martedì 25 marzo 2014

VIII Incontro Mondiale delle Famiglie, 22 - 27 settembre 2015, Philadelphia (USA): Conferenza Stampa di Presentazione

Famiglie cattoliche

Sarà nel 2015. Paglia: si colloca in un momento importante per la vita della Chiesa. Chaput: il Papa incarna un messaggio di misericordia e gioia

IACOPO SCARAMUZZICITTÀ DEL VATICANO
È stato presentato oggi in Vaticano l’VIII Incontro mondiale delle Famiglie, che si svolgerà a Philadelphia dal 22 al 27 settembre 2015, il primo di papa Francesco, che cade nel quadro della riflessione avviata dal Pontefice argentino sulla famiglia nella società attuale. Possibile, ma non ancora confermata,  la presenza dello stesso Jorge Mario Bergoglio.

“L’evento di Philadelphia si colloca in un momento particolarmente importante per la vita della Chiesa”, ha sottolineato in una conferenza stampa monsignor Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia. “Papa Francesco ha voluto porre al centro dell’attenzione di tutta la Chiesa proprio il tema della famiglia. Nel febbraio scorso vi è stato dedicato un apposito Concistoro. Nel prossimo ottobre si celebrerà un Sinodo Straordinario dei Vescovi sul tema: ‘Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto della evangelizzazione’ e nell’ottobre dell’anno prossimo (2015) si terrà l’assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi, sempre sulla famiglia. Ebbene, proprio alla vigilia del Sinodo ordinario dell’ottobre del 2015 si colloca l’VIII Incontro mondiale delle Famiglie”.

Paglia ha poi fatto riferimento all’anno della famiglia indetto dall’Onu, evidenziando “la vicinanza fisica tra l’evento ecclesiale che si svolge appunto a Philadelphia e i dibattiti che si stano svolgendo nella sede centrale delle Nazioni Unite a New York” che rappresenta “un invito a tutte le istituzioni religiose e civili per un lavorare insieme per un futuro migliore della famiglia nel mondo”.

L’Arcivescovo italiano ha peraltro affermato che “il Papa che porta il nome di Francesco d’Assisi, il santo della fraternità universale, chiamato ‘dalla fine del mondo’ già ci sta accompagnando in questo cammino. Il lavoro di questo anno trascorso insieme con papa Francesco è sotto i nostri occhi: il pellegrinaggio delle famiglie nell’anno della fede (26-27 ottobre 2013); la XXI assemblea plenaria del Pontificio Consiglio per la Famiglia che ha analizzato la Carta dei Diritti della Famiglia nel XXX anniversario (23-24-25 ottobre 2013); l’incontro di papa Francesco con i fidanzati in piazza san Pietro nella festa di San Valentino (14 febbraio2014); la Lettera del Papa alle Famiglie; il concistoro dedicato alla famiglia (20-21 febbraio 2014) sono tappe che scandiscono il cammino che coinvolge le donne e gli uomini di tutte le comunità ecclesiali del mondo. Non dobbiamo dimenticare – ha aggiunto Paglia – il questionario inviato a tutte le Chiese locali per coinvolgerle in questo singolare cammino”. Il Presule ha peraltro auspicato che partecipino all’evento del 2015 “le altre Chiese e comunità cristiane, come pure rappresentanti delle grandi religioni mondiali assieme anche a uomini e a donne umanisti che hanno a cuore il destino di una umanità pacifica e solidale”.

“Non c’è dubbio che la presenza a Roma del primo Papa latino-americano rende tale evento particolarmente significativo”, ha peraltro detto il Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia. Interpellato dai giornalisti al proposito, monsignor Charles Joseph Chaput, arcivescovo di Philadelphia, ha peraltro detto che è “troppo presto” per confermare l’auspicata presenza del Papa, ricordando che Benedetto XVI annunciò “solo sei mesi prima” la sua partecipazione all’ultimo Incontro mondiale delle Famiglie che si è svolto a Milano nel 2012. Sarebbe peraltro la prima volta in vita sua che Jorge Marrio Bergoglio si reca in territorio statunitense.

“Molto deve ancora essere fatto per perfezionare la struttura e i contenuti di questo evento”, ha spiegato Chaput nel merito dell’incontro. “È particolarmente rilevante che il mese prossimo il beato Giovanni Paolo II sarà elevato agli onori degli altari dal nostro Santo Padre. Fu proprio il beato Giovanni Paolo II, il papa della famiglia, a proporre per primo tali riunioni a livello mondiale. E noi, in Pennsylvania, siamo grati di poter continuare questa grande tradizione per riaffermare l'importanza, la bellezza e la gioia della vita familiare cristiana. A questo scopo – ha sottolineato l’Arcivescovo “pellerossa” – abbiamo riunito i migliori esperti che si possono trovare al fine di rispondere alle sfide pastorali, sociali, economiche e culturali che le famiglie devono affrontare ora. In definitiva, il nostro obiettivo è semplice: vogliamo aiutare le famiglie a rafforzare la loro vita familiare in modo molto pratico”.

