lunedì 27 ottobre 2014

Madre tenera degli orfani



Beatificata in Brasile la scalabriniana Assunta Marchetti. 

«Testimone della carità di Cristo verso i migranti e gli orfani, dei quali è stata “madre” tenera». Così Papa Francesco definisce madre Assunta Marchetti (1871-1948) nella lettera apostolica per la beatificazione della fondatrice scalabriniana. Lo ha ricordato il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle cause dei santi, presiedendo il rito a nome del Pontefice nella cattedrale di San Paolo In Brasile, sabato 25 ottobre.
La religiosa italiana è stata elevata agli onori degli altari nel corso della messa celebrata dal cardinale arcivescovo di São Paulo, Odilo Pedro Scherer. Hanno concelebrato i vescovi ausiliari della diocesi paulista, presuli di molte zone del Brasile e l’arcivescovo di Lucca, terra di origine della beata. All’omelia, commentando il Vangelo delle beatitudini, il porporato brasiliano ha sottolineato che madre Assunta «non solo visse secondo le beatitudini, ma dedicò anche la sua vita intera per il bene del prossimo, testimoniando le beatitudini stesse». 
Da parte sua il cardinale Amato nel messaggio rivolto ai presenti alla fine della celebrazione ha evidenziato come la beata «viveva di fede e di carità». Infatti, «il suo straordinario zelo missionario era nutrito di preghiera continua e di eucaristia quotidiana». Inoltre, «il suo instancabile apostolato era sostenuto da una sconfinata fiducia nella presenza provvidente del Padre Celeste, che, come provvede agli uccelli del cielo, così si prende cura dei tanti suoi figli che, spinti dalla necessità, abbandonano patria e affetti per emigrare in terre lontane in cerca di un avvenire più sereno e più degno».
Il prefetto della Congregazione delle cause dei santi ha ricordato che i bambini recitavano insieme con la beata questa preghiera: «Provvidenza di Dio, provvedeteci voi». È in questo orizzonte missionario che madre Assunta «in Brasile trovò la sua patria spirituale. Nella vostra nobile terra la grazia del Signore la trasformò in madre accogliente e generosa di orfani tristi, malati abbandonati, poveri senza futuro, tutti bisognosi di un tetto e di un piatto di minestra, ma soprattutto di un’accoglienza amorevole e di un sorriso di gioia».
Il cardinale Amato ha poi evidenziato come la carità della madre non fosse «ostentazione, ma servizio umile, sacrificato e paziente. È questa l’eredità che la beata Assunta Marchetti lascia non solo alle sue consorelle, ma a tutti noi. Il suo invito alla carità include l’esortazione all’umiltà, alla povertà, alla gioia».
D’altronde, è proprio sulla carità sconfinata e misericordiosa che «le numerose testimonianze della sua vita santa si soffermano». Nell’orfanotrofio Cristoforo Colombo e in quello di Vila Prudente, ha ricordato il porporato, «il suo cuore materno manifestava l’immensa generosità e bontà del cuore stesso di Gesù. Per molti orfani questo suo amore rimase il ricordo più dolce della loro infanzia, perché avevano trovato in madre Assunta la mamma che avevano perduta». Infatti, era «per lei un vanto amare e servire i piccoli orfani. Una testimone racconta che spesso i bambini giungevano all’orfanotrofio in condizioni pietose» e giungevano «perfino dei neonati, che venivano curati nel “nido”, accanto alla stanza della madre, che — ha concluso il porporato — era sempre pronta ogni volta che un piccolo piangeva».
L'Osservatore Romano