martedì 25 novembre 2014

Vino nuovo in otri nuovi



Vita Consacrata. Mons. Carballo: carismi sono vivi, vanno inculturati

Ha per titolo “Vino nuovo in otri nuovi” la Plenaria della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata, che si è aperta oggi in Vaticano e in programma fino a sabato prossimo. L’incontro si tiene in vista dell’apertura dell’Anno della Vita Consacrata, fissato per domenica 30 novembre, e su questa fase speciale che la Chiesa si appresta a vivere. L’arcivescovo José Rodriguez Carballo:
R. – Gratitudine, passione, speranza, Vangelo e profezia: saranno le cinque parole che guideranno la riflessione lungo l’Anno della Vita Consacrata, perché pensiamo che queste cinque parole sintetizzino gli aspetti fondamentali e fondanti della Vita Consacrata.
D. – Eccellenza, come si collegano queste cinque parole, questi cinque pilastri, con le periferie dove Papa Francesco esorta e sprona chiunque ad andare?
R. – Il Vangelo ci parla della centralità di Cristo e Papa Francesco insiste costantemente che nella misura in cui uno si incontra con Cristo, esce, va all’incontro con gli altri. E la Chiesa in uscita è la Vita Consacrata in uscita. Dall’altra parte, quando uno si incontra con Cristo, non può fare a meno di fare memoria grata della propria storia, non può fare a meno di vivere il presente con passione, non può fare a meno di abbracciare il futuro con speranza e non può fare a meno che la sua vita diventi veramente profezia. Quindi, tutte partono dal Vangelo. Poi, si deve considerare che il Vangelo è la regola suprema di ogni vita consacrata e quindi deve stare sempre al centro. Da questo centro, tutto il resto è conseguenza.
D. – Un’altra questione, sollevata da Papa Francesco con i religiosi, è quella – come ha detto in occasione di un suo primo incontro con il mondo dei consacrati – di ripensare l’“inculturazione dei carismi”. E’ un’altra sfida dell’Anno della Vita Consacrata…
R. – I carismi sono sempre vivi. Il carisma è un dono dello Spirito alla Chiesa e al mondo, quindi è sempre un dono vivo, un dono che deve parlare oggi come ha parlato ieri, quando il Signore attraverso i fondatori lo ha dato alla Chiesa. Quindi, è necessaria una inculturazione del carisma affinché questo venga capito e letto nelle circostanze attuali della vita della Chiesa, del mondo e della vita di ogni uomo e donna.
D. – Papa Francesco sta mostrando, in particolare con i suoi viaggi apostolici, una grande predilezione per le Chiese ad Oriente. E Oriente vuol dire sia terre di spiritualità antichissima e profonda, ma anche, purtroppo, di minoranze perseguitate. Qual è la vostra visione come dicastero?
R. – Noi siamo convinti che la vita consacrata abbia una grande importanza in questo incontro tra Occidente e Oriente. Infatti, noi nel mese di gennaio promuoviamo una delle attività del dicastero, che prevede l’incontro sia del monachesimo orientale con la vita consacrata della Chiesa cattolica, sia anche l’incontro con la vita consacrata così come viene vissuta oggi nella Chiesa protestante. Quindi, noi pensiamo che la vita consacrata possa giocare un ruolo di ponte e di comunione tra questi due mondi per contribuire anche non soltanto all’ecumenismo, ma anche al dialogo, alla pace e alla concordia in queste zone provate dalla violenza e dalla guerra.
Radio Vaticana