogliere, mentre ci sfugge «l’unica cosa buona e necessaria», il dono riservato ai "disoccupati" che si sono arresi alla Grazia, che ascoltano e obbediscono invece di fare per non ascoltare... 

Maria invece è innamorata. E si vede. Nulla più la «preoccupa», le «cose della terra» trovano il suo cuore «occupato» dall’unico Ospite «buono e necessario» capace di saziare ogni desiderio. Gesù Cristo, il Cielo disceso alla sua terra per farne la propria dimora. Era felice Maria, non aveva bisogno d'altro, non doveva sforzarsi, come quando un ragazzo fissa estasiato gli occhi della sua amata, e ascolterebbe le sue parole per mesi. Amiamo così Cristo? Abbiamo conosciuto davvero il suo amore? Forse ancora no, forse speriamo ancora dalla terra il Cielo che non può darci. Forse ci deve essere ancora tolto quello che ci occupa il cuore. Per amare davvero infatti, occorre un cuore innamorato di Cristo, capace di ascoltare e obbedire alla sua voce, e riconoscerlo e amarlo in chi ci è accanto.