giovedì 24 marzo 2016

Bellissime. Tutte con un invincibile desiderio


NEL MISTERO PASQUALE DI CRISTO RISPLENDE LA BELLEZZA CHE CI SALVA DALLE LAMIERE DELLA DISPERAZIONE
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Tutte bellissime, tutte con dentro allo sguardo il desiderio invincibile di un futuro solo pregustato. Tutte bellissime nello splendore della giovane età che sembrava fare da corona ai loro volti. E' possibile fissarne le foto e credere che la loro bellezza non sia andata sprecata in una bara sigillata? E' possibile credere che l'oscurità che ora avvolge come un manto triste quelle carni tese verso il compimento e ferite mortalmente in un incidente non sia testimone della corruzione ma il grembo misterioso di una vita nuova? E' possibile crederlo quando la morte improvvisa falcia senza pietà giovani vite pronte a sbocciare come questa primavera che bussa alle porte dell'inverno impaziente di prendersi le nostre ore? E' possibile credere che non sia solo un ghigno malvagio questo tepore, questa aria che ha cambiato sapore, i boccioli e il cielo che scivola dolce verso colori addolciti dal sole che si avvicina?
Sì, è possibile, e lo credo oggi più di ieri proprio fissando le loro foto, gli occhi e l'intensità dello sguardo, il sorriso e la vitalità che racchiude. Le fisso ancora e non riesco a non vedere il riflesso del Dio che le ha create, e amate sino a consegnare per loro il suo Figlio, salito sul loro stesso autobus per difendere e preservare la loro bellezza per l'eternità. La bellezza interiore che filtrava dalla carne, come tutte le altre ferita dal peccato. Perché il peccato esiste, e con esso la morte sua figlia. Esiste il male che aggredisce tutti, su una "carretera" spagnola come in ogni altro angolo del nostro mondo. Sì, sì, vaglielo tu a dire a quei poveri genitori straziati che il male è una pallottola impazzita che spezza la vita come e quando capita. Vaglielo tu a dire che quel giorno sono usciti i nomi delle loro figlie sulla roulette della morte. E' difficile, la più difficile delle cose guardare in faccia alla realtà quando si presenta con quella più dura e più brutta.
Infatti, sul male inciampiamo tutti, ed è un pugno sordo e violento nello stomaco che ci stordisce al punto di non riuscire più a vedere Dio. Una lama che spacca il cuore e schizza fuori il sangue, e ogni fiotto è un grido che ripete no, non è possibile, se esiste, questo Dio è un mostro. E' così, quando ci visita con una notizia come questa, il dolore è un cane arrabbiato che latra e morde mente e cuore, e non bastano le parole a tenerlo a bada. Se poi è stato un colpo di sonno ad inghiottire nel sonno della morte le proprie figlie, allora il tormento si fa devastante, e non trovi più il bandolo di un perché.
Ed è, semplicemente, perché il perché non esiste, non quello di cui è capace la ragione. Non ha gli strumenti adatti, quelli che possiede sballano quando si trova davanti al dolore innocente.
Tutti abbiamo bisogno di un soffio di Grazia che schiuda il cuore e la mente quel tanto che basta a percepire, fosse anche solo come una flebile luce, l'amore che, solo, può rendere meno aspra e indigeribile la sofferenza patita a causa dell'ingiustizia. Perché il male che ha strappato alla terra quei quattordici gambi di vita è un'ingiustizia, la più grande, la più bastarda. E lo è proprio perché quei volti e le storie che recano impresse sono un inno alla vita e al Dio che l'ha creata, e affermano più di mille parole che la morte non dovrebbe avere nulla a che fare con essa. Quei sorrisi stampati sulle speranze e sui progetti gestati nel loro intimo sono la più autentica e credibile profezia della Pasqua che sta per accoglierci. L'orrore della morte non può nulla contro la bellezza della vita. Questo è la Pasqua, la bellezza fatta carne per lasciarsi raggiungere e colpire dalla bruttura del male.
Per svelarne l'innaturalità che tutti intuiamo e per questo non riusciamo ad accettarlo, era necessario che la bellezza lo sfidasse in campo aperto e ne avesse ragione. Per sempre. La Bellezza del più bello tra i figli dell'uomo, Cristo Gesù, il Figlio benedetto di Dio. Lui ha squarciato il Cielo per inghiottire nella sua infinita bellezza la mostruosità del male, scendendo per questo sin dentro il buio della morte dove esso trascina la bellezza della vita di ogni uomo. E in quel silenzio saturo dell'assurdo nel quale sono precipitati i genitori e gli amici dei ragazzi scomparsi in Catalogna, nel vuoto oscuro così simile all'irragionevole dolore che ci ghermisce tutti, Gesù ha disintegrato l'orrore del male. E' risorto dai morti, rivestendo della bellezza che è Dio stesso la carne che il male e la morte aveva rapito.
Per questo è lo stesso dolore umanamente inconsolabile che annuncia la vittoria di Cristo. Per questo la bellezza che esplode come una cosa viva dai ritratti delle ragazze profuma di vita eterna. Il senso inafferrabile alla ragione è celato proprio nei sentimenti di disperazione e afflizione che graffiano violentemente il cuore e la mente di chi gli ha voluto bene. E' la violenza santa che cerca un pertugio per scappare dai tentacoli della morte. E' l'albeggiare tenue e delicato della Pasqua che si fa strada nei tormenti della notte. E' l'avanguardia rispettosa e misericordiosa della stessa luce che, misteriosamente, ha attirato e guidato Cristo fuori dalla tomba.
Per questo il dolore dei genitori, dei fratelli e degli amici è sacro, come ogni dolore. Nessuno ha diritto di sporcarlo con la retorica dei fradici buoni sentimenti. Il dolore che stringono nel cuore è davvero l'unica reliquia delle loro figlie. Perché è lì dentro che si cela la risposta alla morte, come un diamante incastonato nella roccia durissima. E' lì dentro che è sceso Cristo insieme alle loro figlie, per accogliere la loro giovane bellezza fatta di terra e compierla nella sua, eterna e incorruttibile. E' sui passi incerti che si trascinano nell'angoscia della mancanza e della nostalgia che ognuna di loro apparirà senza macchia né ruga ma santa e immacolata, come una sposa stretta tra le braccia dello Sposo che ha consegnato se stesso perché nulla di lei andasse perduto tra le lamiere di un autobus.
Non sarà un semplice sentimento, ma la certezza di una visione che si farà carne nell'esperienza di un amore ridestato, quello intatto per le loro figlie riversato su quanti brancoleranno ancora nel buio della morte di altri figli senza un perché. Ne siamo certi, è la nostra esperienza, la stessa che sostiene la Chiesa e la spinge nel mondo ad annunciare la vittoria di Cristo. Per questo preghiamo fiduciosi che di nuovo, dal sepolcro, Cristo risorgerà vittorioso attirando chi è rimasto sulla terra nel Cielo dove ha accolto chi ci ha lasciato.