mercoledì 28 dicembre 2016

Anno nuovo, sia fatta la Tua volontà

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di Costanza Miriano
Oggi ero al telefono con un’amica – si sa, questo è tempo di bilanci e di propositi, e BISOGNA per forza sentirsi – e siccome siamo donne andiamo subito al cuore della questione, prendiamo sempre sul serio la reciproca domanda “come va?” (che invece, si sa, per l’uomo è un distratto intercalare).
Va che dobbiamo sempre di più imparare a vivere consegnate. Chiediamo ogni giorno nel padre Nostro che sia fatta la sua volontà, ma in realtà non è che ci interessi moltissimo conoscerla, se non è proprio aderente alla nostra, se il suo progetto è impegnativo o doloroso o faticoso. Invece la volontà di Dio dovrebbe essere oggetto e fine di tutte le nostre preghiere. Solo così la preghiera e la vita diventano unitarie, mai ci separano da noi stessi.
Una volta, mi raccontava la mia amica, hanno chiesto all’abate generale dei benedettini, padre Lepore, quante ore preghi al giorno. Ventiquattro, ha risposto il padre. Come è possibile? “È possibile, perché ciò che mi viene chiesto in ogni circostanza, pur potendo scegliere di rifiutarlo, lo accetto”. Così la preghiera diventa un’adesione, minuto per minuto, alla realtà. Un abbraccio alla nostra vocazione. Diventa una difesa della trincea in cui Dio ci ha messo, centimetro dopo centimetro.
Mi accorgo, ogni tanto, quando sono presente a me stessa, come cambia – completamente – la vita se si vive cercando di risparmiare, di salvare un po’ di vita, di tenersi qualcosa per sé, rispetto a quando si accetta di lasciarsi mangiare. Un sì a un figlio, una cosa fatta meglio invece che prendendo la scorciatoia, una richiesta ascoltata, un bisogno di un amico o di uno scocciatore non ignorato. E siccome la conversione è un processo, ed è continuo, più il cuore si allarga e la disponibilità diventa un atteggiamento di fondo. Invece più si tende a risparmiare più il cuore si indurisce. È per questo che quando il Signore chiede una mano a qualcuno – perché siamo noi le sue mani, i suoi piedi, la sua bocca – tende a chiederla a chi già sta facendo un bel po’. Più sei indaffarato, più il Signore ti chiede.
Ecco, questo è il mio proposito per l’anno che viene. Essere docile alle circostanze. Accettare di lasciarmi disturbare, certa che Dio lo farà, perché lo fa sempre. Ovviamente lo fa non perché sia un sadico ma perché è un Padre tenerissimo, e vuole il meglio per noi. Certo, a occhio non è che la cosa risulti evidentissima allo sguardo, non sempre. A volte ti fa proprio arrabbiare (d’altra parte proprio oggi il Papa ha detto che non solo possiamo, ma anzi dobbiamo lamentarci con lui, perché è Padre). Ma diciamo la verità, che ne sappiamo noi di cosa è meglio per noi? Un caro sacerdote mi ha detto di non aver mai chiesto nessuna grazia in particolare, neppure la guarigione della madre, ma che si facesse la sua volontà sulla nostra vita. Cosa è meglio per noi lo sa Lui, questo Padre tenerissimo, che per convincerci del fatto che non pretende niente da noi si è fatto bambino, affinché non lo temessimo.