martedì 26 luglio 2016

Di fronte al male



(Giovanni Maria Vian) Sgomentano e colmano di dolore le notizie dell’ultimo atroce attacco, rivendicato dal sedicente Stato islamico, a innocenti riuniti per pregare. Nella Francia settentrionale, nella parrocchia di un paese come tanti, un vecchio prete ottantaquattrenne, don Jacques Hamel, è stato ucciso senza pietà, come il servo sofferente descritto dall’antica profezia ebraica, e un fedele ferito in modo grave; poi i due autori di questo atto orrendo e ignobile sono stati uccisi dalle forze di sicurezza.
Ancora sangue, sangue su sangue, che si aggiunge a quello versato in molti luoghi, da troppo tempo, ma soprattutto nel Medio e nel Vicino oriente, in Africa, ora anche in Europa, spesso ostentando e dunque profanando apertamente il nome di Dio, comunque offeso e ferito ogni volta che si uccide un essere umano. «La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo» esclama Dio nel dolore stupefatto di fronte all’assassinio di Abele, in uno dei racconti fondativi delle fedi monoteiste, troppe volte a torto ritenute responsabili di violenze e guerre.
Va detto e ripetuto ancora una volta, con la stragrande maggioranza degli esponenti religiosi di ogni fede, che le religioni non sono di per sé all’origine della violenza, ma che al contrario in esse vi sono i semi della convivenza e della pace. Semi che possono e devono essere curati e coltivati da ogni essere umano che professi una credenza religiosa, insieme a ogni donna e a ogni uomo di buona volontà. Non si devono tuttavia chiudere gli occhi di fronte alle strumentalizzazioni violente della religione: l’odio seminato per fomentare lo scontro tra culture e tra religioni, evocando e agitando fantasmi del passato, deve essere in ogni modo respinto e prevenuto da tutti.
Un sito laico ha notato che la chiesa dove è stato ucciso don Hamel è dedicata a santo Stefano, il primo martire di Cristo, e si può aggiungere che il vecchio prete ucciso si chiamava come l’apostolo Giacomo, anch’egli testimone della fede fino al sangue. Di fronte al male inflitto la risposta dei cristiani non può che essere quella del loro Signore e dei martiri di ogni tempo. Lo ha ricordato sconvolto l’arcivescovo della diocesi così crudelmente colpita, che ha deciso di tornare tra i suoi fedeli da Cracovia, dove si apre in queste ore la giornata mondiale della gioventù. Convocata nel segno della misericordia, cuore del Vangelo, come ripete senza stancarsi il Papa che prega ed è in questo modo vicino alle vittime, a ogni vittima.

L'Osservatore Romano

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Saint Etienne du Rouvray, chi era padre Jacques Hamel ucciso dai terroristi. Primo martire nella chiesa del martire cristiano
 Huffington Post 
(Giacomo Talignani) Il santo Etienne era un ebreo e venne considerato a posteriori come primo martire della cristianità.Jaques Hamel era uno dei preti della parrocchia di Saint-Etienne du Rouvray e, se la matrice terroristica dei suoi assassini fosse confermata, sarebbe il primo parroco martire del terrore dell'islam radicale che sta sconvolgendo questa parte di secolo. Otto anni fa Jacques Hamel festeggiò il suo "giubileo d'oro". Nel 2008 spegneva infatti le candeline di 50 anni di sacerdozio. Le sue uniche "armi", come ha ricordato la diocesi francese scossa dalla sua morte, erano "la fraternità e l'amore". (...) 

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 Lettera da Padre Jacques Hamel ai suoi assassini Abbiamo provato a immaginare cosa avrebbe potuto scrivere il sacerdote francese prima di morire

ALETEIA
Sono Padre Jacques Hamel, il sacerdote francese che avete ucciso oggi nella sua chiesa. Io sono un sacerdote che ha seguito Gesù, modellando la mia vita sul Suo esempio.
Mi avete ucciso a causa del vostro odio. Pensate che io sia un peccatore. “Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti” (Matteo 5:44-45).
Non conoscete affatto Dio. Quella divinità nel cui nome voi uccidete delle persone non è il nostro Dio. E dico a voi e a tutti coloro che odiano: “Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell’Altissimo; perché egli è benevolo verso gl’ingrati e i malvagi. Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato; date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio” (Luca 6:35-38).
Mi avete dato un dono che per ottenere ho faticato a lungo: incontrare il Signore, il mio Dio. Mi avete reso il favore di una vita. Mi avete ucciso sull’altare del mio Signore, dentro la chiesa. Sono diventato un martire d’amore, dicendo: “Dov’è, o morte, la tua vittoria? Dov’è, o morte, il tuo pungiglione?” (1 Corinzi 15:55).
Da oggi godrò del riposo eterno, mentre i vostri resti saranno per sempre nella sofferenza. Prego affinché voi vi pentiate, e dico: “Non vi meravigliate di questo, poiché verrà l’ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e ne usciranno: quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna” (Giovanni 5:28-29).
State provando a ucciderci. Siamo forse tutti infedeli? Non siamo tutti figli di un unico Dio. Ma io sono d’accordo con voi. Il nostro Dio non è lo stesso. Il nostro Signore è Gesù Cristo, il nostro Signore è Dio. Ecco perché sono d’accordo con voi: il nostro Dio è diverso dal vostro. “In verità, in verità vi dico: chi crede ha la vita eterna” (Giovanni 6:47).
Oggi ho ricevuto l’Eucaristia, e voi sapete ciò che dice Dio della Sua carne: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno” (Giovanni 6:54). Sono risorto e sto contemplando il volto di Dio. Prego affinché voi vi pentiate, e possiate contemplare anche voi il Suo volto, anziché il fuoco eterno.
Per quanto riguarda coloro che vi hanno promesso il paradiso in cambio dell’uccisione dei vostri fratelli, sappiate che vi stanno conducendo verso la morte.
“E questa è la promessa che egli ci ha fatto: la vita eterna” (1 Giovanni 2:25). Vivrò per sempre. E vorrei che voi aveste saputo che la vita e l’eternità si possono trovare soltanto in Cristo. In Lui e in nessun altro.
Nonostante il vostro odio, e nonostante mi abbiate ucciso, vi amo.
Traduzione dall’inglese a cura di Valerio Evangelista