lunedì 24 marzo 2014

Sulla pelle dei poveri


Il presidente della Cei denuncia le conseguenze di una cultura individualista. 


«Bisogna accelerare la conversione dall’io al noi e dal mio al nostro». L’invito a superare quella «visione iperindividualista» che è «all’origine dei mali del mondo», tanto «all’interno delle famiglie» quanto «nell’economia, nella finanza e nella politica», costituisce uno dei passaggi centrali della prolusione con cui il cardinale arcivescovo di Genova, Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei) apre nel pomeriggio di oggi, lunedì 24, a Roma, la riunione del Consiglio permanente.

Un appuntamento che, come è noto, nei suoi tre giorni di lavoro ha in particolare all’ordine del giorno la revisione dello Statuto — incominciata durante il Consiglio permanente del gennaio scorso — e l’esame di due note riguardanti la scuola cattolica — «vero patrimonio del Paese» — e l’Ordo virginum — «nuovo carisma per la Chiesa».
L’intervento del presidente della Cei, che, anche attraverso una rilettura del messaggio per la Quaresima 2014 di Papa Francesco, s’inquadra nel tempo di preparazione alla Pasqua, torna a sottolineare i temi della «missionarietà» e della «testimonianza» quali elementi centrali e qualificanti la comunità cristiana. In questa prospettiva, viene focalizzata l’attenzione sulla condizione di «miseria» — nelle sue diverse ma non scollegate sfaccettature, «materiale» e «morale e spirituale» — che investe fasce sempre più ampie di popolazione. «Ormai, sono passati più di sei anni dall’inizio della grave crisi economica, che chiede un prezzo altissimo al lavoro e all’occupazione», ricorda il porporato, per il quale «è necessario incentivare i consumi senza ritornare nella logica perversa del consumismo che divora il consumatore». Tuttavia, è «altresì indispensabile sostenere in modo incisivo chi crea lavoro e occupazione in Italia», mentre «bisogna ripensare e rimodulare anche la concezione del lavoro: il vecchio schema di dura contrapposizione è superato e rischia di danneggiare i più deboli». Seguendo questa logica, «auspichiamo che il nuovo Governo — con la partecipazione convinta e responsabile del Parlamento — riesca a incidere su sprechi e macchinosità istituzionali e burocratiche, ma soprattutto a mettere in movimento la crescita e lo sviluppo, in modo che l’economia e il lavoro creino non solo profitto, ma occupazione reale in Italia». Anche perché — sostiene il presidente della Cei anticipando alcuni dati del Rapporto 2014 di Caritas Italiana — «la povertà è in rapido e preoccupante aumento», così che le iniziative di solidarietà «sono in quattro anni raddoppiate registrando un aumento impressionante di italiani che bussano alla porta, così come di gruppi sociali che fino ad oggi erano estranei al disagio sociale». E, in molti casi, si tratta di situazioni derivanti anche dalla «rottura dei rapporti coniugali». Di qui, anche, la sottolineatura della miseria morale e spirituale — «l’autosufficienza è la forma sostanziale di ogni peccato» — e la critica alla «violenza accattivante delle ideologie» e dell’«iperindividualismo». Infatti, «bisogna andare contro la corrente di un individualismo scellerato che — applicato ai vari campi dell’esistenza privata e pubblica — porta a camminare sulla pelle dei poveri». In questo senso, «la ripresa, giustamente invocata, sarà un’illusione senza una rinascita morale e spirituale; e ciò sarebbe tanto più grave perché la dura lezione della crisi sarebbe stata vana, pagata soprattutto dai deboli».
L'Osservatore Romano

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Riporto dal blog di Sandro Magister:



Bagnasco si ribella ai “campi di rieducazione”


