venerdì 29 luglio 2016

Per un orizzonte più grande



Esce in questi giorni il libro del cardinale presidente emerito del Pontificio Consiglio per la famiglia, Ennio Antonelli, "Per vivere l’«Amoris laetitia»" (Milano, Ares, 2016, pagine 72, euro 7,80). Vi sono raccolti spunti di discernimento pratico indirizzati ai sacerdoti e agli stessi sposi per aiutarli a vivere nella stessa fedeltà d’amore di Dio. Anticipiamo la prefazione del cardinale arcivescovo emerito di Milano
(Dionigi Tettamanzi) Presento volentieri, nel segno della gioia spirituale, questo testo del cardinale Ennio Antonelli, presidente emerito del Pontificio Consiglio per la famiglia.
L’amicizia che mi lega a lui da molti anni, e ancor più la curiosità e l’interesse che ha suscitato in me questa sua riflessione sul documento post-sinodale Amoris laetitia, mi hanno fatto subito apprezzare l’originalità umile e sapiente con cui il cardinale si è accostato al testo di Papa Francesco. L’autore non intende presentarci un commento completo dell’esortazione nei suoi nove capitoli. Preferisce concentrarsi sui temi di fondo che delineano il carattere tipico dell’amore vissuto nella quotidianità delle famiglie, anche quando in esse si presentano situazioni di fragilità. L’amore umano sembra infatti sfidato dalla proposta evangelica a diventare sempre più segno luminoso dell’amore del Signore Gesù verso la Chiesa e l’umanità. Si tratta di un amore eterno e forte, che supera le capacità umane giungendo a dare la vita e che proprio per questo ha bisogno di essere quotidianamente “educato” e incoraggiato senza sosta, con pazienza e tenacia. 
Il procedere rigoroso e semplice dell’esortazione apostolica di Papa Francesco viene evidenziato e fatto interagire con la tradizione della Chiesa, in modo particolare con l’insegnamento di san Giovanni Paolo II. La fisionomia magisteriale e pastorale di Papa Francesco è così compresa all’interno dello sforzo sempre rinnovato, attento e tipico della Chiesa nel porre in primo piano la formazione delle coscienze e il cammino di crescita spirituale di ciascuna persona. La prospettiva pedagogica è di per sé insita profondamente e vivacemente nell’esortazione. Tale prospettiva consente all’autore di aiutarci a entrare nel vivo della riflessione e dell’azione pastorale. È favorita una particolare attenzione alle concrete esperienze della vita coniugale e familiare, alla ricchezza dei consigli pratici, all’accento posto sulla comprensione materna e sull’accompagnamento paziente e appassionato della Chiesa. In questo modo essa si rende sempre più e meglio consapevole di dover essere anzitutto “madre” e quindi via e strumento della misericordia di Dio nostro Padre. 
 Il cardinale rileva anzitutto che nella pedagogia di Amoris laetitia svolge un ruolo di grande importanza la cosiddetta legge della gradualità, già formulata da san Giovanni Paolo II nell’esortazione Familiaris consortio. L’uomo «conosce, ama e compie il bene morale secondo tappe di crescita» (n. 34). Nello stesso tempo l’uomo fa esperienza di possibili fraintendimenti se non di possibili interpretazioni erronee, fino a scivolare nella ingiustificabile convinzione che esista una gradualità della legge e dunque sfociando nel relativismo morale, che viene fermamente respinto da Papa Francesco, come già dai suoi predecessori. In questo contesto l’autore, citando e commentando alcuni testi di san Tommaso d’Aquino e dell’enciclica Veritatis splendor di san Giovanni Paolo II, mostra in modo chiaro e convincente la necessità di distinguere non solo tra l’insegnamento delle norme generali e il discernimento dei casi singoli, ma anche, e anzitutto, tra le «norme generali positive», quelle cioè che comandano di fare il bene e ammettono eccezioni in casi particolari, e quelle «norme generali negative» che proibiscono di fare il male e non ammettono eccezioni, in nessun caso. Alla luce di queste fondamentali precisazioni vengono presi in esame alcuni passi particolarmente significativi di Amoris laetitia che a prima vista potrebbero destare persino qualche perplessità, mentre in realtà sono pienamente coerenti con la dottrina tradizionale della Chiesa. 
L’ampio testo di Papa Francesco sollecita in noi lo sforzo di una particolare attenzione anche a motivo del suo linguaggio originale, quasi popolare. Occorre evitare, come invece è spesso accaduto, di fraintenderlo proponendone un commento improvvisato e frettoloso. Il commento del cardinale Antonelli è breve e lineare: la sua chiarezza e la proprietà del linguaggio facilitano la lettura e la comprensione dell’esortazione da parte del vasto pubblico. E questo è un pregio di non poco conto. Nello stesso tempo sono convinto che gli stessi vescovi, i sacerdoti e gli operatori pastorali potranno riceverne preziose ispirazioni e fecondi orientamenti nell’applicazione di Amoris laetitia. Se nel panorama dei commenti ad Amoris laetitia il testo che qui presento costituisce in qualche modo una novità per il metodo propositivo e la messa in luce dell’intento pedagogico perseguito dal Santo Padre, non mi resta che sperare in ulteriori apporti di altri pastori che si assumano l’onere di rimandare con saggezza alla lettura e alla pratica di quanto il Papa ha scritto. Il Santo Padre ha voluto sprigionare in tutti, nella Chiesa e nella società, un amore più grande. Dal cuore di moltissime famiglie questo amore può riversarsi sulle comunità cristiane e sulla società stessa. Anch’essa infatti, proprio in forza della realtà viva della famiglia, si costruisce attraverso legami saldi e originali in vista del bene comune. In questa prospettiva i cristiani sanno bene di poter ricevere, accogliere e vivere il dono e il compito di una laicale e specifica vocazione alla santità.

L'Osservatore Romano