A chi domandava se verranno affrontati anche temi come la situazione dei divorziati o le coppie gay, Chaput ha risposto che sono situazioni che “tutti conoscono” e ognuno può intervenire, senza che la Chiesa cambi perciò il proprio insegnamento. Papa Francesco, ha detto l’Arcivescovo, “incarna il messaggio di misericordia e di gioia che sta al cuore del Vangelo. Il suo entusiasmo per la vita e la sua preoccupazione per i bisogni delle persone ci hanno ispirato a focalizzarci sulla nostra comune missione di amore, e su come amare tutte le famiglie e i loro rispettivi membri”. In vista dell’incontro del 2015, a ogni modo, “stiamo approfondendo – ha detto Chaput – questo tema in una catechesi preparatoria non solo per i cattolici ma anche per tutte le persone di buona volontà, ove accentuiamo la bellezza e la verità della vita familiare, come il luogo privilegiato dell’amore, provvedendo con un dinamismo di affetto umano reciproco che offre a ogni casa e a ogni membro della famiglia luce e calore unici e vigorosi”.
L’Arcivescovo statunitense ha tenuto a sottolineare che Philadelphia, “una delle città più grandi del mio Paese” nonché “un'icona cattolica degli Stati Uniti” è sede di una Chiesa che “ha anche un grande bisogno di rinnovamento, in seguito alla crisi degli abusi sessuali dello scorso decennio. In questo senso, essa è una fotografia della Chiesa a livello mondiale. Noi abbiamo il dovere di aiutare le vittime di abusi e le loro famiglie a guarire, e di proteggere i bambini e i giovani dai danni negli anni a venire. Allo stesso tempo, la Chiesa ha però il dovere di aiutare le persone a trovare Dio e a vivere la loro fede con gioia e convinzione. La storia di pentimento e di vita nuova era la storia dell'antico Israele, ed è nel migliore dei casi la storia della Chiesa lungo i secoli”.

Presenti alla conferenza stampa ospitata nella sala stampa della Santa Sede dal portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, vi erano il sindaco di Philadelphia, Michael Nutter, il governatore della Pennsylvania, Tom Corbette. Hanno preso parte alla tavola rotonda due coniugi, Estauce e Susanne Mita, sposati da 38 anni e genitori di cinque figli. Il logo dell’evento del 2015 è la celebre “Liberty bell”, la “campana della libertà” di Philadelphia che simboleggia l’indipendenza degli Stati Uniti, che contiene al suo interno una famiglia colorata.

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Sala stampa della Santa Sede
[Text: Italiano, English]
Alle ore 11.30 di questa mattina, nell’Aula Giovanni Paolo II della Sala Stampa della Santa Sede, si è svolta una conferenza stampa per presentare l’VIII Incontro Mondiale delle Famiglie, in programma dal 22 al 27 settembre 2015 nella città di Philadelphia (USA). Intervengono S.E. Mons. Vincenzo Paglia, Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia; S.E. Mons. Charles Joseph Chaput, O.F.M. Cap., Arcivescovo di Philadelphia (USA); i coniugi Estauce e Susanne Mita. Pubblichiamo di seguito gli interventi di S.E. Mons. Vincenzo Paglia e di S.E. Mons. Charles Joseph Chaput. (...)

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“L’incontro tra il Papa e Obama? Spero sia fruttuoso e chiaro”


Charles Joseph Chaput

Parla Chaput, l’arcivescovo di Philadelphia: “Mai detto che Bergoglio non parla abbastanza di aborto”. Divorziati e coppie gay? “Ascoltiamo, ma il focus sui problemi viene dalla stampa, ci sono anche altre questioni”

IACOPO SCARAMUZZICITTÀ DEL VATICANO


Arcivescovo di Filadelfia, cappuccino, origine pellerossa, da sempre esponente dell’ala più attenta alle battaglie pro life in seno all’episcopato a stelle e strisce (secondo quanto riportato dalla stampa Usa, a luglio ha affermato che “l’ala destra della Chiesa non ha mostrato felicità” per l’elezione di Jorge Mario Bergoglio, e comunque “questioni come l’aborto e il matrimonio non sono questioni politiche”), monsignor Charles Joseph Chaput, ha espresso oggi pieno sostegno a Papa Francesco, auspicando che l’incontro di giovedì tra il Papa e il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, piuttosto inviso ai settori conservatori dell’episcopato Usa, sia “fruttuoso, chiaro, onesto”. A conclusione di una conferenza stampa per la presentazione del primo incontro internazionale delle famiglie, che si svolgerà nella sua Philadelphia nel 2015, mons. Chaput ha risposto ad alcune domande dei giornalisti, ribadendo che nei confronti di situazioni come il divorzio o le coppie omosessuali sia giusto ascoltare senza però dare eccessivo peso alle questioni sollevate “dalla stampa”.


