domenica 30 agosto 2015

JULIAN CARRON/ 'Sogno sempre più di vivere quello che ho incontrato'



Intervista a Carròn: Cl, le opere, la politica

«Non penso che fosse un rimprovero, ma l'esercizio di una paternità nel ricordarci che cosa siamo». L’ha detto il presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione,Julian Carròn, a «Soul», il programma-intervista di Tv2000 (in onda domenica 30 agosto alle 12:15 e alle 20:30) condotto da Monica Mondo, commentando il discorso di Papa Francesco sull'autoreferenzialità in occasione dell'incontro in piazza San Pietro la scorsa primavera con Comunione e Liberazione.

Il testo dell’intervista è integralmente pubblicato su Avvenire in edicola domenica 30. «Il Papa – ha aggiunge Carròn – ci ha detto che se abbiamo la capacità di valorizzare ogni briciola di verità che incontriamo possiamo vivere da uomini, abbracciare tutti ed essere in grado di interloquire con tutti». Carròn non si nasconde davanti ai pregiudizi su Comunione e Liberazione sottolineando che sono «una cosa che ci porteremo addosso per anni, perché i fatti non si cancellano, ma possiamo mostrare che si può ripartire sempre, che la vita è un continuo inizio e questa è la sfida per tutti. Anche nella nostra vita possiamo sbagliare, facciamo continuamente errori, a volte micidiali. La questione è se c'è un luogo dove malgrado tutto si può ripartire sempre».

Anche il rapporto con il potere, ha aggiunto Carròn, è «una tentazione sempre in agguato, perché uno pensa di rispondere a tanti bisogni che la gente si trova addosso e che l'aiuto si debba trovare in un'alleanza col potere. Ma questa tentazione è anche un'occasione bellissima per approfondire il metodo di Dio. Chi avrebbe mai pensato di cambiare il mondo scegliendo un uomo? Per cambiare la realtà avrebbe potuto allearsi con qualsiasi impero dell'antichità, ma ha mandato suo figlio, sfidando tutto per metterci davanti una presenza».

In riferimento alla Compagnia delle Opere e i politici "di area", Carròn ribadisce che «Cl non ha nessun'opera. L'unica che ha Cl è una scuola. Il resto è responsabilità dei soggetti che gestiscono le opere. Don Giussani ha sempre avuto questa fiducia nella sua proposta educativa, far crescere persone che abbiano la capacità di rispondere ai bisogni generando opere, in campo sociale, medico, che si tratti di bisogni delle famiglie o di droga o lavoro, handicap o emarginazione. 

A queste esigenze risponde l'adulto, con i suoi amici. Che poi queste opere si possano mettere insieme per aiutarsi nelle difficoltà, per condividere l'esperienza, è normale, ma niente a che vedere con una sorta di Confindustria o con una guida centrale, come a volte si dice».
«Io non appartengo a nessun consiglio di amministrazione – conclude Carròn –, non voglio appartenervi mai, non c’entro niente con la gestione delle opere, tutto è affidato alla responsabilità delle persone che lo fanno. Non lo dico per un distacco, ma per la stima della capacità dell'adulto che non ha bisogno di commissari che garantiscano l'appartenenza a Cl. L'appartenenza a Cl si garantisce per la capacità di seguire la proposta del movimento».
Avvenire

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C'è anche un altro modo di guardare al Meeting
di Angelo Busetto
Continua il dibattito sul Meeting di Rimini. Dopo le domande di Stefano Fontana e una risposta di Robi Ronza, pubblichiamo la testimonianza di don Angelo Busetto, che invita a ricordare il tanto bene incontrato nella settimana vissuta a Rimini: un'altra prospettiva da cui guardare quanto è accaduto.
Al ritorno dal Meeting di Rimini mi porto in cuore una marea di persone e di immagini, ma soprattutto due fatti. Il primo non so se definirlo spettacolo, testimonianza, preghiera... Sul palco del grande teatro prendono posto nove Monaci Buddisti Shingon del Monte Koya guidati da Shodo Habukawa, che don Giussani aveva incontrato in Giappone quasi trent'anni fa, e con loro il Coro “Millennium” diretto da Guya Valmaggi. I monaci pregano con quelle che noi potremmo chiamare nenie e danze, in sgargianti vestiti rituali. Il coro interviene con canti della nostra tradizione liturgica. Infine, quasi fuori programma, corrispondendo al loro desiderio, vengono cantati due canti napoletani, il primo, 'Torna a Surriento'. Attenzione, commozione, speranza. Siamo resi partecipi di un singolare evento di ecumenismo, anzi di comunione, che trova la sua origine nella 'grande anima' di don Giussani.
Il secondo fatto è accaduto la mattina dell'ultimo giorno. Dieci anni fa Silvia Spagnoli ha sposato nella mia parrocchia Ugo Rossi, andando poi ad abitare a Milano. Sono nati due bambini. Ugo, che per lavoro andava periodicamente in Cina, è stato colpito in modo rapidissimo dalla Sla e ora è completamente immobile in carrozzina. Silvia racconta la vicenda con un accento di fede certo e aperto che coinvolge al massimo la gente in ascolto. Il primo sviluppo della malattia è coinciso con la nascita del secondo bambino. Silvia viene travolta tra le pappe al primo bambino, l'allattamento al secondo, la cura del marito.

"Mi devi spiegare perché Gesù non mi basta, visto che non riesco a stare di fronte alla mia quotidianità", chiede a una persona amica. Silvia scopre di essere amata in questo modo e in queste circostanze, attraverso il miracolo che la circonda. "La vita diventa vera quando si smette di considerarla propria", dice. Un numero impressionante di persone partecipa alla loro vicenda e collabora in vario modo. "Casa nostra smette di essere nostra, appena comprata". Vive ogni giorno con totale docilità la promessa del giorno del Matrimonio, 'nella buona e nella cattiva salute'. Qualche mese fa ha festeggiato alla grande il decimo anniversario del Matrimonio. Non riesco a dire tutta l'imponenza di questa testimonianza e il bene che se ne riverbera.
Questi due fatti allargano il cuore nel paragone con tante vicende che percorrono il mondo. Il Meeting parla di stelle e di uomini, da Dante agli astronauti, di lavoro e di carità, con santi e demoni. Soprattutto fa incontrare le persone del presente e del passato fornendo a un popolo variegato di giovani e di famiglie una formidabile proposta di unità, di missione e di attenzione alle domande del vivere. Quest'anno il tema del Meeting era una domanda sulla misteriosa 'mancanza' che 'riempie' il cuore. È stato annunciato il titolo del prossimo anno: "Tu sei un bene per me". Non solo un tema, ma una prospettiva di vita.

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Dal rapporto con don Giussani a Cl, dalle opere alla tentazione del potere. Parla don JULIAN CARRON, successore di don Giussani alla guida di Comunione e...
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