sabato 1 febbraio 2014

Papa Francesco alle Comunità del Cammino Neocatecumenale



Papa Francesco alle Comunità del Cammino Neocatecumenale: “Avere la massima cura per costruire e conservare la comunione all’interno delle Chiese particolari nelle quali andrete ad operare e una speciale attenzione al contesto culturale nel quale voi famiglie andrete ad operare” 

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Cari fratelli e sorelle,
ringrazio il Signore per la gioia della vostra fede e per l’ardore della vostra testimonianza cristiana. (...) Vi saluto tutti cordialmente, ad iniziare dall’Équipe responsabile internazionale del Cammino Neocatecumenale, insieme ai sacerdoti, ai seminaristi e ai catechisti. Un saluto pieno di affetto rivolgo ai bambini, presenti qui in gran numero. (...) Il mio pensiero va in modo speciale alle famiglie, che si recheranno in diverse parti del mondo per annunciare e testimoniare il Vangelo. La Chiesa vi è grata per la vostra generosità! Vi ringrazio per tutto quello che fate nella Chiesa e nel mondo.
E proprio a nome della Chiesa, nostra Madre, (...) vorrei proporvi alcune semplici raccomandazioni. La prima è quella di avere la massima cura per costruire e conservare la comunione all’interno delle Chiese particolari nelle quali andrete ad operare. Il Cammino ha un proprio carisma, una propria dinamica, un dono che come tutti i doni dello Spirito ha una profonda dimensione ecclesiale; questo significa mettersi in ascolto della vita delle Chiese nelle quali i vostri responsabili vi inviano, a valorizzarne le ricchezze, a soffrire per le debolezze se necessario, e a camminare insieme, come unico gregge, sotto la guida dei Pastori delle Chiese locali. La comunione è essenziale: a volte (...) può essere meglio rinunciare a vivere in tutti i dettagli ciò che il vostro itinerario esigerebbe, pur di garantire l’unità tra i fratelli che formano l’unica comunità ecclesiale, della quale dovete sempre sentirvi parte.
Un’altra indicazione: dovunque andiate, vi farà bene pensare che lo Spirito di Dio arriva sempre prima di noi. Il Signore sempre ci precede! (...) Anche nei posti più lontani, anche nelle culture più diverse, Dio sparge dovunque i semi del suo Verbo. Da qui scaturisce la necessità di una speciale attenzione al contesto culturale nel quale voi famiglie andrete ad operare: si tratta di un ambiente spesso molto differente da quello da cui provenite. Molti di voi faranno la fatica di imparare la lingua locale, a volte difficile, e questo sforzo è apprezzabile. Tanto più importante sarà il vostro impegno ad “imparare” (...) le culture che incontrerete, sapendo riconoscere il bisogno di Vangelo che è presente ovunque, ma anche quell’azione che lo Spirito Santo ha compiuto nella vita e nella storia di ogni popolo.
E infine, vi esorto ad avere cura con amore gli uni degli altri, in particolar modo dei più deboli. Il Cammino Neocatecumenale, in quanto itinerario di scoperta del proprio Battesimo, è una strada esigente, lungo la quale un fratello o una sorella possono trovare delle difficoltà impreviste. In questi casi l’esercizio della pazienza e della misericordia da parte della comunità è segno di maturità nella fede. La libertà di ciascuno non deve essere forzata, e si deve rispettare anche la eventuale scelta di chi decidesse di cercare, fuori dal Cammino, altre forme di vita cristiana che lo aiutino a crescere nella risposta alla chiamata del Signore.
Care famiglie, cari fratelli e sorelle, vi incoraggio a portare dovunque, anche negli ambienti più scristianizzati, specialmente nelle periferie esistenziali, il Vangelo di Gesù Cristo. Evangelizzate con amore, portate a tutti l’amore di Dio. Dite a quanti incontrerete sulle strade della vostra missione che Dio ama l’uomo così com’è, anche con i suoi limiti, con i suoi sbagli, anche con i suoi peccati. (...) Siate messaggeri e testimoni dell’infinita bontà e dell’inesauribile misericordia del Padre.

Vi affido alla nostra Madre Maria, affinché ispiri e sostenga sempre il vostro apostolato. Alla scuola di questa tenera Madre siate missionari zelanti e gioiosi. (...)

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Il Papa ai Neocatecumenali: grazie per ciò che fate nella Chiesa e nel mondo
di Alessandro De Carolis

Portare “anche negli ambienti più scristianizzati, specialmente nelle periferie esistenziali, il Vangelo di Gesù Cristo”. È il mandato di Papa Francesco alle centinaia di famiglie del Cammino Neocatecumenale che si accingono a partire in missione. Alle migliaia di persone radunate in Aula Paolo VI, il Papa ha poi chiesto di essere messaggeri “dell’infinità bontà” e misericordia del Padre. 

Una distesa di ottomila visi – moltissimi dei quali giovani, giovanissimi – e fra loro, quasi a circondarla come un castone, la gemma delle oltre 400 famiglie che presto partiranno in missione – mamme, papà e figli pronti a lasciare le proprie radici per portare e trapiantare altrove nel mondo quelle del Vangelo, specie in Cina, India, Vietnam e Mongolia. La prima reazione di Papa Francesco al calore che gli viene riservato dall’Aula Paolo VI, gremita di membri del Cammino Neocatecumenale, è un moto di gratitudine. Tanti sono i sacerdoti, i vescovi, spiccano le berrette di cardinali, ma le famiglie – e quelle missionarie in particolare, presentate dall'iniziatore del Cammino, Kiko Argüello – catturano l’attenzione del Papa:

“Un saluto pieno di affetto rivolgo ai bambini, presenti in gran numero (...) Il mio pensiero va in modo speciale alle famiglie, che si recheranno in diverse parti del mondo per annunciare e testimoniare il Vangelo. La Chiesa vi è grata per la vostra generosità! Vi ringrazio per tutto quello che fate nella Chiesa e nel mondo”.

