giovedì 6 marzo 2014

Pietro e Maddalena



Nuovo tweet del Papa: "Preghiamo per i cristiani vittime di persecuzione, perché sappiano reagire al male con il bene." (6 marzo 2014)

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Il libro sul comodino racconta il ruolo delle donne 
di Lucetta Scaraffia
in “Corriere della Sera” del 6 marzo 2014
Nell’intervista a Ferruccio de Bortoli papa Francesco ha confessato che si porta il lavoro a casa, 
cioè dedica il suo tempo libero alla lettura di un libro — Pietro e Maddalena. Il vangelo corre a due 
voci (Milano, Ancora 2010) di Damiano Marzotto — sulla collaborazione fra donne e uomini nel 
Nuovo Testamento. Il volume contiene tre saggi: sul celibato di Gesù e la verginità di sua madre, sul
ruolo di Maria e delle altre donne nei vangeli, e sulle figure femminili presenti negli Atti degli 
apostoli, indagate con grande finezza e originalità. 
In questo modo anche il Papa contribuisce a quell’approfondimento che ha individuato come 
necessario per risolvere il problema della partecipazione femminile alla vita della Chiesa: «Bisogna 
lavorare di più per fare una profonda teologia della donna». 
Marzotto è ben consapevole dell’originalità e dell’importanza del ruolo femminile nel processo di 
evangelizzazione e ne sottolinea il peso centrale in svariati episodi, in particolare nel mistero della 
morte e resurrezione di Cristo. La continuazione della missione di salvezza degli apostoli e la non 
interruzione del rapporto con il maestro durante il dramma della crocefissione sono state possibili, 
infatti, grazie alla continua presenza delle donne al suo fianco, «perché le donne hanno avuto la 
forza e il coraggio di seguire Gesù fino alla morte in croce, non staccandosi da Lui neppure dopo la 
sua sepoltura». Quindi, anche se agli apostoli è affidata la missione di evangelizzare il mondo, per 
non perdersi essi hanno bisogno della fedeltà delle donne che attraversa la notte. 
Nei testi canonici, per tutti e quattro gli evangelisti le figure femminili sono determinanti proprio 
perché «la fecondità di Cristo non si realizza senza una stretta associazione di alcune donne al 
ministero della redenzione, della rigenerazione dell’umanità». Di conseguenza, il celibato di Gesù 
non è visto come una rinuncia, ma come la proposta di una forma più profonda di rapporto con le 
donne, che ne valorizza la differenza. 
C’è quindi un ruolo «di provocazione e insieme di anticipazione da parte della donna» che rivela 
una «compartecipazione originale» fra Gesù e le figure femminili dei vangeli, indicando così la 
possibilità di una relazione significativa fra uomo e donna al di là del rapporto sponsale. 
Particolarmente innovativa è la lettura proposta delle figure femminili negli Atti degli apostoli, dove
lo studioso individua nelle donne che aiutano i principali protagonisti del libro di Luca appena usciti
dalla prigionia — Pietro prima, Paolo poi — un modello di accoglienza, e insieme una spinta alla 
nuova partenza per la missione. La presenza delle donne, quindi, sembra favorire quell’«apertura 
universalistica» di cui esse sembrano capaci di cogliere in anticipo il dispiegarsi, e la loro funzione 
di accoglienza e ospitalità offre le condizioni ideali per il dono della grazia, come dimostrano tante 
conversioni. 
Un libro «bellissimo» — come l’ha definito il Papa — che aiuta a riconoscere come la presenza 
femminile sia stata considerata, fin dalle origini, fondamentale per il processo di evangelizzazione. 
Un testo importante in quel percorso di approfondimento che Francesco ha segnalato come 
necessario, e un aiuto a capire che non si tratta di un problema di pari opportunità, ma piuttosto di 
una questione spirituale profonda e originaria che definisce la natura della Chiesa stessa

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“Avvenire” - Rassegna "Fine settimana" 
(Damiano Marzotto) «Che libro sta leggendo in questi giorni? ' Pietro e Maddalena di Damiano Marzotto sulla dimensione femminile della Chiesa. Un bellissimo libro'». Così Papa Francesco risponde nell’intervista rilasciata a Ferruccio de Bortoli pubblicata ieri dal 'Corriere della sera'. Il libro cui fa riferimento il Papa è uscito dalle edizioni Ancora di Milano (www.ancoralibri.it) nel 2010 ed è una ricerca nei vangeli sinottici, nel quarto vangelo e negli Atti degli apostoli che vuole mostrare la collaborazione della donna e dell’uomo nell’evangelizzazione delle origini. Damiano Marzotto ha insegnato Sacra Scrittura e Teologia presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale dal 1970 al 1982. Dal 1982 è Ufficiale e dal 2009 Sottosegretario della Congregazione per la Dottrina della Fede. Dal 1983 al 2001 è stato assistente presso la Facoltà di Teologia della Pontificia Università Gregoriana e dal 2002 è professore incaricato. Dal volume «Pietro e Maddalena» pubblichiamo qui la prefazione

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La Chiesa «al femminile». Autorità e la forza del cuore(Marco Garzonio, Corriere della Sera - Rassegna "Fine settimana")

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Donne che hanno scelto di essere "il sale della terra"

Presentato ieri, a Roma, il congresso "Voci di fede" per mostrare l'importanza e la grandezza del ruolo femminile nella Chiesa