cei
Sul finire della prolusione con cui ha introdotto lunedì 24 marzo il consiglio permanente di primavera della conferenza episcopale italiana, il cardinale Angelo Bagnasco ha levato l’allarme sul crescente spazio dell’ideologia del “genere” nelle scuole italiane.
Sabato 22 marzo papa Francesco aveva ricevuto in udienza il presidente della CEI, come di solito avviene alla vigilia di tali riunioni.
Ecco il passaggio finale della prolusione.
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LA DITTATURA DELL’IDEOLOGIA DEL “GENERE”
di Angelo Bagnasco
[…] La preparazione alla grande assise del sinodo sulla famiglia, che si celebrerà in due fasi nel 2014 e nel 2015, nonché il recente concistoro sul medesimo tema, hanno provvidenzialmente riposto l’attenzione su questa realtà tanto “disprezzata e maltrattata”, come ha detto il papa: commenterei, “disprezzata” sul piano culturale e “maltratta” sul piano politico.
Colpisce che la famiglia sia non di rado rappresentata come un capro espiatorio, quasi l’origine dei mali del nostro tempo, anziché il presidio universale di un’umanità migliore e la garanzia di continuità sociale. Non sono le buone leggi che garantiscono la buona convivenza – esse sono necessarie – ma è la famiglia, vivaio naturale di buona umanità e di società giusta.
In questa logica distorta e ideologica, si innesta la recente iniziativa – variamente attribuita – di tre volumetti dal titolo “Educare alla diversità a scuola”, che sono approdati nelle scuole italiane, destinati alle scuole primarie e alle secondarie di primo e secondo grado.
In teoria le tre guide hanno lo scopo di sconfiggere bullismo e discriminazione – cosa giusta –, in realtà mirano a “istillare” (è questo il termine usato) nei bambini preconcetti contro la famiglia, la genitorialità, la fede religiosa, la differenza tra padre e madre… parole dolcissime che sembrano oggi non solo fuori corso, ma persino imbarazzanti, tanto che si tende a eliminarle anche dalle carte.
È la lettura ideologica del “genere” – una vera dittatura – che vuole appiattire le diversità, omologare tutto fino a trattare l’identità di uomo e donna come pure astrazioni. Viene da chiederci con amarezza se si vuol fare della scuola dei “campi di rieducazione”, di “indottrinamento”.
Ma i genitori hanno ancora il diritto di educare i propri figli oppure sono stati esautorati? Si è chiesto a loro non solo il parere ma anche l’esplicita autorizzazione? I figli non sono materiale da esperimento in mano di nessuno, neppure di tecnici o di cosiddetti esperti. I genitori non si facciano intimidire, hanno il diritto di reagire con determinazione e chiarezza: non c’è autorità che tenga. […]

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www.rossoporpora.org 
(Giuseppe Rusconi) Nella prolusione al Consiglio permanente della Cei il cardinal Bagnasco denuncia tra l’altro la diffusione dell’ideologia del ‘gender’ nelle scuole: “una lettura ideologica, una vera dittatura” – I genitori “hanno il diritto di reagire con determinazione (...)

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Da samaritani sulla via di Gerico
CEI
Miseria materiale – che si riversa come una tempesta su chi è escluso dal mondo del lavoro, come su quanti sono alle prese con le conseguenze della rottura di rapporti coniugali – e miseria morale e spirituale, che porta a illudersi di poter bastare a se stessi: il Messaggio del Papa per la Quaresima fa da filo conduttore alla prolusione con cui il Card. Angelo Bagnasco lunedì 24 ha aperto i lavori del Consiglio Permanente. Il Presidente della CEI invita a reagire alla corruzione dell’umanesimo, a superare gli ostacoli alla famiglia e alla libertà educativa, a riaffermare il primato della persona.
Nel suo intervento il Cardinale cita il Rapporto di Caritas Italiana sul “rapido e preoccupante aumento” della povertà, a fronte del quale “gli sforzi delle 220 Caritas diocesane e degli 814 Centri di ascolto si sono moltiplicati, e le iniziative sono in quattro anni raddoppiate registrando un aumento impressionante di italiani che bussano alla porta, così come di gruppi sociali che fino ad oggi erano estranei al disagio sociale”.
Nel contempo, si sofferma su quella povertà che nasce dall’autosufficienza, che è “la forma sostanziale di ogni peccato” e ricorda, invece, che “la religione è un «legame» con Dio, un vivere riferiti a Lui, un camminare nella sua Parola di amore e di vita, altrimenti si riduce a sentimento e emozione”.
L’Occidente, in particolare, è richiamato a prendere atto di non essere più il centro del mondo: “Altri continenti e culture – riconosce – ne apprezzano tecnologia e benessere”, ma lo guardano con “sospetto e fastidio per quella specie di neocolonialismo culturale, che  vuole imporre con mezzi spesso ricattatori”.
Al riguardo, il Card. Bagnasco non esita a mettere in guardia il Vecchio Continente dall’ “erosione sistematica dell’impianto culturale umanistico”, che risulta “espressione triste di quella miseria morale e spirituale di cui parla il Santo Padre”.
“Bisogna andare contro la corrente di un individualismo scellerato che – applicato ai vari campi dell’esistenza privata e pubblica – porta a camminare sulla pelle dei poveri, a non aver tempo di fermarsi accanto alle moltitudini ferite sulla via di Gerico”.
Tale visione iperindividualista – continua il Cardinale Presidente – è “all’origine dei mali del mondo, tanto all’interno delle famiglie quanto nell’economia, nella finanza e nella politica”.
Nella parte conclusiva della prolusione indica, quindi, “l’urgenza del compito educativo”, ribadisce in questo campo “la sacrosanta libertà dei genitori”, nonché “il grave dovere della società di non corrompere i giovani con idee ed esempi che nessun padre e madre vorrebbero per i propri ragazzi”, “il diritto ad una scuola non ideologica e supina alle mode culturali imposte” e “la preziosità irrinunciabile e il sostegno concreto alla scuola cattolica”.
Per il testo: