mercoledì 29 gennaio 2014

La pazienza dell’ecumenismo



Nella Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani in Italia.


(Riccardo Burigana) «L’ecumenismo richiede pazienza e infinita, fraterna comprensione e sensibilità. L’ecumenismo è frutto di “conversioni”. Occorre essere attenti ai segni dello Spirito di Dio»: con queste parole Mario Affuso, pastore della “Chiesa apostolica italiana”, da sempre impegnato nella promozione del dialogo ecumenico, ha commentato la celebrazione della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani che ha visto coinvolte numerose comunità locali delle diverse confessioni.

Anche quest’anno, in Italia, con forme e con contenuti molto diversi da luogo a luogo, la Settimana di preghiera è stata un tempo privilegiato di riflessione sullo stato del dialogo ecumenico. La partecipazione ai momenti di preghiera ha costituito l’elemento centrale nelle iniziative ecumeniche diocesane, come a Palermo, dove la Settimana è stata preparata dal Coordinamento delle Chiese cristiane della città. Gli incontri sono stati ospitati in luoghi diversi così da offrire la possibilità di conoscere spiritualità e liturgie che per secoli si sono reciprocamente ignorate. In tale prospettiva si collocano le celebrazioni, animate da cori ecumenici, svoltesi a Bari, Pisa, La Spezia, Ugento, Verona e Vicenza. Particolarmente importante è stata la preghiera celebrata ad Aversa dal Consiglio delle Chiese cristiane della Campania che ha scelto un luogo dove, nei mesi passati, forte è stato il coinvolgimento ecumenico nella denuncia del degrado ambientale; l’iniziativa è stata l’occasione per rinnovare l’impegno dei cristiani a custodire il creato in nome della fedeltà alla Parola di Dio che affida agli uomini e alle donne la creazione. Nella diocesi di Concordia-Pordenone si è invece sottolineato il fatto che i cristiani, anche al di fuori della Settimana, sono chiamati a riflettere su come la preghiera possa aiutarli a comprendere quanto la divisione mini la missione della Chiesa, trovando la forza per superare lo scandalo della separazione.
Accanto a momenti di preghiera ecumenica non sono mancati incontri di approfondimento. In alcuni casi sono state scelte figure rappresentative del cammino ecumenico: a Bergamo e a Trapani si è partiti da Papa Giovanni XXIII, ricordando il suo pontificato tanto importante per l’ecumenismo, e non solo per la convocazione del concilio Vaticano II. A Nuoro la riflessione ha avuto al centro Maria Gabriella Sagheddu, che ha indicato una strada di spiritualità ecumenica seguita, anche prima del concilio, da altri, come Maria Giovanna Dore, che ha fondato a Dorgali il monastero Mater Unitatis, luogo di preghiera per l’unità. A Belluno si è invece ricordato don Emilio Zanetti, pioniere nel campo della catechesi ecumenica con scelte che rimangono di grande attualità, in un momento in cui la catechesi torna a essere una delle priorità del cammino ecumenico in Italia per la presenza di tanti ortodossi nelle comunità locali. Incontri di formazione sono stati invece organizzati a Como, Lanciano, Molfetta, Milano. A Genova e a Gorizia ci si è soffermati sulla recente assemblea del Consiglio ecumenico delle Chiese, a Busan, con interventi di coloro che vi hanno preso parte, con una testimonianza diretta del clima vissuto in quei giorni in Corea del Sud. A Perugia si è parlato dei diversi approcci teologico-pastorali all’eucaristica, mentre ad Ancona si è tenuta una tavola rotonda sul battesimo, che rappresenta tema di grande interesse nel dialogo ecumenico. Largo spazio è stato riservato ai giovani, come a Torino, Bologna, Rovigo e Trieste.
L'Osservatore Romano