venerdì 21 febbraio 2014

Un sinodo per incontrare la gente



Briefing sul concistoro straordinario. Attenzione alle famiglie e alle persone

Sono il francese André Vingt-Trois, il brasiliano Raymundo Damasceno Assis e il filippino Luis Antonio G. Tagle i tre cardinali scelti da Papa Francesco come presidenti delegati del prossimo Sinodo speciale sulla famiglia, in programma a ottobre. Lo ha annunciato venerdì mattina, 21 febbraio, lo stesso Pontefice ai 150 porporati di tutto il mondo riuniti da giovedì 20 in concistoro straordinario nell’Aula nuova del Sinodo. Sull’andamento dei lavori ha riferito, come di consueto, il direttore della Sala stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi, che al termine della mattinata ha tenuto un briefing con i giornalisti.
Dopo aver riportato le parole pronunciate dal Papa all’inizio della sessione, Lombardi ha parlato della preoccupazione espressa dal Papa e dai cardinali — con la dichiarazione che riportiamo in prima pagina — di fronte alle situazioni di violenza e tensione che si registrano in molte parti del mondo. Quindi il direttore della Sala stampa ha annunciato i nomi dei tre cardinali voluti dal Pontefice alla guida del Sinodo, che vanno ad aggiungersi a quelli del cardinale Péter Erdö e dell’arcivescovo Bruno Forte, scelti nell’ottobre scorso rispettivamente come relatore generale e segretario speciale.
Soffermandosi poi sui lavori del concistoro straordinario, il direttore della Sala stampa ha reso noto che tra giovedì e venerdì mattina sono intervenuti oltre quaranta cardinali e che altri hanno deciso di lasciare i loro contributi per iscritto.
Dopo aver sottolineato il clima sereno, positivo e costruttivo in cui si stanno svolgendo gli incontri, Lombardi ha riassunto le tematiche affrontate dai cardinali nei loro interventi. Tra quelle più ricorrenti, la visione della famiglia nell’antropologia cristiana e la valutazione del rapporto tra il piano di Dio e l’attuale contesto di cultura secolarizzata, che porta avanti visioni diverse soprattutto in tema di sessualità. A questo proposito si è fatto riferimento più volte alla teologia del corpo di Giovanni Paolo II, la Familiaris consortio e il Catechismo della Chiesa cattolica.
Un ulteriore spazio di riflessione è stato riservato agli ambiti e ai soggetti della pastorale della famiglia, con particolare attenzione alla preparazione del matrimonio e alla spiritualità coniugale e familiare. È stata affrontata anche la questione dei divorziati-risposati, facendo attenzione al punto di vista giuridico-canonico circa la validità e la nullità del matrimonio. Interventi interessanti, ampi e sereni — ha aggiunto in proposito Lombardi — hanno riguardato anche il tema della riammissione ai sacramenti delle persone che si trovano in tali condizioni. Da questo punto di vista, ha proseguito, i cardinali intervenuti hanno cercato di coniugare la misericordia con la fedeltà alla vita della Chiesa, ribadendo che la priorità dev’essere data alle situazioni e alle persone concrete. Su quest’argomento il direttore della Sala stampa ha anche spiegato che dal concistoro straordinario in corso «non c’è da aspettarsi un orientamento unitario», ma soltanto «un’incoraggiante introduzione al cammino del Sinodo».
Insomma i porporati hanno potuto confrontarsi tra loro in un ambiente positivo, con realismo rispetto alla situazione odierna; senza tensioni o ansie — ha sottolineato Lombardi — nel trattare anche temi difficili, ma con discernimento e saggezza guidati dalla Parola del Signore e dai capisaldi della dottrina della Chiesa.
Infine, ha concluso il direttore della Sala stampa, alcuni porporati hanno affrontano più marginalmente contesti particolarmente specifici come la famiglia migrante e le famiglie cristiane nei territori in cui sono minoranza religiosa.
I lavori del concistoro straordinario riprendono nel pomeriggio di venerdì 21 per concludersi in serata. Sabato 22 il concistoro ordinario.
L'Osservatore Romano

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A colloquio con l’arcivescovo segretario generale Lorenzo Baldisseri. 

(Nicola Gori) C’è molta sofferenza nelle risposte al questionario per il prossimo Sinodo sulla famiglia. Alla segreteria generale ne sono arrivate circa l’80 per cento di quelle che si attendono complessivamente. Da un primo esame a risaltare sembra essere proprio la sofferenza espressa «soprattutto da coloro che si sentono esclusi o abbandonati dalla Chiesa per trovarsi in uno stato di vita che non corrisponde alla sua dottrina e alla sua disciplina», ci ha detto l’arcivescovo Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo dei vescovi, che sabato mattina riceve la berretta cardinalizia.
Nell’intervista concessa al nostro giornale, il segretario generale ha anche parlato del ruolo che dovrà assumere il Sinodo proprio per rispondere alle nuove sfide poste alla Chiesa dalla società contemporanea.

