martedì 28 gennaio 2014

Pope Francis superstar



Qualche migliaio a settimana. È la quantità di lettere, pacchi, disegni e oggetti che vengono recapitati in Vaticano a nome di Papa Francesco. Missive che arrivano da tutto il mondo e che vengono gestite dall’Ufficio di Corrispondenza del Papa, situato nel Palazzo Apostolico. L’intervista rilasciata dal responsabile dell’Ufficio, mons. Giuliano Gallorini, al settimanale d’informazione “Vatican Magazine” prodotto dal Centro Televisivo Vaticano:

Il racconto di una vita arrivata a un bivio, per chiedergli un consiglio su come proseguire. La confidenza di un dramma personale, che sta uccidendo l’ultima speranza e che cerca nella sua saggezza un appiglio per non lasciarsi andare del tutto. Oppure una poesia, per dirgli in rima alternata o baciata che gli si vuole bene come e forse più che a un padre. O magari una sciarpa, confezionata apposta e spedita a casa sua, a quell’indirizzo che oggi tutti conoscono come fosse quello del vicino: Casa S. Marta, Città del Vaticano. Perché così oggi moltissimi sentono Papa Francesco: vicino. E per questo a migliaia dai quattro angoli del pianeta gli scrivono. Una trentina di sacchi a settimana – buste e pacchi di ogni forma e dimensioni – tutti diretti verso il corridoio ubicato nella Terza Loggia del Palazzo Apostolico, sul quale si aprono le stanze dell’Ufficio di Corrispondenza del Papa, diretto da mons. Giuliano Gallorini:

“Le richieste sono soprattutto di conforto e di preghiera. Moltissime riguardano - sarà anche il momento che viviamo - le difficoltà, soprattutto le malattie... Chiedono preghiere per i bambini, descrivono anche situazioni di difficoltà economiche. Si cerca di far sentire la vicinanza del Papa che coglie la loro sofferenza, il loro disagio, che è loro vicino nella preghiera. Poi, per quello che è possibile, ci aiutiamo indirizzando le richieste agli uffici specifici, per esempio le richieste di aiuti economici vengono trasmesse alle Caritas diocesane perché possano sia verificare, sia essere immediatamente più operativi”.
Mons. Gallorini, suor Anna e altre due signore: una piccola squadra per una montagna di corrispondenza, in dozzine di lingue. Ed è proprio la selezione per idioma il primo passo del lavoro che il gruppo affronta quotidianamente. Poi, le lettere vengono aperte e lette. Papa Francesco, da solo, non potrebbe farcela mai a sbrigare tutta la corrispondenza, quindi spetta al suo Ufficio aiutarlo a distinguere la richiesta di chi vuole dare un semplice saluto al Papa da quella di chi in Papa Francesco cerca conforto, un sostegno spirituale, una mano tesa per una necessità urgente. Sono queste le lettere che arrivano sulla sua scrivania:

“Sono i casi un po’ più delicati come i casi di coscienza. In questo caso, viene fatto un appunto e passato ai segretari perché il Papa prenda visione direttamente: senz'altro li legge, mette la sigla e ci indirizza su come dobbiamo rispondere”.
Dunque, non a tutte le lettere può rispondere Papa Francesco, ma tutte le lettere a Papa Francesco ricevono una risposta. Ma anche solo esprimere la gratitudine a suo nome, per un dono ricevuto o un saluto affettuoso, è compito che richiede una sintonia particolare con il suo stile:

“Leggere queste lettere più che con la mente con il cuore; condividere la sofferenza e cercare di trovare le parole adatte per esprimere quello che il Papa vuole veramente che si esprima: la vicinanza, la condivisione... È veramente nello stile del condividere. Del resto il Papa l’ha sempre detto che il pastore deve vivere con il gregge, con le pecore. Sentire e vivere l’esperienza con loro”.
 Radio Vaticana 

