sabato 23 maggio 2015

Messaggio del Santo Padre in occasione della Conferenza Internazionale “Donne verso l’Agenda per lo Sviluppo post-2015: quali sfide dagli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile?”



Messaggio del Santo Padre in occasione della Conferenza Internazionale “Donne verso l’Agenda per lo Sviluppo post-2015: quali sfide dagli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile?”
Sala stampa della Santa Sede
[Text: Italiano, English]
Pubblichiamo di seguito il Messaggio che il Santo Padre Francesco ha inviato al Presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, il Card. Peter Kodwo Appiah Turkson, in occasione della Conferenza Internazionale “Donne verso l’Agenda per lo Sviluppo post-2015: quali sfide dagli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (OSS)?” (Roma, 22-24 maggio 2015), promossa e organizzata dal Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace insieme alla World Union of Women’s Catholic Organisations (WUCWO) e alla World Women’s Alliance for Life and Family (WWALF): 
A Sua Eminenza il Cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson 
Presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace 
Signor Cardinale, 
sono lieto di far giungere il mio saluto e il mio incoraggiamento ai partecipanti alla 2ª Conferenza internazionale sulle donne che si svolge in questi giorni a Roma, organizzata dal Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, in collaborazione con l’Unione Mondiale delle Organizzazioni Femminili Cattoliche e con la World Women’s Alliance for Life and Family, sul tema “Donne verso l’Agenda per lo Sviluppo post-2015: quali sfide dagli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile (OSS)?”. Desidero esprimere il mio vivo compiacimento per l’iniziativa, volta a dare voce alle istanze promosse dall’universo cattolico femminile nei processi internazionali che stanno portando alla configurazione, a livello delle Nazioni Unite, di una nuova Agenda per lo Sviluppo post-2015. A tale documento desiderano contribuire tante donne e uomini impegnati nella difesa e promozione della vita e nella lotta alla povertà, alle schiavitù e alle ingiustizie che, purtroppo, ancora troppo spesso vengono subite prevalentemente dalle donne di tutte le età e dovunque nel mondo. 
Nelle diverse parti del pianeta le donne si trovano ad affrontare sfide e problematiche differenti. Nel mondo occidentale subiscono ancora, a volte, discriminazioni in campo lavorativo; sono spesso forzate a scegliere tra lavoro e famiglia; la loro vita di fidanzate, mogli, madri, sorelle, nonne, non di rado conosce purtroppo la violenza. Nei Paesi in via di sviluppo e in quelli più poveri sono le donne a portare sulle spalle il peso maggiore; sono loro che percorrono chilometri al giorno in cerca di acqua; che troppo spesso muoiono nel dare alla luce un figlio; che vengono rapite a fini di sfruttamento sessuale o forzate a sposarsi in età troppo giovane o contro la loro volontà; a volte viene addirittura loro negato il diritto alla vita solo perché di sesso femminile. Tutte queste problematiche si riflettono nelle proposte di Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile che attualmente vengono discusse in seno alle Nazioni Unite. 
Le questioni legate alla vita sono intrinsecamente connesse a quelle sociali; quando difendiamo il diritto alla vita, lo facciamo anche affinché quella vita possa, dal suo concepimento al suo termine naturale, essere una vita dignitosa, che non conosca le piaghe della fame e della povertà, della violenza e della persecuzione. Il Papa Benedetto XVI, nella sua Enciclica Caritas in veritate, sottolineava come la Chiesa proponga «con forza questo collegamento tra etica della vita e etica sociale nella consapevolezza che non può avere basi una società che - mentre afferma valori quali la dignità della persona, la giustizia e la pace – si contraddice radicalmente accettando e tollerando le più diverse forme di disistima e violazione della vita umana, soprattutto se debole e emarginata» (n. 15).
