venerdì 5 dicembre 2014

Chi perseguita i cristiani tradisce l'islam



Summit cristiano-musulmano, Tauran: dialogo contro la guerra

Prevenire i conflitti educando al dialogo interreligioso, costruire una rete di cooperazione istituzionale tra cristiani e musulmani e condannare l’uso della religione per legittimare azioni ingiuste. Questo l’impegno del terzo Summit cristiano-musulmano che si è chiuso ieri a Roma, alla presenza di numerosi leader religiosi e studiosi cattolici, anglicani, sunniti e sciiti. Sull’importanza di questa iniziativa, il commento del cardinale Jean-Luois Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso:
R. – On est passé de la rencontre au dialogue, nous avons dialogué par des années. Maintenant, il faut...
Siamo passati dall’incontro al dialogo: abbiamo coltivato il dialogo per anni. Ora bisogna camminare insieme e realizzare qualcosa insieme. In questa occasione specifica, abbiamo proposto iniziative molto concrete.
D. – Si è discusso su molti punti e si è posto l’accento sull’importanza delle donne e dell’educazione nel dialogo interreligioso…
R. – Oui, les femmes, évidemment, déjà ont leur place dans le dialogue interreligieux: il y a beaucoup …
Sì: le donne, chiaramente, già hanno il loro posto nel dialogo interreligioso: ci sono molte donne che sono pastori protestanti e ci sono donne religiose, anche nella Chiesa cattolica … Quello che è importante è l’educazione: è fondamentale perché comporta la trasmissione dei valori. Quello che continuo a ripetere è che nel mondo nel quale viviamo c’è una crisi della cultura che comporta la rottura della trasmissione dei valori. E così oggi i giovani sono eredi senza eredità e costruttori senza modelli …
D. – Il prossimo appuntamento sarà a Teheran, nel 2016. Cosa ci si può aspettare nell’immediato futuro?
R. – Il faut voir comme la situation internationale aura évolué. L’Iran est un grand pays …
Bisognerà vedere come si sarà evoluta la situazione internazionale. L’Iran è un grande Paese, e non si potrà fare la pace in Medio Oriente senza l’Iran. Sono stato in Iran la settimana scorsa, e ho visto un Paese che se avesse la possibilità di svilupparsi, se non ci fosse più l’embargo, certamente sarebbe un Paese particolarmente attivo, dal punto di vista economico. Credo quindi che sia necessario aspettare, perché è difficile fare delle previsioni …
D. – Questo summit prende una strada importante anche in considerazione del viaggio del Papa in Turchia; lo stesso messaggio che il Papa ha mandato a voi, in occasione di questo vertice, continua a parlare di pace, perché egli afferma che il dialogo è la via per la pace …
R. – Plus la situation est difficile, plus le dialogue s’impose. Il n’y a pas une troisième voix : …
Più la situazione è difficile, più il dialogo s’impone. Non c’è una terza via: la guerra o la pace. Quindi, è necessario imparare a vivere insieme.
Tra gli studiosi presenti al summit anche Sharzad Houshmand Zadeh, docente di Studi Islamici all’Università Gregoriana di Roma. 
R. -  E' stata una grande testimonianza che la collaborazione piena e reale è possibile. Eravamo quattro gruppi ed avevamo quattro tavoli distinti, ma vicini. Si è sperimentata un’armonia ed una reale collaborazione sia all’interno dei gruppi che tra i diversi gruppi.
D. - Due accenti sono stati posti: uno sull’educazione e uno sulla funzione delle donne …
R. - Insistere su una buona educazione, far amare l’altro non come il diverso da temere ma come il diverso da conoscere, da condividere per ricostruire insieme una nuova società basata sulla fratellanza e sull’umanità. Per quanto riguarda il secondo accento, anche qui abbiamo rimesso in evidenza come le vittime della violenza siano le donne ed i bambini. Abbiamo alzato la voce contro ogni forma di violenza in nome della religione, dell’egoismo, del denaro per dare più voce alle donne anche all’interno delle conferenze religiose. Come ha detto il cardinale Tauran: “La donna ha un carisma dell’accoglienza”. Quindi più presenza alle donne per dare più accoglienza a questo messaggio di fratellanza e pace nel mondo.
Radio Vaticana
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ASIA/SIRIA - Il Patriarca melchita Grégoire III: la Conferenza di al Azhar è un “evento fondamentale”. L'ideologia islamista fa male sia ai cristiani che ai musulmani