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(AGI) - Roma, 28 gen. - Grazie alla sua comunicazione dialogica, Papa Francesco non solo e' il piu' popolare in Rete ma risulta addirittura piu' efficace di molti noti personaggi che fondano la propria comunicazione sul web vantando un seguito che, come spiega Claudio Zamboni, partner e Co.founder di 3rdPlace, esprime " un altissimo livello di interazione con i suoi messaggi". Su Twitter, ad esempio, gli account Pontifex, pur avendo una frequenza di pubblicazione media di 0,79 tweet al giorno, mostrano un engagement medio pari a 6.637 contro i 2.309 di Barak Obama che pure twitta molto di piu' rispetto al Pontefice (7,76 tweet al giorno).
  Per quanto riguarda l'Italia, l'utenza che segue l'account del Papa si rivela piu' attiva di quella di Beppe Grillo.
  Nonostante la pubblicazione di 53 tweet quotidiani, il leader del movimento 5 stelle raggiunge un engagement medio di parecchio inferiore a quello del pontefice (88 contro i 1.301 di Papa Francesco). Un discorso a parte, sottolinea Zamboni, riguarda poi Facebook, dove il Pontefice non e' presente.
  Malgrado cio', Papa Francesco risulta il "topic" piu' discusso del 2013 e la pagina non ufficiale del Pontefice ha un'utenza fidelizzata piu' attiva (26 per cento) di altri leader come Obama (2 per cento) o Grillo (22 per cento). (AGI) .

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Giovanni Paolo II, Benedetto XVI, Francesco: tre grandi comunicatori

A Toledo (Spagna) per ricevere un'onorificenza, padre Federico Lombardi analizza il rapporto degli ultimi tre Papi con la comunicazione


Giovanni Paolo II, Benedetto XVI, Francesco: tre Papi, tre "grandi maestri di comunicazione". A dirlo è il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, in un intervento ieri pomeriggio a Toledo, in Spagna, dove ha analizzato "il rapporto tra gli ultimi tre Papi e la comunicazione". Il portavoce della Santa Sede - come riferisce la Radio Vaticana - si trovava nella città spagnola per ricevere una speciale onorificenza per i servizi resi a “Radio santa Maria Toledo” e al “Canal Diocesano de Tv”, due emittenti nazionali che festeggiano rispettivamente il 20° e 25° anniversario della loro creazione.
Padre Lombardi ha passato in rassegna i diversi modi dei tre Pontefici di rapportarsi alla genta e ai mezzi di comunicazione, a partire dalla "potenza comunicativa dei gesti di Giovanni Paolo II, nel tempo del vigore come in quello dell’anzianità", passando per "la chiarezza di sintesi e pensiero di Benedetto XVI", e finendo con "lo straordinario carisma comunicativo di Francesco", il cui messaggio - ha affermato il gesuita - "arriva al cuore della gente e anche per questo viene seguito con attenzione dai media in un 'circolo virtuoso': una specie di 'alleanza' tra il loro servizio e l’annuncio del Papa".
Nonostante comunichi quasi esclusivamente in italiano e spagnolo, secondo padre Lombardi l'attuale Pontefice è “sorgente di un fiume inesauribile di immagini”, riuscendo a veicolare “messaggi importantissimi al mondo intero” spontaneamente, senza lo studio “a tavolino” di una nuova “strategia di comunicazione”. Il quest'ottica, Bergoglio, "il Papa chiamato dalla fine del mondo” si pone “sulla stessa linea” di Wojtyla, il Papa “chiamato da un paese lontano”. Per immediatezza dei gesti, coinvolgimento della gente, per il rapporto con i media. 
Il Papa polacco, ricorda padre Lombardi, fu il primo a definire coraggiosamente “benedetta” la televisione, e comprese subito "l’importanza della collaborazione dei media alla sua missione e attraverso immagini forti in luoghi significativi – come la preghiera al Muro del pianto a Gerusalemme, o il colloquio in carcere con il suo attentatore – comunicò in mondo ancor più efficace che con le parole dette o scritte".
"In forme e direzioni forse non sempre facili da proporre attraverso i media, ma non per questo meno importanti”, anche Ratzinger è stato “un grande maestro di comunicazione”, ha detto il direttore della Sala Stampa. Ha rievocato quindi "il pensiero limpido, ordinato, coerente, sintetico" del Papa emerito, un pensiero "senza incertezze e confusioni, anche quanto rispondeva a domande improvvisate". E' nelle omelie, però, che - ha detto il gesuita - Benedetto XVI ha toccato “vertici sublimi”, in quanto “forma più importante della comunicazione nella vita della comunità ecclesiale”.
"Momenti belli" hanno caratterizzato il rapporto tra Ratzinger e i media, ma anche momenti più “travagliati”, ha osservato padre Lombardi. Tra questi, si ricordano in particolare "l’umiltà e la passione evangelica" con cui il Pontefice tedesco rispose alle critiche seguite alla remissione della scomunica ai vescovi lefebvriani o "l’approccio pastorale e dinamico" nell’affrontare nel libro-intervista Luce del Mondo, la discussione sulla valutazione morale dell’uso del preservativo".(S.C.)