Poi, come per ogni missione che si rispetti, alla gratitudine per chi parte si accompagnano le indicazioni perché il lavoro sia svolto al meglio. Per prima cosa, Papa Francesco chiede ai Neocatecumenali di “costruire e conservare la comunione all’interno delle Chiese particolari” in cui si recheranno:

“Questo significa mettersi in ascolto della vita delle Chiese nelle quali i vostri responsabili vi inviano, a valorizzarne le ricchezze, a soffrire per le debolezze se necessario, e a camminare insieme, come unico gregge, sotto la guida dei Pastori delle Chiese locali. La comunione è essenziale: a volte - e succede - può essere meglio rinunciare a vivere in tutti i dettagli ciò che il vostro itinerario esigerebbe, pur di garantire l’unità tra i fratelli che formano l’unica comunità ecclesiale, della quale dovete sempre sentirvi parte”.
Comunione spirituale ma anche “attenzione al contesto culturale”. Papa Francesco ricorda che non esiste azione missionaria cristiana che non sia preceduta dall’azione di Dio “anche nei posti più lontani, anche nelle culture più diverse”:

“Si tratta di un ambiente spesso molto differente da quello da cui provenite. Molti di voi faranno la fatica di imparare la lingua locale, a volte difficile, e questo sforzo è apprezzabile. Tanto più importante sarà il vostro impegno ad 'imparare' le culture che incontrerete, sapendo riconoscere il bisogno di Vangelo che è presente ovunque, ma anche quell’azione che lo Spirito Santo ha compiuto nella vita e nella storia di ogni popolo”. 
Quello neocatecumenale, osserva ancora Papa Francesco, è un “cammino esigente” che richiede che ogni membro sia rispettato, con “pazienza” e “misericordia”, anche nel caso in cui – sottolinea – “decidesse di cercare, fuori dal Cammino, altre forme di vita cristiana che lo aiutino a crescere nella risposta alla chiamata del Signore”. Questo è segno, conclude il Papa, della “maturità di fede” propria di chi è pronto a lasciate tutto per Cristo:

“Care famiglie, cari fratelli e sorelle, vi incoraggio a portare dovunque, anche negli ambienti più scristianizzati, specialmente nelle periferie esistenziali, il Vangelo di Gesù Cristo. Evangelizzate con amore, portate a tutti l’amore di Dio. Dite a quanti incontrerete sulle strade della vostra missione che Dio ama l’uomo così com’è, anche con i suoi limiti, con i suoi sbagli, anche con i suoi peccati (...) Siate messaggeri e testimoni dell’infinita bontà e dell’inesauribile misericordia del Padre (...) Siate missionari zelanti e gioiosi, non perdete la gioia. Avanti!”.
Radio Vaticana 


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La gioia delle famiglie Neocatecumenali: nelle periferie esistenziali con Gesù
 di Antonella Pilia

Diversi i cardinali e quasi un centinaio i vescovi presenti all’incontro del Cammino Neocatecumenale con Papa Francesco. Tra le oltre 400 famiglie del Cammino benedette dal Santo Padre, ben 174 prenderanno parte alle nuove 40 “missio ad gentes”. Sono mamme e papà che, con i propri figli, andranno in una terra lontana per portare l’amore di Cristo risorto. 

R. - Sono sposata con Roberto da 25 anni e andremo in Asia, in missione con sette figli. Ci siamo resi disponibili a vivere questa esperienza di evangelizzazione perché siamo molto grati al Signore per tutto quello che ha fatto in tutti questi anni. Abbiamo visto veramente che vale la pena lasciare tutto per Lui.

R. - Gesù Cristo lo sento dentro e mi spinge ad andare in Bulgaria a portare il suo amore...

R. - Ho undici anni e sono arrivata in missione da quando ne avevo tre. All’inizio ero un po’ triste ma adesso sono felice, anche se non è il mio Paese di nascita.

D. - Papa Francesco ha invitato tante volte ad evangelizzare le periferie esistenziali ...

R. - Certo. In questo senso vediamo come la Francia sia una periferia: ci sono molte persone che hanno rinnegato il loro Battesimo o le loro radici cristiane. Quindi, ci rende onorati ricevere la croce della missione da Papa Francesco!

R. - Siamo contentissimi di cominciare questa nuova "missio ad gentes" in Finlandia, dove fa molto freddo ... ma abbiamo visto che le persone hanno un grande bisogno di vedere queste nuove famiglie con tanti figli. L'amore che si crea tra le famiglie vale molto più di tante catechesi o discorsi.

R. - È molto bello, anche perché vedono la nostra famiglia unita ... Le loro famiglie non sono sempre unite, spesso i genitori sono separati. Vederci uniti li colpisce.

R. - Certo, abbiamo paura per i nostri figli, però siamo contenti! Non ci aspettiamo di convertire nessuno ma ci aspettiamo di trovare - noi per primi - Gesù Cristo, perché Lui dice: “Chi lascia tutto riceve il centuplo”. E lo speriamo anche per noi!
Radio Vaticana