venerdì 5 agosto 2016

Asatru?

Odino
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(di Mauro Faverzani) Sempre peggio. È ormai evidente come il ritorno al paganesimo sia un fenomeno da non poter prendere più sottogamba, né da liquidare con un semplice sorrisino. Perché i dati dicono che son sempre più coloro che abiurano, per tornare ad adorare Odino, Thor o Frigg. Accade in Islanda.
Ci eravamo occupati lo scorso anno dell’associazione Asatru, che qui gestisce questo tipo di culto, per evidenziare la crescita esponenziale registrata dal numero dei loro adepti, passati dai 12 del 1973 ai 2.488 del 4 giugno 2015. Ebbene, al primo gennaio 2016 (ultimo dato ufficiale disponibile) sono già arrivati a quota 3.187, registrando una crescita di 699 unità nel giro di soli sei mesi, pari ad oltre il 28%. Impressionante, specie per una realtà come questa, che non prevede una dimensione missionaria, ritenendola “disdicevole”. Chi si è avvicinato, lo ha fatto dunque spontaneamente.
Così l’organizzazione ha pensato di realizzare il primo tempio dedicato agli idoli nordici, per adorarli, ma anche per celebrare “matrimoni” e “funerali” secondo gli antichissimi riti.
L’Asatru è ormai la sesta più grande organizzazione religiosa d’Islanda e la maggiore tra quelle non cristiane. Viene considerata una vera e propria fede con tanto di riconoscimento governativo, non solo qui, bensì anche in Norvegia, Danimarca e Svezia. Non ancora negli Stati Uniti, benché anche qui sia presente da oltre quarant’anni. Pratica, oltre al politeismo, anche il panteismo. Recentemente ha predisposto addirittura un modulo on line in pdf, una sorta di “dichiarazione di fine vita”, per assicurare esequie pagane ai propri seguaci defunti. L’associazione accusa, infatti, i preti cattolici d’averle “sottratto” i suoi cari estinti, assicurando loro un regolare funerale, incuranti delle volontà espresse in vita. Il documento da loro messo a punto dovrebbe prevenire tali “abusi”.
Può stupire il fatto che esistano comunità simili anche in Italia. C’è, ad esempio, laComunità Odinista di Ivrea, molto centrata su basi di identità etnica: «Non siamo italiani, non siamo cittadini del mondo, non siamo politicamente corretti: Noi siamo Longobardi!», è specificato nel loro sito. Alcune decine gli aderenti, sparsi anche in altri gruppi a Corno, Cuneo, Reggio-Emilia, Lenno, Firenze, Treviso, Milano e Vicenza. Sono particolarmente ostili alla Chiesa cattolica: «Restiamo contro la colonizzazione degli spiriti per opera dei seguaci del dio straniero – è scritto, peraltro così, con la minuscola – Siamo contrari ad ogni dogmatismo ed impermeabili ad ogni logica dogmatica ed assolutista delle religioni monoteiste giudaico-cristiane. Crediamo nella libertà personale, opposta al soffocamento dello Spirito e dei Sensi impostoci dal cristianesimo. Non agiamo e non pensiamo secondo le logiche del moralismo giudaico-cristiano».
Non di diverso tono un’altra sigla, quella della Tribù dei Winniler ed il Cerchio Bragafull, costituitasi sempre nell’area di Treviso: una trentina in tutto, con tanto di manuali di combattimento, corsi di arti marziali e street fighting. Ma non solo. Si precisa sul loro blog: «Non sono ammessi stranieri». Ciò che sconcerta è chi questi siano per loro: «cristiani e non-Europei» (da notarsi l’uso bizzarro di maiuscole e minuscole).
In tutto, i neo-pagani in Italia dovrebbero essere un centinaio. Almeno per ora. Davvero questo fenomeno, a qualsiasi latitudine, non è però da sottovalutare: occupa spazi probabilmente lasciati “liberi” dai cattolici allontanatisi troppo dalla Tradizione. Di certo v’è, in ogni caso, che si tratta di un centinaio di anime, che han preferito gli idoli a Dio.