venerdì 19 dicembre 2014

Senza più valori

Il patriarca di Mosca e la crisi nel mondo occidentale. 


La quasi totale scomparsa dei valori religiosi dalla sfera pubblica dei Paesi occidentali; i rapporti degli ortodossi con cattolici, protestanti e musulmani; il problema della cristianofobia e dell’islamofobia; il timore per la forza distruttrice del cosiddetto “Stato islamico” nel Vicino oriente. Sono alcuni degli argomenti affrontati dal patriarca di Mosca, Cirillo, durante l’incontro avuto nei giorni scorsi nella capitale russa con Mehmet Görmez, responsabile in Turchia della Direzione degli affari religiosi.

Un incontro che è servito per fare il punto delle relazioni tra Chiesa ortodossa russa e musulmani turchi, rafforzatesi a partire dal 2011 con la formazione di uno specifico gruppo di lavoro per il dialogo, incaricato specialmente di approfondire i temi dei pellegrinaggi, del turismo religioso e degli scambi di studenti. Cirillo ha proposto a Görmez di riunire con più regolarità il gruppo e di allargare il ventaglio delle questioni all’ordine del giorno.
«Sarebbe bene — ha detto il patriarca di Mosca — che specialisti dei nostri due Paesi partecipino ai lavori perché è molto importante riflettere insieme su ciò che accade alla civiltà umana. È evidente che la civiltà occidentale, la cultura occidentale contemporanea hanno perduto ogni legame con la religione e che non si può più parlare del mondo occidentale come di un mondo cristiano. I valori religiosi sono praticamente scomparsi dalla sfera pubblica. Sono state adottate leggi in contraddizione con i comandamenti divini e contro la morale tradizionale. Credo che bisogna parlare insieme di questi temi e reagire davanti a ciò che non corrisponde alle nostre convinzioni religiose». Il primate della Chiesa ortodossa russa ha poi spiegato al responsabile turco che il riflusso di norme sulla morale religiosa che si è prodotto, sotto la pressione di forze laiciste, in un numero considerevole di comunità protestanti occidentali, ha avuto ripercussioni negative sui rapporti bilaterali tra queste ultime e gli ortodossi russi.
Per quanto riguarda le relazioni con i cattolici — si legge in una sintesi dell’incontro diffusa sul sito del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del patriarcato di Mosca — essi «sono restati fedeli alla tradizione biblica ma è sempre più difficile per loro far sentire la propria opinione ad alta voce». Per il resto «ci sforziamo di sostenere al massimo la Chiesa cattolica» e «riteniamo necessario sviluppare e approfondire il dialogo con essa su tutte queste questioni».
Con Mehmet Görmez, il primate ortodosso ha ovviamente affrontato le relazioni con il mondo musulmano e con le altre identità religiose che restano saldamente legate ai principi della morale data da Dio, invitando il gruppo di lavoro comune a studiare «un largo spettro di problemi relativi allo sviluppo della civiltà contemporanea». Cirillo non ha nascosto l’inquietudine per il fenomeno della cristianofobia nel Vicino oriente («Siamo molto allarmati per ciò che accade in territori come l’Iraq, la Siria e altri dove i ribelli sterminano i cristiani») e per la sorte del vescovo greco-ortodosso di Aleppo, Paul Yazigi, e del vescovo siro-ortodosso Gregorios Yohanna Ibrahim, rapiti nell’aprile 2013 e dei quali non si hanno più notizie.
Secondo il patriarca di Mosca, il problema della cristianofobia tocca anche, attualmente, i Paesi occidentali: «Vi sono numerosi esempi di discriminazione di persone che testimoniano apertamente la loro appartenenza alla religione cristiana». Sarebbe utile analizzarlo insieme al fenomeno dell’islamofobia, attraverso situazioni concrete, poiché si tratta — ha ricordato Cirillo — di questioni da mettere sullo stesso piano. Ma su tutto incombe «la condotta di forze musulmane armate radicali le cui esecuzioni pubbliche provocano una demonizzazione dell’islam agli occhi dell’opinione pubblica mondiale».
L'Osservatore Romano