sabato 31 gennaio 2015

Il diavolo vuole convincere l'uomo dell’assurdità dei progetti di Dio...

Berlicche Lewis opere crudeltà spirituale quotidiano bussiosi La Croce

Sapete che Dio non disprezza il dubbio?

Berlicche e la prima delle sette opere di crudeltà spirituale: Consigliare i dubbiosi

di Antonio Benvenuti

Colleghi demoni, diavoli, tormentatori e incubi. Ho deciso di pubblicare, per vostra corale domanda, una serie di considerazioni che vengono dalla mia plurimillenaria esperienza di tentatore nel mondo degli esseri umani. Già in passato le mie esperienze hanno avuto veste letteraria, e causato innumerevoli tentativi di imitazione. Ma nel rassicurarvi con tutta la mia onestà di arcidiavolo sull’autenticità di quanto state per leggere, vi ammonisco: prendete sul serio le mie parole.

Spesso il confine tra condurre un’anima a condividere per l’eternità la nostra tavolta e invece vederla involarsi dal Nemico che sta lassù è sottilissimo. Tra l’essere una portata al nostro eterno pranzo ed essere fuori dalla nostra portata il passo è breve. Quiandi, attenti e pronti. Ne va della dannazione.

La traccia che intendo seguire è l’elenco di quelle che tra gli umani devoti al Nemico sono note come “Sette opere di misericordia spirituale”. Capisco il vostro senso di disgusto e repulsione. Ma tutto ciò che ha un verso può essere rovesciato. Eccovi, quindi, le Sette opere di crudetà spirituale.

Recto: 1- Consigliare i dubbiosi

Prima di tutto sgomberiamo dal campo un equivoco: non è vero che il Nemico che sta lassù disprezzi il dubbio.
Al contrario: lo provoca continuamente, si direbbe quasi che lo esige.

Pensate a quando ha mandato il suo Figlio qui da noi. Nostro Padre Infernale lo aveva consigliato correttamente: se proprio vuoi farlo, aveva detto al Nemico, fallo per bene. Fallo nascere dove tutti possano vederlo, figlio di un Imperatore e della più bella umana che riesci a creare. Accompagna la sua nascita con prodigi tali che nessuno possa dubitare che ci sei tu in mezzo. E se qualcuno ancora fosse incerto dopo tutto questo, bene, i fulmini sono fatti apposta no? E cosa ti servono le tue legioni di angeli, allora?

Niente. Non ha voluto ascoltare ragioni.

Lo ha fatto venire al mondo nella più sfortunata periferia della Terra, in una stamberga, da due oscuri sempliciotti locali. Ditemi, allora: questo non fa forse venire dei dubbi su chi fosse realmente?

Ma tale Padre, tale Figlio. Noi siamo stati perfettamente onesti con lui. Nel deserto, gli abbiamo offerto massima visibilità. Il comando su tutti i regni della Terra. Nessuno avrebbe avuto dubbi: lui era il Messia. Pensate abbia accettato? Macché! Ha preferito andare avanti a guarire quattro storpi e due ciechi.

Da tutto questo, cari compagni, potete capire che al nostro Nemico il dubbio non dispiace poi tanto. Sembra anzi che cerchi di provocarlo. Ma, demoni miei, qui sta la differenza con noi.

Perché vedete, quello a cui tiene è che l’essere umano quel dubbio poi lo sciolga. Lo spinge a farsi le domande, e poi risponde. Conta sul fatto che il dubbioso usi la ragione per uscire dalla sua incertezza e arrivare a lui.

Questa è la vera differenza tra il Nemico e noi. Noi non sopportiamo le scelte, quella cosa chiamata libertà. La libertà che piace a noi è quella del suicida: una libertà che mette fine a tutte le libertà. A noi non va chi si fa domande.

Come si fa ad impedire le domande? Si nega che ci possa essere una risposta. Per questo possiamo contare proprio su quel dubbio che sembra piacere tanto al Nemico, dipingendolo come fine e non come mezzo.

Per confermare i dubbiosi il Nemico si fa forte della realtà, dell’evidenza, della verità. Sono ormai anni che la nostra strategia principale è proprio questa: negare la realtà, distruggere l’evidenza, assicurare che la verità non si può conoscere.

Il tentatore esperto sa bene come si fa. Anche se ogni giorno l’umano respira bellezza e vita si può fargli credere che il mondo in cui vive è brutto e colmo solo di morte. La menzogna di uno diventa quella di tutti. La diffidenza è nostra amica.

