mercoledì 25 novembre 2015

Giovedì della XXXIV settimana del Tempo Ordinario



Il cuore di Dio freme di compassione! 
...Il mistero del cuore di un Dio che si commuove 
e riversa tutto il suo amore sull'umanità. 
Un amore misterioso, che ci viene rivelato 
come incommensurabile passione di Dio per l'uomo
Egli non si arrende dinanzi all'ingratitudine 
e nemmeno davanti al rifiuto del popolo che si è scelto; 
anzi, con infinita misericordia, 
invia nel mondo l'Unigenito suo Figlio 
perché prenda su di sé il destino dell'amore distrutto; 
perché, sconfiggendo il potere del male e della morte, 
possa restituire dignità di figli agli esseri umani resi schiavi dal peccato. 
Tutto questo a caro prezzo: il Figlio Unigenito del Padre si immola sulla croce: 
"Avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine". 
Simbolo di tale amore che va oltre la morte è il suo fianco squarciato da una lancia. 

Benedetto XVI, Omelia del 19 giugno 2009

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Dal Vangelo secondo Luca 21,20-28 

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, sappiate allora che la sua devastazione è vicina. Allora coloro che si trovano nella Giudea fuggano ai monti, coloro che sono dentro la città se ne allontanino, e quelli in campagna non tornino in città; saranno infatti giorni di vendetta, perché tutto ciò che è stato scritto si compia.
Guai alle donne che sono incinte e allattano in quei giorni, perché vi sarà grande calamità nel paese e ira contro questo popolo.
Cadranno a fil di spada e saranno condotti prigionieri tra tutti i popoli; Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani siano compiuti.
Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte.
Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con potenza e gloria grande.
Quando cominceranno ad accadere queste cose, alzatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina”.

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Ci aspettano “giorni di vendetta” dove esploderà l’ "ira” di Dio; questo termine, in ebraico, indica anche lo zelo e la gelosia, l'amore ardente di Dio che non può rassegnarsi nel vedere i suoi figli incapaci di accogliere il Messia, perduti a inseguire idoli falsi e vani. Tutto ciò che Gesù profetizza e accadrà è il segno della sua misericordia che offre sino all'ultimo, in mille modi diversi, anche attraverso le drammatiche conseguenze dei peccati, l'occasione per riconoscere nel suo Figlio il Messia. Nel mondo esiste il male e il peccato, e l'unico modo per salvare l'umanità è affrontarlo e piegarlo al bene. La Croce ha compiuto e continua a compiere questo miracolo, assumendo il male e la morte conseguenze dei peccati per trasformarli in porte di speranza dischiuse sul Cielo. Se proprio Gerusalemme, il luogo che Dio ha scelto per sua dimora, con il suo Tempio e le sue liturgie, è incapace di accogliere il Signore, essa “sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani siano compiuti” e il "Popolo", purificato nell' "ira" ardente d'amore, saprà finalmente riconoscere il Messia. Allo stesso modo, se li abbiamo convertiti in idoli che ci impediscono di aprirci a Cristo, anche i luoghi che ci sono più cari e familiari, persino quelli che Dio aveva benedetto per incontrarsi con noi, saranno ridotti ad un cumulo di macerie “perché tutto ciò che il Padre ha scritto di noi si compia”, e ci convertiamo alla sua volontà. Per questo, quando in famiglia, sul lavoro, nella stessa nostra povera Chiesa, accadranno “tutte queste cose”, sarà importante comprendere l'urgenza del momento favorevole; “quando sono scosse le fondamenta” della vita, imitando il “giusto” del salmo che sa riconoscere la visita del Signore e per questo “fugge come un passero verso il monte”, siamo chiamati anche noi a non indugiare nella conversione, e non “tornare nella città” per rimettere insieme i cocci degli errori passati e salvare il salvabile. “In quei momenti”, infatti, prorompe la voce del Signore che ci ordina di “risuscitare”, secondo l’originale greco tradotto con “alzate" gli occhi e "sollevate" il capo. La passione di Cristo per ogni uomo, che precede sempre e di nuovo la risurrezione, viene a salvarci “sconvolgendo” addirittura il corso della natura con "segni nel sole, nella luna e nelle stelle", e verga amori, lavoro, studio con le stigmate del suo amore. Se si ode oggi nella nostra vita “il fragore del mare e dei flutti”, è il segno che Gesù viene a purificarci “sulla nube” della suashekinà ; con la “Gloria e la Potenza” della Croce gloriosa viene per “condurre prigioniero” il nostro uomo vecchio e farlo “cadere a fil di spada”: dalle ceneri della carne Egli saprà trarre un cuore capace di amare davvero. Così, mentre “gli uomini muoiono di paura” di fronte ai cataclismi, alle crisi economiche, alle malattie, alle conseguenze del peccato che ha voluto cancellare Dio, noi restiamo saldi nel suo amore. Dove il mondo vede morte e “calamità”, gli occhi dei cristiani sanno riconoscere la passione di Cristo nella passione del mondo. "Guarderanno a Colui che hanno trafitto": nella distruzione del mondo riconoscono impresse le piaghe di Gesù. Siamo le sue avanguardie di misericordia tra le macerie della società, i segni della sua gloriosa potenza: proprio dove tutto cade, il Signore ci “solleva” in una vita nuova. La missione profetica della Chiesa è sperare laddove tutti disperano, puntando il cielo mentre vi è “sulla terra angoscia di popoli in ansia”. Quante urla in televisione e sui pianerottoli, nelle piazze e sugli autobus... E lì i cristiani sono seminati come una rugiada di pace e speranza. Fuggono dalle risse inutili e sterili per assumere la storia, come Cristo dinanzi alla Croce. Sanno che non c'è altra porta alla Vita vera e piena. E' vero, le ingiustizie sono ingiustizie, e non pagare il giusto salario è un peccato che grida vendetta davanti a Dio. Ma è vero anche che nulla potrà mai separarci dal suo amore, neanche la fame e la nudità, neanche i cataclismi culturali e sociali di questi tempi. Dal suo amore concreto, che consegna il pane ai suoi figli nel sonno. Non scandalizzatevi, perché la Chiesa è un segno profetico, che deve sparigliare e indicare il Cielo a una generazione sulla quale è stato chiuso.

