martedì 29 dicembre 2015

Il coraggio della misericordia



Nuovo tweet del Papa: "La misericordia di Dio sarà sempre più grande di ogni peccato (MV 3)." (29 dicembre 2015)

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«Sono i cuori che hanno bisogno di cambiare. La pace deve scaturire da una sorgente profonda. Questa sorgente si trova nella pace che Dio ci comunica. Sì, la pace mondiale inizia nei nostri cuori. Per diventare donne e uomini di pace occorre coraggio. È il coraggio del Vangelo, il coraggio della misericordia che ci spinge ad aprire il nostro cuore a ogni essere umano senza condizioni. Durante questi giorni a Valencia, e per tutto l’anno che incomincia, cercheremo insieme come svegliare in noi il coraggio della misericordia»: fratel Alois, priore di Taizé, si è rivolto con queste parole ai venticinquemila giovani della comunità giunti a Valencia, in Spagna, per partecipare al tradizionale incontro di fine anno, dal 28 dicembre al 1° gennaio. 
Ieri sera, nella sua prima meditazione, fratel Alois ha ricordato di essere arrivato a Valencia direttamente dalla Siria dove ha trascorso il Natale: «Tutti quelli che ho incontrato mi hanno detto: “Pregate per noi”. Ascoltiamo il loro appello e affidiamo a Dio quanti soffrono a causa della violenza in Medio oriente. Portiamo in noi le domande forti che pongono: perché tutta questa violenza? E Dio dov’è?».
Nel centro di Homs, davanti alla cattedrale greco-cattolica distrutta, i parrocchiani hanno celebrato la festa di Natale per i loro bambini: «Raramente ho vissuto una festa di Natale in cui il messaggio di pace del Vangelo fosse così sentito», ha raccontato. Oggi, su tutta la terra, «nuovi disagi, migratori, ecologici, sociali, interpellano i credenti delle diverse religioni e i non credenti, ed esigono nuove solidarietà».
Gran parte dei giovani sono ospitati da famiglie, i restanti nelle parrocchie e in altre strutture. Spagna, Polonia, Ucraina, Germania, Francia e Italia le nazioni più rappresentate. Oltre a quello di Papa Francesco (del quale abbiamo diffuso ieri il testo), sono giunti a organizzatori e partecipanti messaggi di auguri dal patriarca ecumenico Bartolomeo, dal primate della Comunione anglicana, Justin Welby, e dai segretari generali del World Council of Churches, Olav Fykse Tveit, del Global Christian Forum, Larry Miller, della Federazione mondiale luterana, Martin Junge, dell’Alleanza mondiale battista, Neville Callam, dal segretario generale aggiunto dell’Alleanza evangelica mondiale, Wilf Gasser, oltre che dal segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, e dal presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk. Davanti agli attacchi terroristici, all’incertezza e alla paura — ha detto fra gli altri Bartolomeo — «la migliore risposta è la conversione. Attraverso di essa verremo salvati, distoglieremo abitudini e debolezze della nostra natura imperfetta. La conversione è la condizione della nostra riconciliazione con Dio, con il nostro prossimo, con l’intera creazione. È la condizione assoluta del nostro “pellegrinaggio di fiducia sulla terra”».
In una lunga riflessione diffusa alla vigilia del raduno di Valencia, fratel Alois ricorda che, nei prossimi tre anni, tre parole accompagneranno il cammino della comunità: gioia, semplicità, misericordia. «Nel 2016 — scrive — inizieremo con la misericordia, nello stesso spirito che avrà l’anno indetto da Papa Francesco. Il Vangelo ci chiama a testimoniare la compassione di Dio». Il priore offre cinque proposte «per risvegliare in noi il coraggio della misericordia». Innanzitutto bisogna «affidarci a Dio che è misericordia», perché «Dio non ci chiude mai il suo cuore e la sua fedele bontà è la nostra costante salvaguardia, anche quando i nostri errori ci fanno traballare. Se ci siamo allontanati da lui, non temiamo di ritornare verso di lui e di dargli la nostra fiducia; egli ci viene sempre incontro». La seconda proposta è quella di «perdonare ancora e sempre. Mostriamo che la Chiesa è una comunità di misericordia restando aperti, senza discriminazioni, alle persone intorno a noi, praticando l’ospitalità, astenendoci da giudizi definitivi sugli altri, difendendo gli oppressi, rendendo il nostro cuore grande e generoso». La terza è di avvicinarsi «da soli o insieme ad altri, a una situazione di difficoltà, di disagio che abbiamo intorno, sul bordo della nostra strada»; la quarta proposta è di «espandere la misericordia alle sue dimensioni sociali» (rifugiati, migranti); la quinta è «misericordia per tutta la creazione. Prendiamo decisioni che riguardino la nostra vita quotidiana, controlliamo le nostre azioni di consumatori o di cittadini, facciamo una scelta cosciente di sobrietà. Semplificare il nostro modo di vita può essere fonte di gioia», conclude fratel Alois.

L'Osservatore Romano