lunedì 20 marzo 2017

Fondata sul matrimonio e aperta alla vita



«La bellezza e la necessità della famiglia, fondata sul matrimonio e aperta alla vita, non verranno mai meno, anche se un certo pensiero unico continua a denigrare l’istituto familiare e a promuovere altri tipi di unione, che non sono paragonabili». Parole del cardinale arcivescovo di Genova e presidente della Conferenza episcopale italiana, Angelo Bagnasco, che torna così a denunciare «la costante e crescente azione» di discredito dell’istituto familiare, quale frutto di una «visione ideologica» preconcetta. L’occasione è la prolusione con cui, nel pomeriggio di oggi a Roma, si apre la sessione primaverile del Consiglio episcopale permanente.Nella consueta analisi della situazione sociale del paese il presidente della Cei individua appunto nella famiglia, nei giovani e nel lavoro le principali emergenze, che necessitano di attenzione ferma e costante da parte delle istituzioni. «Non rinunciamo a riconoscere nella politica — afferma il porporato — una forma alta di carità, cioè di servizio al popolo, attenta ad affrontare questioni quali il lavoro, la famiglia, i giovani, l’inverno demografico. C’è bisogno di politica autentica, di pace istituzionale, ed è qualunquista ghigliottinare lo stato».
Bagnasco, nonostante l’esistenza di alcuni segnali positivi, cita i dati sempre più allarmanti riguardanti la disoccupazione giovanile, in particolare quella delle regioni meridionali che è arrivata al 57 per cento, mentre la media nazionale è del 40 per cento. Legata alla questione del lavoro, cresce anche la preoccupazione per la continua decrescita demografica: nel 2015 le nascite erano 486.000, nel 2016 c’è stato il nuovo record negativo di 474.000 (-2,4 per cento). Esiste, si domanda il presidente della Cei, una incisiva politica che incoraggi e sostenga la natalità? In questo senso, afferma, «sempre più siamo convinti che, oltre al lavoro, sia urgente incidere su una fiscalità più umana, e chiediamo di giungere al cosiddetto “fattore famiglia” che le associazioni, a partire dal Forum delle famiglie, propongono da anni». Quanto alla legge sul fine vita, di cui è in atto l’iter parlamentare, per Bagnasco essa è «lontana da un’impostazione personalistica; è, piuttosto, radicalmente individualistica, adatta a un individuo che si interpreta a prescindere dalle relazioni, padrone assoluto di una vita che non si è dato». In questo senso, «la morte non deve essere dilazionata tramite l’accanimento, ma neppure anticipata con l’eutanasia: il malato deve essere accompagnato con le cure, la costante vicinanza e l’amore». 
Quanto al fenomeno migratorio, Bagnasco prende atto con soddisfazione dell’impegno solidale mostrato dall’Italia e dei tentativi di cooperazione concreta a livello internazionale. Sforzi nel cui orizzonte si colloca anche l’azione della Chiesa in Italia.
L'Osservatore Romano

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Consiglio permanente. Stagione difficile, ricca di opportunità
CEI 
Una Chiesa attenta alle dinamiche che attraversano il Paese, dalla mancanza di lavoro all’assenza di politiche fiscali. Nella prolusione con cui il Card. Angelo Bagnasco ha aperto i lavori del Consiglio Permanente della Cei (Roma, 20-22 marzo) anche un rinnovato impegno di prossimità, con un richiamo sul fine vita e uno sguardo solidale verso “i flussi di tanta povera gente in fuga da guerra, fame, persecuzione”. (...)