venerdì 17 ottobre 2014

Sorella morte corporale. La scienza e l’aldilà


di Massimo Pelliconi
Nella mia biblioteca ci sono dei libri che ho iniziato a leggere e poi ho abbandonato. Ce ne sono altri che ho letto per intero, ma con fatica o comunque senza particolare entusiasmo. Altri, che ho apprezzato e sottolineato. Ve ne sono infine alcuni, un numero piuttosto esiguo, purtroppo, che ho divorato. Che ho iniziato a leggere di giorno e ho continuato lungo la notte. Libri saporosi, densi di saggezza e di vita. Testi rari, posti con cura e a malincuore nello scaffale, perché avrei voluto durassero ancora. Tra questi, si trova anche il volume
dell’amico Francesco Agnoli.
Sorella morte corporale in realtà, è un libro che parla della vita. E la racconta proprio prendendo in esame il momento più importante, quello che ricordiamo sempre nella preghiera dell’Ave Maria: l’ora della nostra morte, appunto. L’istante in cui passeremo attraverso l’oscurità, quando l’attività del nostro cervello cesserà e il mistero potrà definitivamente svelarsi.
Esaminando in modo rigoroso le esperienze di pre-morte (NDE), Agnoli conduce il lettore a riflettere su dei fatti. Persone che raccontano cose che non avrebbero mai potuto sapere se fossero rimaste dentro il loro corpo, agganciate al loro cervello.
Il grande matematico Gödel ne era convinto quando scriveva che «è un pregiudizio del nostro tempo che sarà confutato scientificamente» l’idea secondo cui «non esiste una mente separata dalla materia». Il cervello, in effetti, è un organo materiale, ma vi è una realtà della persona che appartiene alla dimensione spirituale. L’anima, trascende la complessità sinaptica corticale perché è qualitativamente altro. Tra l’io e il suo cervello vi è una misteriosa interazione, non una coincidenza. Vi è “comunicazione”, non identità. Anche il neuroscienziato John Eccles, premio Nobel per la Medicina, stigmatizzava come «superstizione» quella convinzione «di poter spiegare tutto il mondo spirituale in termini di schemi di attività neuronale».
Chi ha vissuto un’esperienza di pre-morte la descrive come ineffabile, fuori dal corpo e dal tempo, segnata da un incontro con una luce personale, da una conoscenza intuitiva e immediata, avvolta da un amore infinito ed eterno. È allora che «al morente è chiaro di essere giudicato, o di essere aiutato a giudicarsi su quanto ha fatto, in bene o in male, su quanto ha saputo, o meno, amare». Per alcuni può tramutarsi anche in una presa di coscienza tremendamente dolorosa, frutto di una esistenza vissuta senza significato. Chi ritorna dalle esperienza di pre-morte spesso cambia vita, perché scopre la verità espressa dal grande mistico san Giovanni della Croce: «Alla sera della vita, saremo giudicati sull’amore».
Agnoli però non si limita a raccontare i fatti. Presenta anche i dati della scienza, le riflessioni della filosofia, e relaziona tutto con l’insegnamento della tradizione della Chiesa.
Il lettore si trova così davanti a un saggio appassionante, condotto in un’avventura entusiasmante, nel cuore dell’esistenza, oltre sorella morte corporale.
FRANCESCO AGNOLI, Sorella morte corporale. La scienza e l’aldilà, La Fontana di Siloe, 2014.