venerdì 6 giugno 2014

La storia può cambiare direzione




Giovanni Paolo II e il 1989. 

Anticipiamo parte dell’intervento introduttivo alla conferenza «La Chiesa nel momento di svolta negli anni 1980-1990 in Europa centro-orientale» che si tiene nel pomeriggio del 6 giugno alla Pontificia Accademia delle scienze. 
(Paul Poupard) Se c’è una lezione fondamentale da trarre dagli avvenimenti dell’Annus mirabilis 1989, è senz’altro che la storia può cambiare direzione sotto l’impulso decisivo di alcuni uomini animati di profonda fede. 
Non è inevitabilmente sottoposta a meccanismi inflessibili, e ci sono dei momenti nei quali l’eroismo della volontà sostenuto dalla preghiera può vittoriosamente opporsi alla presupposta fatalità degli avvenimenti. Come potrei dimenticare ciò che dichiarava Giovanni Paolo II, il 12 gennaio 1990, al Pontificio Consiglio della cultura: «Nel mezzo dei loro fratelli, la resistenza eroica delle comunità cristiane contro il totalitarismo inumano, ha suscitato l’ammirazione. Dei muri sono crollati, delle frontiere aperte, ma grande speranza si è affermata. Da est a ovest, e da nord a sud, la storia in movimento rimette in causa l’ordine che si fondava innanzitutto sulla forza e sulla paura». 
E l’indomani, ricevendo il Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, Papa Wojtyła si espresse con vero lirismo: «Popoli interi hanno sormontato la paura. La sete non reprimibile di libertà ha accelerato le evoluzioni, fatto crollare i muri e aperto le porte: tutto questo ha rivestito l’andamento di un vero sconvolgimento. L’avrete notato senz’altro, il punto di partenza, o il punto di incontro è stato spesso una chiesa. Man mano, delle candele si sono accese, divenendo un vero cammino di luce, come per dire a quelli che durante anni hanno preteso limitare gli orizzonti dell’uomo a questa terra, che egli non può indefinitamente rimare incatenato. Sotto i nostri occhi sembra rinascere un’Europa dello Spirito. Varsavia, Mosca, Budapest, Berlino, Praga, Sofia e Bucarest — per citare unicamente delle capitali — sono divenute come le tappe di un lungo pellegrinaggio verso la libertà (...) Il mirabile negli avvenimenti dei quali siamo stati testimoni è che popoli interi hanno preso la parola: donne, giovani, uomini hanno sormontato la paura».
Come non trovare in queste parole infiammate, la risonanza storica del grido appassionato del Papa, il giorno della sua intronizzazione, sul sagrato della basilica di San Pietro: «Non abbiate paura! Anzi, spalancate le porte a Cristo, alla sua potenza redentrice, aprite le frontiere delle nazioni, i sistemi economici e politici, gli sconfinati campi della cultura (...) Non abbiate paura!».
L'Osservatore Romano