Sono arrivate le risposte ai questionari inviati in tutte le diocesi del mondo. Può fornirci qualche statistica dei riscontri che avete avuto?
Al 19 febbraio sono giunte a questa segreteria generale circa l’80 per cento delle risposte delle Conferenze episcopali e oltre il 60 per cento di quelle dei dicasteri romani, nonché oltre settecento risposte individuali e di gruppo. Molte diocesi hanno voluto inviare in copia cartacea le loro risposte, indirizzate elettronicamente alle rispettive Conferenze episcopali. Questa percentuale è indicativa, e di grande interesse, dell’attenzione che è stata data all’inchiesta. Vorrei aggiungere che l’iniziativa sinodale sul tema della famiglia, interpellando la base, cioè le persone che vivono in prima linea questa esperienza, ha fatto scattare una reazione spontanea che sembra una sorpresa, ma che è invece la prova di quanto sia necessario uscire dai palazzi e andare nelle periferie.
Risaltano aspetti particolari?
L’urgenza di prendere coscienza delle realtà vissute dalla gente, di riprendere il dialogo pastorale con le persone che si sono allontanate per diverse ragioni interne alla Chiesa e esterne della società. Dalle risposte risulta molta sofferenza, soprattutto di quanti si sentono esclusi o abbandonati dalla Chiesa per trovarsi in uno stato di vita che non corrisponde alla sua dottrina e alla sua disciplina. La panoramica è mondiale; pertanto giocano fattori culturali messi a confronto con la fede cristiana, e si rilevano elementi che convergono, provenienti spesso da orizzonti culturali e tradizionali lontani o addirittura opposti. Con l’iniziativa sinodale si è aperto un cammino di fiducia per molti che l’avevano persa. La figura di Papa Francesco comprova, giorno dopo giorno, un nuovo approccio umano e cristiano che fa vibrare le persone e le dispone all’ascolto e all’accoglimento di ciò che è bene per loro, anche se c’è sofferenza.
Cosa c’è in programma nella prossima riunione del consiglio della segreteria generale del Sinodo?
La riunione inizierà lunedì mattina 24 febbraio con alcune informazioni circa il lavoro preparatorio compiuto. Poi sarà sottoposta ai membri di segreteria la prima stesura dell’Instrumentum laboris, frutto dell’inchiesta effettuata con il documento preparatorio che includeva il questionario. La lettura e la sintesi delle risposte sono state fatte da un gruppo di esperti, in stretto coordinamento con questa segreteria generale. La discussione e l’approfondimento del documento darà un valido contributo per elaborare la seconda stesura, alla quale seguirà un periodo di tempo, almeno due mesi, per integrarla con altri contributi che possono venire dalle risposte ritardatarie e da altri studi puntuali su certi aspetti di maggior interesse e complessità. In maggio potrebbe esserci un’altra riunione del consiglio ordinario di segreteria, per elaborare il testo finale dell’Instrumentum laboris, da inviare ai presidenti delle Conferenze episcopali, quali membri dell’Assemblea straordinaria di ottobre, e a tutti gli altri aventi diritto. L’inaugurazione dei nuovi locali adiacenti all’attuale sede del Sinodo dei vescovi, che avverrà il 24 febbraio, permetterà all’istituzione di operare adeguatamente.
Quale sarà il nuovo ruolo del Sinodo all’interno della Chiesa?
Credo sia ormai ovvio che Papa Francesco voglia per il Sinodo un ruolo nuovo. Innanzi tutto vuole che sia realmente espressione della collegialità nel governo della Chiesa. Per sincerarsene basti pensare ai suoi numerosi interventi a riguardo. Per esempio l’indizione del Sinodo straordinario sulla famiglia, la cui realizzazione si adempirà in due tappe; la dinamica che ha già acquisito a partire dell’inchiesta fatta per coinvolgere la base; la preghiera che ha lanciato per il Sinodo della famiglia il 29 dicembre scorso all’Angelus, festa liturgica della Santa Famiglia; il recente incontro dei fidanzati per san Valentino, in piazza San Pietro; il Concistoro di questi giorni nel quale i cardinali sono chiamati a riflettere sulla famiglia. Tutto questo, e altro che è stato fatto, indica quale importanza è rivolta non solo al tema in sé della famiglia, ma al ruolo che deve avere il Sinodo, proprio quale espressione di collegialità e partecipazione al governo pastorale della Chiesa. Le prospettive si allargano man mano che i vescovi percepiscono la loro funzione di pastori: nelle loro circoscrizioni ecclesiastiche debbono fare pastorale ed esercitare la comunione con il proprio clero in forma collegiale attraverso i consigli dei consultori e dei presbiteri e del consiglio pastorale. La sfida è globale e tocca l’interno della Chiesa e la sua missione evangelizzatrice nel mondo.
L'Osservatore Romano