mercoledì 28 maggio 2014

La mia strada è chiara come il sole

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A poco più di due settimane dalla pubblicazione Obbedire è meglio ha già dato grandi soddisfazioni: la testa della classifica di Amazon nei primissimi giorni di uscita, ma anche l’attuale sedicesimo posto nella categoria “varia” della classifica generale italiana, la ristampa di altre 5000 copie dopo la prima tiratura di 8000; le recensioni dell’amico Camillo Langone su Il Giornale, quella graditissima e inaspettata del “mito” Annalena Benini su Il Foglio e quelle ancora più inaspettate da testate come Grazia e Vanity Fair e , prossimamente, di D di Repubblica. Ci hanno fatto particolarmente piacere le bellissime parole di Luisella Saro  e quelle di Paolo Pugni, ma quella che ci piacerebbe eleggere testimonial del mese è Ila che nei giorni scorsi ha commentato sul blog.
Menzione speciale per l’amico sempre più caro e prezioso, Stefano Testa von Bappenheim, che ha mandato a Costanza (Miriano, n.d.r.), questo agnello subito adottato dalle bambine e costretto a dormire sul letto di Lavinia. Povero Obby (abbreviazione di Obbedire), mi sa che non c’entrano, tutti e due…

da un commento di Ila
Cara Costanza, seguo il tuo blog da parecchio.
Non ho mai scritto, ma vorrei raccontarti e ringraziarti per oggi pomeriggio.
Due mesi fa mi sono laureata a milano in una materia scientifica. Mentre tutti i miei compagni praticamente lavorano già, io… organizzo il mio matrimonio! …E nel frattempo l’esame di stato e il trasloco in UK, sì perchè il mio lui lavora lì e lì mi trasferirò.. ragion per cui ancora non avevo iniziato a cercare un lavoro, ammazzando feroci sensi di colpa.
Il mio è uno di quei rarissimi campi in cui ancora ti telefonano a casa per proporti colloqui di lavoro. Due settimane fa per l’appunto mi chiamano e io ho accettato di andare a vedere. Tra me e me pensavo: “massì lo facciamo per fare pratica, per rompere il ghiaccio con questi benedetti colloqui, così quando sarà in Inghilterra almeno avrò una vaga idea di cosa aspettarmi”, eccetera eccetera.
Insomma oggi sono arrivata all’ultimo colloquio con questa azienda e mi avrebbero assunta. Azienda bellissima, persone bellissime (se uno riesce a starti simpatico pure quando ti rivolta come un calzino in un colloquio!), posizione interessante, stipendio che penso di non aver mai visto tutti questi soldi insieme in tutta la mia vita. Ma bisogna rinunciare.
Approdo sul treno e a fianco a me una madre esasperata di un bimbo che emette urla oltre la soglia dell’udibile.. O Signore tra un anno potrei essere così?? Diceva un fotografo-scrittore-padre inglese “io sono britannico, non ho paura della morte, ma di una scenata in pubblico sì”.
Poco a poco i pensieri che aleggiavano da settimane si sono concretizzati: ecco sono un povera martire che rinuncia ad un lavoro bellissimo per inseguire il suo lui, per sposarsi a XX anni (mooolto meno della media e mooolto prima della menopausa), ma che forse sto andando troppo di corsa? Ma che forse gli potevo chiedere di aspettare almeno un anno? Non me lo merito anche io di fare un po’ di esperienza? Di “godermi un po’ la vita” (come se dopo sposati uno non si divertisse più)?
Poi un po’ perchè mi stavo per mettere a piangere, un po’ perchè avevo bisogno di tirarmi su, un po’ per scacciare i brutti pensieri, ho aperto il tuo nuovo libro (comprato al volo in libreria in stazione, solo perchè era in sconto lo ammetto!). Tempo un paio di pagine ho capito una cosa, in realtà una cosa capita da tempo ma che chissà come puntualmente mi scordo, me lo scordo quando smetto di farmi le domande vere e seguo quelle del mondo.
E cioè che quando il mio io diventa troppo ingombrante finisco per perdere la strada. La mia strada è chiara come il sole, ha un nome e un cognome e un’indirizzo (e adesso anche le tendine alle finestre e il cesto per i panni sporchi!) e se non lo capisco sono un’idiota. Non saranno un camice e dei tacchi a spillo a farmi felice, sarà una roccia di fedeltà, un binario guida che mi starà vicino anche quando sarà calvo e io avrò le vene varicose. Che magari un camice e dei tacchi a spillo li trovo pure lassù! Mettendo da parte il mio io per fare spazio a lui e a tutte le persone che busseranno alla nostra porta io sarò felice. Lo so perchè l’ho già sperimentato. Non mi importa se è del tutto contro la logica di questo mondo. O perlomeno cerco di fare in modo che non mi importi!
Volevo ringraziarti per avermelo ricordato e perchè quando leggo il tuo blog e chi commenta sento che in questo strano mondo c’è posto anche per la mia nuova (quasi) famiglia!
E’ finita che mi sono messa a piangere lo stesso, ma il macigno sul cuore non c’era più :)
PS Per le interessate: un matrimonio si può benissimo organizzare in quattro mesi, scrivendo una tesi nel frattempo (è un ottimo metodo per dimagrire lampo) e vivendo in due paesi e tre città differenti.
PPS Se a qualcuno di voi avanza un atto di volontà per dire una preghierina per la nostra nuova famiglia lo ringraziamo tanto!!!