martedì 29 aprile 2014

Martedì della II settimana del Tempo Pasquale



Per la festa liturgica di santa Caterina da Siena vedi (con il testo in pdf del Dialogo della Divina Provvidenza):
  1. KairosQuando le donne si chiamavano Madonne...

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    28/apr/2011 - Quando le donne si chiamavano Madonne... http://www.domenicani.it/Santi_e_sante/images/santacaterina. Oggi 29 APRILE la Chiesa ...
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In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito».
Gli replicò Nicodèmo: «Come può accadere questo?». Gli rispose Gesù: «Tu sei maestro di Israele e non conosci queste cose? In verità, in verità io ti dico: noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo ciò che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza. Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo? Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna». (Dal Vangelo secondo Giovanni 3, 7-15)
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"E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna"

Eccoci smascherati. Come Nicodemo ci consideriamo maestri, e non conosciamo il Mistero capace di far nuova la vita. Nicodemo è religioso. Nicodemo ha studiato. Ma non riconosce il soffio dello Spirito. Ne sente la voce, ma è avvolto nella notte, non comprende da dove venga e dove vada. Lo Spirito infatti soffia dove vuole, non lo si può catalogare, per quanto si voglia e si cerchi, libri e cultura alla mano. Sfugge come il vento, i suoi cammini non sono quelli degli uomini. Carne e sangue non hanno in sè la capacità per decifrarne le traiettorie, esse seguono ritmi e tempi che trascendono limiti e criteri incatenati alla terra. Il vento è libertà, perchè lo Spirito è libertà. Le stesse cose della terra, illuminate dalla Verità annunciata dal Signore, l'identità compiuta dell'uomo e della creazione, il senso primo e ultimo della storia, sono come muri su cui si infrange l'incredulità. L'inganno del demonio ha ridisegnato la realtà, e ciò che è naturale e adeguato all'uomo è diventato innaturale e inadeguato, mentre la menzogna che genera pensieri, criteri e atti contro natura ci appare come verità incontrovertibile. I rapporti e gli affetti, il lavoro, la sessualità, tutto è governato dalla superficialità soffocante delle passioni, dei desideri, dei sentimenti. La carne ed il sangue si sono appropriati delle esistenze e le muovono come fossero burattini. Il "sentire" qualcosa è divenuto il dittatore inattaccabile d'ogni decisione e comportamento. Se non si "sente" qualcosa, non la si fa. E così il sangue e la carne sprovvisti dello Spirito di vita descrivono, senza pietà, il perimetro angusto e schiavizzante delle nostre ore. E' il buio della notte di Nicodemo, comune a quella di ciascuno di noi. Maestri sì, ma carnali. Esperti certo, ma di istinti e passioni. E non si tratta solo di quelle sfrenate e immediatamente peccaminose; si tratta anche di quelle che muovono le attenzioni di una madre, l'affetto di un marito, l'amicizia e molto altro. Siamo preti, adulti, madri e padri, ma secondo la carne, incapaci di riconoscere nei figli, carne della nostra carne, l'opera dello Spirito. Dobbiamo rinascere dall'alto, uno sguardo nuovo che sgorghi da un cuore nuovo, celeste, capace di trafiggere l'apparenza per vedere la realtà spirituale celata nella carne. Un figlio nella situazione peggiore è già amato da Dio; in lui, come in un matrimonio in crisi, è già all'opera Cristo risorto! Ma occorre scendere, umiliarsi e accogliere il discernimento dello Spirito che tracima e spiazza. Il vento è movimento, disintallazione, indica sempre un di piùun più in là che non possiamo afferrare e gestire. Il vento è la libertà di Dio, quell'amore che ama oltre ogni misura, che si piega sui peccatori più peccatori, che si commuove e ha compassione della pecora più sperduta. E' la follia di Dio, che abbraccia l'universo senza condizionamenti. Il vento non si fa ingabbiare dagli schemi atrofizzati, dai piani pastorali, dalle riunioni di condominio, dalle sentenze dei tribunali. Il vento irrompe quando e dove non ce lo aspettiamo, scende dal Cielo e colma di Cielo la terra. Lo Spirito è lo stesso Signore che discende da lassù, dal cuore stesso di Dio per innalzare, nella sua Croce gloriosa, la terra sin dentro quel cuore: "La vita eterna ci è stata aperta dal Mistero Pasquale di Cristo e la fede è la via per raggiungerla. E’ quanto emerge dalle parole rivolte da Gesù a Nicodemo e riportate dall’evangelista Giovanni: E come Mosè innalzò il serpente nel deserto... Qui vi è l’esplicito riferimento all’episodio narrato nel libro dei Numeri (21,1-9), che mette in risalto la forza salvifica della fede nella parola divina. Durante l’esodo, il popolo ebreo si era ribellato a Mosè e a Dio, e venne punito con la piaga dei serpenti velenosi. Mosè chiese perdono, e Dio, accettando il pentimento degli Israeliti, gli ordina: «Fatti un serpente e mettilo sopra un’asta; chiunque dopo esser stato morso lo guarderà, resterà in vita». E così avvenne. Gesù, nella conversazione con Nicodemo, svela il senso più profondo di quell’evento di salvezza, rapportandolo alla propria morte e risurrezione: il Figlio dell’uomo deve essere innalzato sul legno della Croce perché chi crede in Lui abbia la vita. San Giovanni vede proprio nel mistero della Croce il momento in cui si rivela la gloria regale di Gesù, la gloria di un amore che si dona interamente nella passione e morte. Così la Croce, paradossalmente, da segno di condanna, di morte, di fallimento, diventa segno di redenzione, di vita, di vittoria, in cui, con sguardo di fede, si possono scorgere i frutti della salvezza" (Benedetto XVI)Così la Croce, quella di ogni giorno contro la quale lottiamo credendo di far cosa giusta, saggia e ragionevole, è invece il sigillo evidente dell'irruzione dello Spirito. La Croce stravolge il piatto e incolore incedere del mondo incatenato alla carne. La Croce strappa dalle consuetudini radicate, impermeabili alla novità sconvolgente di Dio. La Croce innalza sino al cuore di Dio, al suo amore. La Croce è l'abitacolo dello Spirito, è lei che spira ai quattro angoli sdel mondo, che scende nelle profondità occulte delle angosce e dell'inferno del peccato. E' lei che si estende oltre ogni barriera a est e a ovest, a nord e a sud, abbracciando nella misericordia chiunque incontri, amici e nemici. E' la Croce che catapulta le nostre esistenze alla destra di Dio. Crocifissi con Cristo ora e qui siamo misteriosamente avvinti al suo stesso Spirito, ne riconosciamo le orme che spingono all'amore più folle; liberati perchè crocifissi nel cuore di Dio possiamo vivere la vita su questa terra come un anticipo del Cielo, dove tutto ci appare nella luce della Verità, il Destino incorruttibile che ci attende. In questa luce si dirada la notte dell'incredulità che ci rende idolatri e inginocchiati innanzi alle creature, e possiamo alzare lo sguardo nella contemplazione del Creatore, della sua volontà d'amore che pervade ogni istante, ogni persona, ogni evento. Crocifissi con Cristo gustiamo la sua stessa libertà, come pecore miti e docili riconosciamo la voce del Pastore buono e possiamo porci alla sua sequela, nella meravigliosa avventura della vita immersa nel compimento della sua volontà.