Il dubbio può rendere la vita di un uomo così simile all’Inferno che quando scenderà da noi respirerà di sollievo.

Che i cristiani abbiano torto: solo su questo non si deve tentennare. Tutto deve essere reso incerto, per i nostri protetti, salvo la certezza del dubbio.

Ci abbiamo messo secoli, ma ormai gli uomini di sicurezze non ne hanno più alcuna. Grazie alla nostra opera non sono neanche convinti del loro stesso sesso, o del fatto che un bambino nasca da un uomo e una donna. Cosa c’è di più evidente? Eppure dubitano anche di questo. La mamma è certa? Ormai neanche quella. Se pure questo hanno smarrito, non riusciranno a raggiungere certezze assai più profonde.

Siamo ragionevolmente certi che, se il crocefisso tornasse, i tommasi moderni non perderebbero la loro incredulità neanche mettendo tutto il braccio nei buchi dei chiodi.

Ormai abbiamo fatto breccia pure tra gli agenti del Nemico, quelli che la domenica dovrebbero predicare le certezze della fede e consigliare i dubbiosi. Un’omelia che declini il dubbio che tutte le religioni siano in fondo uguali, che tutte abbiano fallito, vale più di diecimila atti impuri per distruggere la residua fede del popolo.

Confermare i fratelli è fuori moda. Confidiamo che resti tale.

Uno dei migliori risultati della nostra propaganda è proprio fare credere che la misericordia sia solo quella materiale. Che nessuno abbia il diritto di dire a qualcuno che sbaglia, che vive male, che le sue convinzioni sono errate. E’ curioso vedere come non ci arrivino, neanche dopo avere verificato che non basta essere ricchi per essere felici. Anzi.

Cosa vi dicevo sul negare la realtà?

Se i pastori del Nemico si occupano solo più del corpo, facciano pure: basta che l’anima la lascino a noi.

Alcuni di voi potranno obiettare che l’anima ondivaga, al palato, vale molto meno del sano peccatore che bestemmia il Nemico con ineffabile convinzione. Posso essere d’accordo per il gusto, invero scipito, ma dovete ammettere una cosa: con questa strategia il cibo non ci manca assolutamente. Poca qualità, ma volete mettere la quantità?

Quindi ecco la versione infernale di quelle opere di misericordia spirituale di cui dicevamo all’inizio:

Verso: 1- Consigliare il dubbio


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Berlicche Lewis opere crudeltà spirituale quotidiano bussiosi La Croce

La seconda delle 7 opere di crudeltà spirituale: insegnare a chi non sa


Cari compagni diavoli, demoni e larve infernali,

siamo oggi al secondo passo nel sovvertimento di quelle che il Nemico chiama opere di misericordia spirituali. Oggi prenderemo in esame, per rovesciarla, la seconda di esse:

Recto – “Insegnare a chi non sa”.

Anche voi, tentatori miei, siete perplessi?

E’ difficile da capire, ma sembra proprio che il Nemico voglia che gli umani imparino.

Vi domanderete, ma per quale motivo? Delle menti deboli come le loro come possono comprendere come è fatto l’Universo? E poi perché questa conoscenza deve essere disponibile a tutti, e non solo ai meritevoli? Perché non farne un segreto, da passare a chi ne è degno?

E’ proprio per argomenti come questo che Nostro Padre che sta quaggiù ha deciso di allontanarsi dal Creatore. Dove sta il vantaggio nell’essere potentissimi esseri angelici se poi si permette a delle creature infime come gli uomini di conoscere argomenti che solo menti superiori come le nostre possono apprezzare?

In effetti quella del Nemico sembra essere una vera e propria perversione. Invece di scegliere i migliori per rivelare i suoi progetti, i veri sapienti, va a cercare gli ignoranti, i disadattati, i relitti.

I nostri studiosi sono giunti ad una conclusione: il Nemico sa che i suoi disegni sono folli, e va a prendere coloro che non sono in grado di criticarli.

Il nostro dovere di diavoli diventa illustrare agli uomini l’assurdità dei progetti di lassù. Sono le intelligenze che conoscono poco ma credono di sapere tutto quelle che ci è più facile convincere. Pensano di sapere già, e orgogliosamente non si preoccupano di imparare quanto non rientra in quello che sanno. Anzi, lo disprezzano.