Come il Popolo nel deserto, il pane scende dal Cielo, per noi, ogni giorno, perché il mondo ha bisogno di cristiani che "guardino in alto", e non in basso, alla terra. Non è un caso che oggi, nel bel mezzo di una grave crisi economica, impazzi la concupiscenza: tutto è ridotto a pornografia e curiosità morbosa. Non è un caso che, mancando i soldi, si strisci per terra come il demonio che continua a ingannare gli uomini, cercando cibo avariato negli angoli sudici e nella spazzatura: teoria del gender, matrimoni tra omosessuali, fecondazione artificiale, uteri in affitto o in regalo e adozioni a coppie gay, sperimentazioni e aberrazioni eugenetiche, sono tutte cellule impazzite e avariate della Verità, pezzi di carne che ha perduto lo Spirito. Siamo assediati, come lo furono gli abitanti di Leningrado e Stalingrado, è vero. Come in ogni tratto di storia che la Chiesa ha percorso. Il sostantivo "synochē", tradotto con "angoscia", significa letteralmente "costrizione", e nella versione greca della Bibbia è usato a proposito di un "assedio". L'"aporia", tradotto con "ansia", rimanda a un passaggio impraticabile, una strada senza uscita: "l'aporia è la difficoltà irrisolvibile, l' impasse logica … nella quale la realtà che si mostra nell'esperienza entra in conflitto con la realtà mostrata dalla logica" (Dizionario filosofico). Quante volte la logica dei nostri ragionamenti entra in conflitto con l'evidenza amara della realtà! E così nel mondo, dove la logica di teorie politiche e sistemi ideologici non regge l'urto con l'imponderabile che appare nella realtà. Nell'ansia e nell'angoscia per l'aporia della vita siamo chiamati ad alzare la testa, che significa avere fede e fede adulta, perché ogni uomo possa imparare a guardare la Verità che supera ogni contraddizione perché tutte le assume nell'unica logica possibile, quella dell'amore che pone fine al male. Mai come nei momenti di crisi abbiamo bisogno di non perdere tempo e metterci in cammino con la Chiesa per crescere sino ad una statura adulta della fede, per noi, e per il mondo, per chi, tra i parenti e gli amici, vive disperato. Perché in un problema matrimoniale, o sul lavoro, in qualsiasi relazione, l'unica logica è quella della Croce. Il verbo a-nakyptō, sollevare, ricorda infatti la descrizione della donna ricurva perché prigioniera di satana, il padre dell'aporia della vita. La Chiesa è, nella storia, questa donna riconsegnata alla dignità, alla "semplicità" dell'amore, per fissare il Cielo da dove arriva il suo Sposo; è Lui, e arde di gelosia per la sua sposa, per ogni istante della nostra vita: Egli viene per aiutarci a vivere senza temere, senza essere più ricurvi sulle giornate e sugli eventi, ma, a testa levata, entrare nella vita come uomini liberi. Come figli che si appoggiano su una nuova e incrollabile spina dorsale che è la Croce. Coraggio, tuo figlio aspetta di vederti alzare ogni mattina ed entrare in pace e sereno laddove gli altri papà si infilano nervosi, adirati, pieni di mormorazioni. I tuoi nipoti aspettano di vederti gioiosa e sazia di giorni nella tua vecchiaia, affrontare la solitudine e la vedovanza con la gratitudine negli occhi e nelle parole, per una vita costellata di Grazie e benedizioni. E' vero, la guerra, la povertà, e poi le difficoltà con le malattie, ma in tutti gli assedi nei quali ti sei trovata è bastato stringerti al manto misericordioso della Chiesa, alla Parola di Dio e ai sacramenti, e così, alzando gli occhi, hai sempre visto la liberazione. E' di questa fede che tutti hanno bisogno.