mercoledì 12 novembre 2014

L'angelo del surf



L'arcidiocesi di Rio de Janeiro (Brasile) ha informato che il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, ha concesso il nihil obstat – l'autorizzazione formale che segnala che non esiste alcun impedimento – per avviare la causa di beatificazione del seminarista Guido Schäffer, noto come l'“angelo surfista”.

Ora, indica l'arcidiocesi, si insedierà un tribunale per dare inizio ai lavori. Nel maggio di quest'anno l'arcivescovado di Rio ha chiesto il suddetto nulla osta e ha inviato vari documenti sulla vita del seminarista per “provare che ha vissuto in base agli insegnamenti della Chiesa”.

Guido Schäffer è morto annegato il 1° maggio 2009 all'età di 34 anni, mentre faceva surf sulla spiaggia di Barra da Tijuca, a Rio de Janeiro. Sarebbe stato ordinato sacerdote solo poche settimane dopo.

Malgrado la sua morte inaspettata, il giovane Guido è ricordato con grande affetto dai suoi formatori e dai seminaristi del Seminario São José, dove ha studiato teologia.

La sua storia, segnala l'arcidiocesi di Rio, “ispira sempre di più altri giovani a seguire il cammino della santità senza smettere di vivere tutte le esperienze della gioventù”.

Il cosiddetto “angelo surfista” ha lasciato un segno tra i più bisognosi per via del lavoro che svolgeva con gli indigenti insieme alle suore Missionarie della Carità, la congregazione fondata dalla beata Teresa di Calcutta.

“Lavorava nella Santa Casa della Misericordia e desiderava vivere lì una volta ordinato sacerdote. Era figlio di medici, aveva una buona situazione finanziaria ma non era attaccato alle cose materiali. Si dedicava molto agli altri ed era un uomo di grande fede, appassionato della parola di Dio”, ha segnalato a maggio padre Roberto Lopes, Vicario Episcopale per le Cause dei Santi.

“Il giorno delle sue esequie, la chiesa di Nossa Senhora de Copacabana era gremita di vescovi, sacerdoti e persone che hanno manifestato come fosse un giovane diverso e amasse profondamente Dio”, ha indicato il sacerdote.

Il Vicario ha anche ricordato che durante la Giornata Mondiale della Gioventù celebrata a Rio nell'agosto 2013 molte persone hanno visitato la mostra organizzata sulla vita di questo ragazzo.

“È stata impressionante la quantità di persone che hanno visitato la mostra, e ancora oggi molti cercano informazioni e gli attribuiscono grazie ottenute per sua intercessione. La vita di Guido sorprende”, ha concluso il presbitero.


Per ulteriori informazioni, www.guidoschaffer.com.brwww.facebook.com/GuidoVidalFrancaSchaffer,
http://www.aleteia.org/es/estilo-de-vida/noticias/un-surfista-brasileno-futuro-santo-2754001




[Traduzione a cura di Roberta Sciamplicotti]
sources: ACIPRENSA

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Una lettera sulla Vita

Adriano Celentano scrive a Stefano Cucchi

Sul sito di Adriano Celentano, qualche giorno fa è apparsa questa lettera indirizzata a Stefano Cucchi, morto in circostanze assai misteriose mentre era in custodia delle forze dell'ordine nel 2009.Una sentenza, quella che ha assolto guardie e medici, da molti sentita come ingiusta e che ha stimolato queste poche righe del "molleggiato", cariche di speranza e di affetto per un ragazzo a cui facilmente accostiamo un verso di un altro grande della canzone (forse poesia...) italiana, Fabrizio De André: "Non mi uccise la morte, ma due guardie bigotte / mi cercaron l'anima a forza di botte"...


Ciao Stefano!

Hai capito adesso in che mondo vivevi? Certo dove sei ora è tutta un’altra cosa. L’aria che respiri ha finalmente un sapore. Quel sapore di aria pura che non ha niente a che vedere con quella maleodorante che respiravi qui sulla terra. Lì, dove sei adesso, c’è la LUCE, la LUCE vera!!! Che non è quella flebile e malata di quei giudici “ignavi” che, come diceva Dante, sono anime senza lode e senza infamia e proprio perchè non si schierano nè dalla parte del bene e nè da quella del male sono i piu’ pericolosi, e giustamente il Poeta li condanna. Ma adesso dove sei tu è tutto diverso. Lì si respira l’AMORE del “Padre che perdona” e non di chi ti ha picchiato e massacrato fino a farti morire. Sei finalmente libero di amare e scorrazzare fra le bellezze del Creato, senza piu’ il timore che qualche guardia carceraria ti rincorra per ucciderti. Perchè dove sei tu non si può morire. La morte non è che un privilegio dei comuni mortali e quindi proibito a chi non ha la fortuna di nascere. Un privilegio dell’ANIMA che, se non la uccidiamo del tutto, ci riconduce alla Vita ETERNA


Qui l'originale