A voi, che siete impegnati nella difesa della dignità delle donne e nella promozione dei loro diritti, vorrei chiedere di lasciarvi guidare dallo spirito di umanità e di compassione nel servizio al prossimo. La competenza professionale sia la prima fondamentale qualità, ma senza individualismo, senza mero attivismo, bensì con impegno generoso. Così farete emergere i doni incommensurabili di cui Dio ha arricchito la donna, facendola capace di comprensione e di dialogo per ricomporre i conflitti grandi e piccoli, di sensibilità per sanare le ferite e prendersi cura di ogni vita, anche a livello sociale, e di misericordia e tenerezza per tenere unite le persone. Questi aspetti, insieme ad altri, fanno parte di quel “genio femminile” che è necessario possa manifestarsi pienamente, a beneficio di tutta la società. 
Con questi auspici, uniti a sentimenti di riconoscenza, rinnovo il mio plauso per avere promosso e organizzato la presente Conferenza su un tema così importante e urgente. Assicuro a tutti voi un particolare ricordo nella preghiera per la fruttuosa riuscita dei lavori e, nel chiedere un ricordo al Signore anche per me ed il mio ministero, di cuore invio una speciale Benedizione Apostolica. 
Dal Vaticano, 22 maggio 2015 
FRANCISCUS 
Inglese
To His Eminence Cardinal Peter Kodwo Appiah Turkson 
President of the Pontifical Council for Justice and Peace 
Your Eminence, 
I offer cordial greetings and encouragement to the participants of the Second International Conference on Women, meeting in Rome from 22 to 24 May 2015. This Conference, organized by the Pontifical Council for Justice and Peace, in cooperation with the World Union of Women’s Catholic Organizations and the World Women’s Alliance for Life and Family, has for its theme Women and the Post-2015 Development Agenda: The Challenges of the Sustainable Development Goals?.
I was pleased to learn of this timely initiative, which highlights the concerns of Catholic women’s organizations in the international discussions leading to the drafting of a new Post-2015 Development Agenda at the level of the United Nations. Many women and men wish to contribute to this Agenda, as they work to defend and promote life, and to combat the poverty, the forms of enslavement and the many injustices which women of all ages, and throughout the world, too often experience. 
Women face a variety of challenges and difficulties in various parts of the world. In the West, at times they still experience discrimination in the workplace; they are often forced to choose between work and family; they not infrequently suffer violence in their lives as fiancées, wives, mothers, sisters and grandmothers. In poor and developing countries, women bear the heaviest burdens: it is they who travel many miles in search of water, who too often die in childbirth, who are kidnapped for sexual exploitation or forced into marriages at a young age or against their will. At times they are even denied the right to life simply for being female. All of these problems are reflected in the proposals for the Post-2015 Development Agenda presently being discussed in the United Nations. 
Issues relating to life are intrinsically connected to social questions. When we defend the right to life, we do so in order that each life – from conception to its natural end – may be a dignified life, one free from the scourge of hunger and poverty, of violence and persecution. Pope Benedict XVI, in his encyclical Caritas in Veritate, highlighted how the Church “forcefully maintains this link between life ethics and social ethics, fully aware that a society lacks solid foundations when, on the one hand, it asserts values such as the dignity of the person, justice and peace, but then, on the other hand, radically acts to the contrary by allowing or tolerating a variety of ways in which human life is devalued and violated, especially where it is weak or marginalized” (No. 15). 
I encourage you, who are engaged in defending the dignity of women and promoting their rights, to allow yourselves to be constantly guided by the spirit of humanity and compassion in the service of your neighbour. May your work be marked first and foremost by professional competence, without self-interest or superficial activism, but with generous dedication. In this way you will manifest the countless God-given gifts which women have to offer, encouraging others to promote sensitivity, understanding and dialogue in settling conflicts big and small, in healing 
wounds, in nurturing all life at every level of society, and in embodying the mercy and tenderness which bring reconciliation and unity to our world. All this is part of that “feminine genius” of which our society stands in such great need. 
With renewed gratitude for your work, I send cordial good wishes for the Conference that you have organized and whose theme is so urgent. I pray for all of you, and I ask you to pray for me and my intentions. To you and your loved ones, I willingly impart my Apostolic Blessing. 
From the Vatican, 22 May 2015 
FRANCISCUS