martedì 29 dicembre 2015

La parola giusta per cristiani e musulmani: misericordia

pallavicini

CHIARA SANTOMIERO/ALETEIA

Tutte le sure (versetti) del Corano iniziano con l’invocazione al Dio della misericordia: il “molto Clemente”, il “molto misericordioso”. Papa Francesco ha proclamato un Anno giubilare straordinario della misericordia perchè la riflessione di tutta la Chiesa si concentri sul volto di un Dio che non esclude nessuno e i credenti imparino a generare misericordia nei comportamenti di ogni giorno. Il volto di amore e di pace delle religioni è un messaggio tanto più importante in un tempo in cui la violenza di gruppi terroristici mascherata da guerra di religione semina nel mondo terrore e alza muri di diffidenza reciproca. “Insieme diciamo no all’odio, alla vendetta, alla violenza, in particolare a quella che è perpetrata in nome di una religione o di un Dio: Dio è pace, salam”: ha detto papa Francesco nella moschea di Bangui nel corso della visita in Centrafrica. Può l’attenzione comune al tema della misericordia aiutare a costruire processi di “resistenza” a queste dinamiche distruttive del futuro dell’umanità? Aleteia ne ha parlato con l’imam Yahya Pallavicini, vice presidente Coreis (Comunità Religiosa Islamica) Italiana.
Il tema della misericordia è ricorrente nel Corano: in che modo viene affrontato?
Pallavicini: La Rivelazione Islamica ricorda in tutti i suoi capitoli gli attributi di Dio, al-Rahman, il Misericordioso nella trascendenza, e al-Rahim, il Misericordioso nell’immanenza. La dinamica della Misericordia parte da Dio che usa Misericordia verso Se Stesso e crea il mondo e l’uomo per essere conosciuto. Prima di questa Misericordia, Dio era un tesoro nascosto e le creature, grazie alla Sua Misericordia, hanno ricevuto la facoltà diriconoscerLo in tutti i segni della creazione, in ogni persona e azione che sia rivolta al vero bene.
Se “Misericordioso” è una qualità divina, in che modo si riflette sul credente e i suoi comportamenti?
Pallavicini: Al-Rahim è l’attributo di Dio nell’immanenza, vale a dire la presenza dinamica del Misericordioso nel mondo manifestato, a conferma che la Misericordia di Dio non è soltanto nell’invisibile ma ben presente sulla terra che è il teatro della Sua misericordiosa creazione.Secondo la Rivelazione islamica, il Profeta Muhammad è stato inviato come una misericordia per i mondi e i sapienti interpretano questo insegnamento come l’irradiamento del Misericordioso nella natura dei profeti e delle loro comunità di credenti. Di conseguenza, tutte le creature sono il frutto e la fonte riflessa della misericordia di Dio e quando agiscono secondo la Sua grazia, questa qualità divina si rinnova e produce armonia e fratellanza.


Tra i comportamenti concreti per praticare la misericordia c’è anche l’espressione dell’amore coniugale: cosa significa? Come si configurano i rapporti tra i coniugi nel matrimonio?
Pallavicini: L’unione di un uomo e di una donna rappresenta il simbolo per eccellenza di un amoreche è l’essenza e il centro della Misericordia di Dio. La coppia, tramite il loro reciproco sentimento, vive il miracolo di Dio che li unisce e li eleva ad un grado di maggiore vicinanza e intimità spirituale.
I cattolici stanno vivendo il Giubileo straordinario della misericordia: quali punti di contatto può suggerire per un percorso di approfondimento di questo tema che porti a una maggiore conoscenza reciproca?
Pallavicini: Il Giubileo della Misericordia rappresenta non solo per i cristiani cattolici ma per ogni credente sensibile un richiamo ad una qualità fondamentale per la crescita della fede, assume un valore profetico e universale pur rispettando le differenti declinazioni dottrinali e rituali di ogni confessione religiosa, compreso l’Islam. Se impariamo a relazionarci fraternamente in nome del Misericordioso possiamo sconfiggere l’odio e l’egoismo che degenerano. Come musulmani italiani siamo grati a Papa Francesco per questa benedetta e ispirata apertura di un anno santo che deve aprire molte porte e ponti nel dialogo autentico tra credenti.
Ci sono giovani in Europa e nel mondo che per attese deluse o per vuoto esistenziale si stanno lasciando affascinare da un volto violento dell’Islam così, come molte persone ritengono che questo sia l’unico volto dell’Islam: come si può, insieme, dare evidenza di quanto sia errata questa visione?
Pallavicini: Riconoscere la crisi del mondo moderno o la miopia di alcune politiche coloniali occidentali non deve provocare mai una violenza contro la modernità o contro l’occidente con l’illusione puritana di tornare alla gloria del passato in modo utopistico e anacronistico. Non c’è alcuna giustificazione religiosa dietro alla guerriglia e alle rivoluzioni del fanatismo. Compito dei sapienti di ogni religione è trovare una collaborazione ecumenica che sappia testimoniare con un linguaggio efficace la risposta della fede al vuoto dell’idolatria o del materialismo o dell’ideale di un mondo emancipato e progredito senza Misericordia Divina. Non c’è alcun volto violento dell’islam, ci sono alcuni criminali che abusano del pretesto di una religione per ingannare i giovani alla guerra santa. Tutti i santi di ogni religione hanno sempre trasmesso giustizia, amore e conoscenza. Occorre saper dare voce ai veri maestri delle religioni ed evitare che vengano oscurati o confusi dai predicatori formalisti del radicalismo ideologico.