Damasco (Agenzia Fides) – La conferenza tenutasi all''Università di al Azhar “rappresenta un evento fondamentale, perchè finora non c'era mai stato un pronunciamento di tale livello contro l'estremismo e il terrorismo di marca islamista espresso da una istituzione così autorevole del mondo islamico”. Così il Patriarca di Antiochia dei greco-melchiti Grégoire III commenta l'esito della Conferenza internazionale sul terrorismo e l'estremismo organizzata il 3 e 4 dicembre dall'Università cairota, considerata la più autorevole istituzione teologica dell'islam sunnita. Il Primate della Chiesa melchita è stato l'unico Patriarca non residente in Egitto che ha partecipato alla conferenza, insieme a circa 700 convegnisti, in stragrande maggioranza musulmani, provenienti da 120 Paesi. “L'intento della Conferenza” spiega il Patriarca all'Agenzia Fides “era quello di esprimere un rifiuto netto dell'ideologia dei gruppi jihadisti, e mostrare come questi gruppi manipolano le parole dell'islam per perseguire un progetto di potere che non ha nulla a che vedere con l'autentica fede islamica”. 
Il Patriarca sottolinea l'importanza dei tanti riferimenti ai cristiani presenti nel documento finale della Conferenza: “L'incontro del Cairo” spiega a Fides S. B. Grégoire “è andato oltre il semplice appello in favore del dialogo islamo-cristiano. Stavolta, l'accento è caduto sulla necessità di resistere insieme a un'ideologia che fa male a tutti, sia cristiani che musulmani”. In questa cornice, tanti interventi e anche il documento di sintesi diffuso alla fine della Conferenza hanno ripetuto l'invito ai cristiani del Medio Oriente a resistere e a non abbandonare le terre dove sono nati. 
A giudizio del Patriarca Grégoire, per concretizzare la prospettiva emersa nella Conferenza di al Azhar sarà utile delineare una strategia comune, attraverso riunioni periodiche tra i capi delle comunità musulmane e cristiane. 
Nel documento conclusivo della Conferenza svoltasi a al-Azhar si legge tra l'altro che “Assalire i cristiani e i credenti di altre religioni per falsa religiosità rappresenta un tradimento degli autentici insegnamenti dell'islam”. Il testo condanna come criminale ogni azione tesa a costringere all'esodo forzato i cristiani che vivono nella aree controllate da gruppi di militanti islamisti. (GV) (Agenzia Fides 5/12/2014).


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Conferenza di al Azhar: chi perseguita i cristiani tradisce l'islam

Il Cairo (Agenzia Fides) - “Assalire i cristiani e i credenti di altre religioni per falsa religiosità rappresenta un tradimento degli autentici insegnamenti dell'islam”. Così si legge nel documento di sintesi pubblicato a conclusione della Conferenza su estremismo e terrorismo, organizzata il 3 e 4 dicembre dall'Università di al-Azhar. Al convegno internazionale, organizzato presso l'Università cairota – considerata il più importante centro teologico dell'islam sunnita – per riflettere sulla controversa questione del rapporto tra mondo islamico ed estremismo a tinte islamiste, hanno preso parte 700 studiosi e rappresentanti di istituzioni politiche, sociali e religiose – compresi alcuni leader di comunità cristiane d'Oriente - provenienti da 120 Paesi (vedi Fides 3/12/2014 e 4/12/2014). 
Nel testo finale, articolato in 10 punti, sono molteplici i riferimenti specifici ai cristiani del Medio Oriente e alle sofferenze a loro inflitte dai gruppi di marca jihadista. Cristiani e musulmani – sottolinea il testo al punto 3 - hanno vissuto in armonia nel Medio Oriente per molti secoli, e continueranno a farlo. Il documento conclusivo della Conferenza condanna come criminale ogni azione tesa a costringere all'esodo forzato i cristiani che vivono nelle aree controllate da gruppi di militanti islamisti. “Noi - si legge inoltre nel testo, pervenuto all'Agenzia Fides - incoraggiamo i cristiani a rimanere radicati nelle loro terre d'origine, e a resistere a questa ondata di terrorismo che tutti noi stiamo soffrendo”. 
Nel documento i gruppi jihadisti, come lo Stato Islamico (IS) e al Nusra, vengono condannati senza appello, come realtà “che non hanno nulla a che fare con l'islam”. “Terrorizzare chi è inerme, uccidere l'innocente, assaltare le proprietà e i luoghi sacri - si legge nel testo - sono crimini contro l'umanità che l'islam condanna senza eccezioni”. Il Grande Imam di al Azhar, Ahmed al Tayyeb, che aveva tenuto l'intervento inaugurale della conferenza – subito seguito da quello del Patriarca copto ortodosso Tawadros II - ha denunciato anche manovre concepite in Occidente che “mirano a giocare con le tensioni settarie e etniche” per destabilizzare l'area mediorientale. (GV) (Agenzia Fides 5/12/2014).


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Sala stampa della Santa Sede
The Christian-Muslim Summit is a gathering of Christian (Catholics and Anglican Episcopal) and Muslim (Sunni and Shia) Religious Leaders and Scholars from around the world who come together for purposes of fostering interreligious and intercultural relationships and to address issues of conflict, in particular between the followers of both religions. (...)

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Centrafrica in guerra, i profughi pregano per «cristiani e islamici»
Vatican Insider

(Roberto Travan) «Pace a tutti! Un anno fa, in seguito agli scontri scoppiati nei quartieri di Bangui, migliaia di profughi hanno trovato rifugio nel nostro convento. Molti di loro – circa quattromila – sono ancora qui. Attualmente la situazione è un po’ più tranquilla, anche se sempre molto precaria. Per questa ragione il 5 dicembre celebreremo una santa Messa con tutti i nostri profughi» (...)