martedì 11 aprile 2017

Storie di Fede, il matrimonio cristiano

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Si sente spesso parlare, negli ambienti cattolici, di “matrimonio cristiano”. Tanti sminuiscono il significato al semplice gesto dello sposarsi in Chiesa.
In realtà il significato è ben altro e molto più profondo.
Oggi cercheremo di capire cosa c’è dietro il termine “matrimonio cristiano” e lo facciamo grazie alla testimonianza di una donna, comune, che ha deciso di vivere il matrimonio in tre: lei, suo marito e Cristo.
Nella mia adolescenza c’era un senso di vuoto che mi accompagnava e ho cercato di riempirlo durante i primi anni di fidanzamento con l’affettività e la sessualità con il mio ragazzo“, inizia la testimonianza. “Questo mi ha portato ad essere gelosa, irosa e a sviluppare un forte senso di possesso, ma nel profondo cercavo solo di riempire me stessa. Il Signore non si è mai stancato di me, neanche quando lo mettevo dietro tante altre cose. Anzi mi ha donato la luce per capire che il corpo è il tempio dello spirito Santo e che io lo stavo usando malissimo.
Poi la manifestazione, concreta, del Signore, “In modo particolare, durante una GMG ho ricevuto una parola molto chiara sui frutti della carne e dello spirito. Il Signore ha così cominciato a curare le mie ferite, rinnovando completamente il mio fidanzamento e donando, a me e al mio ragazzo, la grazia di vivere in castità. Mi sono sentita amata e perdonata da Cristo nelle mie miserie e debolezze.
Abbiamo così vissuto un fidanzamento nuovo, in cui ci si cominciava ad amare per quello che eravamo, i piena libertà e nel rispetto dell’altro, ma soprattutto non più nella schiavitù della sessualità.
Il rapporto è stato completamente rinnovato e ho visto come l’ira, la gelosia e la possessività hanno lasciato posto alla serenità, alla fiducia e alla gioia”.
La Chiesa si fa vicina alle coppie che intraprendono la strada del fidanzamento cristiano, “Vivere a contatto con la parola, i sacramenti  e soprattutto in grazia di Dio – in castità – mi ha dato discernimento, la dote fondamentale di un cristiano, che insieme alla preghiera, mi ha portato a scoprire e confermare la volontà di Dio riguardo la mia vocazione: essere una sposa cristiana.Ed è così che dopo un altra GMG, quella di Toronto, “abbiamo fissato la data di matrimonio senza avere né soldi né casa né un lavoro sicuro ma solo fidandoci di Dio”, nel pieno spirito cristiano della divina provvidenza. “E subito la provvidenza si è manifestata: dopo qualche mese sono arrivati soldi, lavoro a tempo indeterminato per mio marito ed abbiamo trovato una casa proprio come la volevamo.
Il giorno del matrimonio si avvicina: Anche per questo motivo abbiamo scelto come vangelo del nostro matrimonio “Sulla tua parola getterò le reti. E presero una quantità enorme di pesci…”, certi che fidandoci ed appoggiandoci a lui tutto sarebbe arrivato.

E qui la vera testimonianza, quella che arriva forte all’animo: “In questi 13 anni di matrimonio non sono ovviamente mancati litigi e momenti di crisi, ma la meraviglia è stata vedere come rialzandoci e perdonandoci a vicenda il matrimonio si è rafforzato sempre più.
Importante  prerogativa per un matrimonio cristiano, “è quella dell’essere aperti alla vita: abbiamo potuto così sempre vivere bene l’atto sessuale, senza porre condizioni, freni o divisioni, donandoci totalmente l’un l’altro”. E, sebbene per difficoltà varie, non siamo riusciti ancora ad avere figli, viviamo in una costante apertura a Dio ed alla sua volontà.
Il matrimonio è cristiano anche quando il Signore non manda figli: “Quello che a me colpisce è il fatto che anche senza figli io mi senta comunque pienamente realizzata come donna: i figli sono un dono e non una pretesa da avere ad ogni costo. Ed anche la pedagogia di Dio ed il suo amore per me che comunque mi sta donando di insegnare e quindi di essere a contatto con bambini e ragazzi non facendomi mai mancare nulla. Ed è proprio sentendoci realizzati come coppia e non mancandoci nulla, per ringraziare Dio di tutto quello che ci ha donato in questi anni di matrimonio e come apertura alla vita ed alla sua volontà, abbiamo  deciso di fare domanda di adozione sia nazionale che  internazionale”.Essere genitori “non per riempire un buco o perché crediamo che senza figli non si possa stare bene o non ci si realizzi, ma al contrario perché sentendoci realizzati e felici come coppia pensiamo di poter donare il nostro amore ad altri.”
“In conclusione posso affermare con certezza che il matrimonio è una strada preparata da Dio, un’occasione per poter entrare appieno nella Sua Volontà e per sperimentare il suo amore ed il perdono: è per la Sua grazia e nella Sua grazia – attaccati ai sacramenti – che si possono affrontare tutti i problemi, che ci si può rialzare dalle cadute e perdonare sempre e comunque, senza voler cambiare l’altro, ma amandolo ed accettandolo sempre per quello che è, debole e peccatore, come Lui ha fatto e sempre fa con noi.
fonte: cogitarehumanumest.wordpress.com