Capite allora l’importanza per quelli di lassù di “insegnare a chi non sa”. Sono convinti che se gli umani apprendessero le opere del Creatore giungerebbero a conoscerlo meglio e amarlo di più. E questo a noi non va.

Le succulente anime umane non devono rendersi conto davvero di quanto è concesso loro. Solo così saranno nostre. Il modo migliore è agire alla radice: che non si accorgano di non sapere. Fare sì che non si facciano domande, che non chiedano perché.

Se il sole e la luna sono divinità, nessuno si piglierà la briga di misurarli. Se la verità non esiste allora è inutile cercarla. Se la realtà è illusoria non vale la pena darsi da fare per conoscerla. Se poi fosse l’arbitraria costruzione di un dio capriccioso perché prendersi il disturbo di studiarla, dato che lo stesso dio potrebbe cambiarla a piacimento?

Ma un Nemico che ha fatto un cosmo ragionevole, e l’ha dato agli uomini perché lo capissero e l’usassero…è un invito ad adoperare quel cervello che noi preferiremmo rimanesse il meno usato possibile.

Ecco preparato il terreno di scontro tra noi e il Cielo. Oh, vorrei che voi menti limitate riusciste a capire lo sforzo fatto da noi arcidiavoli per tenere nell’ignoranza il genere umano! Una battaglia ancora aperta ma che, posso dirlo con giusto orgoglio, stiamo vincendo. Non ritengo opportuno svelarvi tutte le nostre strategie, ma credo che qualche accenno sarà d’aiuto.
E’ una lotta dura. Abbiamo mandato i barbari a bruciare biblioteche e loro i monaci a riscriverle. Hanno abbinato le scuole alle chiese, e noi le abbiamo rese statali. Loro hanno inventato le università: noi i baroni universitari.

Società segrete, religioni gnostiche, best-seller complottisti sono tutti metodi che usiamo per travestire l’ignoranza da conoscenza. L’essere umano ha la tendenza a credere molto di più a ciò che gli viene sussurrato all’orecchio che a quello rivelatogli apertamente.

Più è assurda e sciocca la menzogna suggerita, più l’umano si convincerà di essere a parte di misteri esclusivi. Il nostro capolavoro è stata la scienza. Tutta invenzione del Nemico, glielo concediamo. Ma non immaginava come l’avremmo usata.

La scienza spiega la bellezza del creato? E noi diciamo che quel creato non c’entra con il suo creatore. Che chi sa non ha bisogno di credere. Scienza contro fede.

Come se davvero gli umani sapessero tutto! Che siamo riusciti a far credere questo, contro ogni evidenza, testimonia l’assoluta imbecillità del genere umano. Come abbiamo fatto ad ottenere un risultato tanto eclatante?

E’ un metodo semplice. Prendo una scoperta scientifica – ma qualsiasi panzana va benissimo – e sostengo che neghi qualche aspetto del cristianesimo. Voilà! E’ guerra.

I nostri partigiani credono che la scienza sia contro la fede. I fedeli che la fede sia contro la scienza.

Gli uni pensano di sapere già tutto. Gli altri che niente del loro possa essere messo in discussione, rivisto, capito meglio. Capissero di non sapere, e lavorassero insieme per conoscere, allora sì che saremmo fregati.

Può accadere, badate bene. Quanti scienziati cristiani! Quante scoperte fatte da coloro che ci sono sfuggiti! Ma, ancora una volta, l’importante è passarlo sotto silenzio. A questo ci pensa il nostro Ministero della Propaganda. Ci pensate voi, cari amici tentatori, a nascondere la scomoda verità, parlando di tutto tranne di ciò che è importante.

Spero abbiate capito. E’ sbagliato pensare che basti istruire un ragazzo perché diventi ateo e quindi cibo per noi. Questo è il genere di bufala che siamo noi a propagandare: evitiamo di finire nella nostra stessa rete. Ci piace l’istruzione solo se decidiamo noi cosa insegnare.

Questa è la nostra battaglia. A chi vuole sapere, raccontate solo ciò che ci fa comodo, e rendetelo orgoglioso delle inutilità che apprende. Tutti gli altri devono essere dissuasi dal farsi domande: al posto delle risposte, date loro informazioni. Un tempo era più complicato: oggi basta piazzarli davanti ad un televisore o certi giornali.

Riassumendo, cari diavoletti miei, la nostra seconda opera di crudeltà spirituale può essere riscritta nella seguente maniera.

Verso: Insegna a credere di sapere

sources: LA CROCE - QUOTIDIANO