«Il mondo non sa cosa le donne stanno facendo nella Chiesa Cattolica per la Chiesa Cattolica». Con queste parole Chantal Götz, direttrice della fondazione di cooperazione allo sviluppo Götz Fidel, chiarisce subito il motivo che l’ha spinta, insieme a Giovanna Abbiati, a organizzare Voci di fede – Rendere le donne invisibili visibili: un evento che vuole mostrare l’importanza del ruolo femminile all’interno della Chiesa.
Nel corso della conferenza stampa di ieri mattina, è stato presentato quindi il grande incontro che sabato prossimo festeggerà l’8 marzo, lasciando la parola a quattro delle undici protagoniste. Tutte donne accomunate da esperienze preziose ma per lo più sconosciute e che, proprio per questo, è importante che vengano alla ribalta.
"Voici di Fede" non sarà quindi una conferenza sul tema della situazione femminile nella società odierna, ma il racconto di madri, mogli e consacrate, e di come la fede porti un elemento straordinario nel quotidiano. «È il motivo per cui abbiamo scelto di organizzare l’evento al Cinema Vaticano - sottolinea ancora Chantal Götz -. Il cinema è il luogo dove si possono raccontare storie e andare al cuore delle persone».
Le quattro donne presenti alla conferenza, discrete, quasi intimidite di fronte alle telecamere e alle domande dei giornalisti, sorprendono quando iniziano a parlare con naturalezza di storie di grande coraggio e determinazione. Storie che non si esisterebbe a definire eroiche, ma che nelle voci dei loro volti semplici e sorridenti sono solamente storie “sante”, di chi ha scelto di dare la propria vita per Cristo, rimanendo, allo stesso tempo, pienamente nel mondo.
Come ha ricordato Sabrina Moranti, ex ballerina, direttrice di una scuola di danza e musical a Roma e madre di nove figli: «Il Papa ci ha ricordato che noi siamo sale della terra. La mia missione è quella di sciogliermi nel mondo, laddove Gesù altrimenti non arriverebbe».
Come ad esempio le periferie più remote, tipo quelle in cui opera suor Ifediba Caritas Chinwem, che lavora per portare istruzione e assistenza sanitaria a 8000 persone che vivono nell’isola di Igbedor. Quest’isola si trova in Nigeria, nel mezzo del fiume Niger - «probabilmente non compare neppure sulle carte geografiche», ha ricordato Giovanna Abbiati - lontana da qualsiasi aiuto e contatto con il mondo. Ma la fede è centrale anche laddove bisogna curare le ferite dei popoli, lacerati tra etnie, culture e religioni diverse.
Presente anche Jocelyne Khoueiry, donna dalla storia straordinaria: ex leader del battaglione femminile della Falange libanese, ha fondato ora un movimento mariano laico, Femme du 31 mai, «un percorso di donne che hanno fatto la guerra e ora vogliono ricostruire il loro Paese».
Anche suor Azezet Kidane, missionaria comboniana di origine eritrea, si trova a fronteggiare una situazione complessa. Vive in Israele dove si occupa dei diritti umani dei rifugiati: «È importante quello che sta dicendo il Papa, il riconoscimento della figura della donna. È importante nel mio lavoro, perché so che la Chiesa è vicina a me e che il mio Papa mi guarda».
«Francesco sta solo sottolineando un aspetto da sempre presente nella Chiesa - ha aggiunto Sabrina Moranti - Non dimentichiamo che il primo a porre l’accento sul ruolo della donna è stato Gesù. Il Vangelo è pieno di episodi che ce lo ricordano. Però è un bene riscoprire questo aspetto».
Sulla concezione della donna nel Magistero pontificio è intervenuta anche Jocelyne Khoueiry che ha detto: «Da vent’anni sono nella Chiesa e ho conosciuto il ruolo della donna attraverso l’enciclica Mulieris dignitatem di Giovanni Paolo II. In questo documento ho trovato una prospettiva a livello teologico e antropologico matura e completa. Ora con Francesco c’è uno slancio a livello pratico». E proprio in un’intervista uscita poche ore prima della conferenza sulCorriere della Sera, il Papa ricordava che «la Vergine Maria è più importante di qualsiasi vescovo e di qualsiasi apostolo».
A Maria, infatti, s’invita a guardare. «Cosa si potrebbe fare di più nella Chiesa? Che sia sempre più madre e quindi sempre più mariana», raccomanda la Khoueiry. La donna, infatti, è colei a cui è affidata l’accoglienza della vita, «è matrice di vita», ricorda la Moranti e sottolinea: «Non è un caso che ci sia un vero e proprio attacco alla sua funzione di madre». La donna, inoltre, aggiunge l'unica mamma del gruppo, è chiamata a essere madre «anche attraverso la maternità spirituale, che non è meno importante di quella carnale». Ed è chiamata anche ad essere donna che è un dato di fatto, non una decisione da prendere: «Noi siamo state create donne, non gender - ha concluso Sabrina - Ma far riscoprire alla donna la sua natura autentica è una ricchezza bellissima».
Anna Minghetti

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“Adista” - Rassegna "Fine settimana" 
(Ingrid Colanicchia) Non c’è che dire: ormai la lotta a quella che è stata ribattezzata “l’ideologia di genere” sembra proprio essere diventata una delle priorità della Chiesa cattolica. A ogni tentativo messo in campo da istituzioni, associazioni, scuole per (...)