Lei ha detto che su questioni come i divorziati e le coppie gay bisogna ascoltare, senza però focalizzarsi troppo su questi problemi. Cosa intende?

“Bisogna confrontarsi con gli esseri umani e con la vita umana, sappiamo tutti dalla nostra vita quotidiana che queste questioni esistono. Ma se ci si focalizza solo sui problemi, o si parte da lì, non si va molto lontano. Penso che sia importante confermare quanto ha storicamente funzionato della famiglia e farlo accadere nelle famiglie praticamente, non solo teoricamente. Il focus sui problemi sembra venire in certa misura diciamo dalla stampa, non dalle persone con cui ho a che fare. So che voi giornalisti vi confrontate con questi temi e non voglio diminuire la realtà o l’importanza di queste questioni. Solo non voglio passare tutto il tempo a rispondere a un numero molto limitato di questioni, quando ci sono anche molte altre questioni più grandi”.


Lei ha ricordato il tema della pedofilia nella Chiesa di Philadelphia. Spera che il tema verrà affrontato nell’incontro del 2015?

“Sono sicuro che sarà affrontato, non è solo la mia speranza. Abbiamo bisogno di workshop su come le famiglie affrontano questo tipo di cose. Come Chiesa dobbiamo fare in modo che non succeda di nuovo. Sicuramente sarà parte della riflessione. La gente sa che abbiamo un enorme programma di training nella Chiesa, sia per gli individui che per le comunità, per riconoscere quando avvengono gli abusi sessuali e reagire. Vogliamo che la gente lo ascolti di nuovo e di nuovo”.


La diocesi di Philadelphia come pagherà l’incontro internazionale delle famiglie?

“Paghiamo il cento per cento di questo evento. Milano (il precedente incontro, nel 2012, si è svolto nel capoluogo lombardo, ndr.) è costato qualcosa come 10-12 milioni di euro, 13-14 milioni di dollari. Loro hanno avuto molto sostegno dall’Italia, ad esempio su questioni come la sicurezza, che noi probabilmente dovremo pagare da soli a Philadelphia. Sarà costoso, ma siamo tutti consapevoli dell’influenza positiva che questo evento avrà per le famiglie. C’è molto interesse, non solo da parte della comunità cattolica, e non solo da Philadelphia, ma da tutto il paese, che ci aiuterà a trovare i finanziamenti. Sinora abbiamo raccolto circa 5 milioni di dollari ma speriamo di raccogliere molto di più. E poi vorrei dire che speriamo di raccogliere con questo fund raising più di quanto è necessario, in modo da poter dare alla fine un regalo al Papa per i poveri. E la gente lo capisce bene: viene nel nostro paese, un paese benestante, e riceve un regalo per i poveri. Peraltro stiamo già cercando fondi per permettere di partecipare ai poveri che vengono dalla regione del nord e del sud America”.


Cosa si aspetta dall’incontro tra il Papa e Obama di giovedì prossimo? Alcuni settori cattolici sono critici nei confronti di questo presidente.

“Non credo di essere nella posizione di poter dire di cosa parleranno il Papa e il Presidente. Spero solo che sia un incontro fruttuoso, per la Santa Sede, per il presidente e il nostro paese. Siamo un paese che svolge un ruolo significativo. Sono sicuro che il Papa focalizzerà la propria attenzione sulla pace, il Medio Oriente, l’Ucraina, sul fatto di fare tutto il possibile per la pace. Non so se verranno sollevate o meno questioni legate al tema della vita e famiglia. Spero solo che sia un incontro fruttuoso, onesto, chiaro”.


Lei avrebbe detto, a quanto riportato dai media statunitensi, che Papa Francesco non parla abbastanza chiaramente contro l’aborto…

“Non l’ho mai detto. Neppure una volta. Penso che l’approccio del Papa è di grande successo, che Dio lo sta guidando per il bene della Chiesa oggi. Amo il Papa e lo sostengo, qualsiasi cosa faccia funziona, grazie a Dio”.

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“Corriere della Sera” - Rassegna "Fine settimana" 
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