giovedì 25 febbraio 2016

Egregio On. Maurizio Lupi...



Egregio On. Maurizio Lupi
Leggo il suo ultimo post in bacheca e penso, perdoni la schiettezza, a quante cazzate è capace di generare l'ipocrisia quando sfonda il muro della vergogna. Francamente, anche io mi vergogno di aver parlato davanti a gente come lei al Circo Massimo il 30 gennaio scorso. Col senno di poi avrei dovuto pubblicamente invitarla ad abbandonare la scena (o meglio la sceneggiata), e mi scuso oggi con tutti coloro che erano presenti per non averlo fatto, anche perché avrei senz'altro guadagnato l'applauso più fragoroso della giornata. È chiaro che lei non fosse tra i suoi. Non so di che persone lei è solito circondarsi, per poterle prendere in giro convinto di risultare credibile, ma la gente del Family Day non è fatta di simili imbecilli. La gente del Family Day è fatta di uomini, donne, ragazzi e ragazze con la testa sulle spalle, e non sulle nuvole. Gente che si sobbarca un viaggio di tre, quattro, cinque o sei ore con con due, tre, quatto, cinque o sei figli non perché un politico ha schioccato le dita e pagato un centinaio di pullman, ma perché preme sulla loro esistenza il desiderio del maggior bene per i tempi in cui viviamo e soprattutto in cui vivranno quei figli. Egregio Onorevole, la fisionomia giuridica delle unioni civili che voi state approvando è quella del matrimonio; levigatura più, levigatura meno. Il Presidente Mirabelli lo conferma stamattina dalle pagine di Avvenire, che giustamente critica duramente anche la folle scelta di impiccare il libero dibattito su un tema così spinoso al voto di fiducia. Anche di questo avete scelto di macchiarvi la coscienza. Dalla Cirinnà a Lo Giudice, tutti gongolano per il risultato storico messo nel cassetto. Ovviamente, risultato storico nell'ottica di raggiungere brevemente il traguardo agognato del matrimonio gay e del mercato dei figli a portar via. Lo stralcio della stepchild-adoption? Bazzecole. Col nuovo istituto paramatrimoniale si è servita su un piatto d'oro ai giudici la possibilità di estendere con ancor più fondamento giuridico le adozioni alle coppie gay da domani mattina ai prossimi duemila anni. Voi consegnate nelle mani avide e pilotate della giurisprudenza italiana e sovranazionale un testo scritto con i piedi perché sia sventrato e ristrutturato a piacimento. Maurizio Sacconi sta avendo almeno in queste ore il merito dell'onestà intellettuale, a futura memoria. Anche lei lo sa, ma preferisce seppellire la verità sotto un il cumulo di benefici personali che le ritornano (anche in tasca) dal fatto di lasciare in pace il Premier che da due anni vi tiene al guinzaglio politico, concedendovi di influenzare l'attività di Governo solo se ed in quanto può comunque spacciare i vostri pochi meriti come suoi: in questo caso, poi, dei vostri meriti non c'è nemmeno la minima traccia. Ma la pagliacciata è finita. Da oggi siete nudi. Io non sono affatto di quelli che arrivano a ricordare agli altri cattolici il giudizio di Dio, anche perché vi siete messi sotto i tacchi l'invito del Papa a votare secondo l'insegnamento della Dottrina sociale e io non posso pretendere di superare il Papa nel suo ruolo di ammonimento. Ma nel suo caso io temo che le sarà senz'altro molto più duro del giudizio di Dio, qualsiasi sarà, quello dei suoi nipoti, sulle cui spalle lei pone una croce che dovranno portare con fatica per parecchi decenni: la croce di una società in cui la famiglia perde la centralità antropologica che le spetta, perché il matrimonio è stato annacquato con un istituto che in poco tempo avrà sfondato completamente la diga che trattiene tutto quel che sappiamo premere dall'altra parte (lei saprà senz'altro che all'ordine del giorno negli USA c'è la legalizzazione della poligamia, e nel Nord Europa si discute di incesto libero). Ma non si preoccupi, gentile Onorevole; i nostri, di nipoti, aiuteranno volentieri i suoi a portare quella croce come noi gli avremo insegnato a fare. Senza paura e, soprattutto, con dignità. Usque ad finem.
Con (poco) rispetto
Filippo Savarese
Generazione Famiglia - La Manif Italia