lunedì 23 dicembre 2013

Perché alla grotta c'erano l'asino e il bue?


NOVENA DI NATALE

OTTAVO GIORNO

Tema: Povertà. 

La storia: Perché alla grotta c'erano l'asino e il bue 





Mentre Giuseppe e Maria erano in viaggio verso Betlemme, un angelo radunò tutti gli animali per sce­gliere i più adatti ad aiutare la Santa Famiglia nella stalla. Per primo, naturalmente, si presentò il leone. «Solo un re è degno di servire il Re del mondo», ruggì. «Io mi piazzerò all'entrata e sbranerò tutti quelli che tenteranno di avvicinarsi al Bambino!». «Sei troppo violento», disse l'angelo. Subito dopo si avvicinò la volpe. Con aria furba e innocente insinuò: «Io sono l'animale più adatto. Per il Figlio di Dio ruberò tutte le mattine il miele più profumato e il latte più ricco di panna. Porterò a Maria e Giuseppe, tutti i giorni, un pollo grasso!». «Sei troppo disonesta», disse l'angelo. Tronfio e sfolgorante arrivò il pavone. Dispiegò la sua magnifica ruota color dell'iride e proclamò: «Io trasformerò quella povera stalla in una reggia più bella del palazzo di Salomone!». «Sei troppo vanitoso», disse l'angelo. Passarono, uno dopo l'altro, tanti animali. Cia­scuno magnificava il suo dono, invano. L'angelo non riusciva a trovarne uno che andasse veramente bene per il compito delicato di custodire e aiutare il Re dei Re. Si accorse però di un paio di animali che conti­nuavano a lavorare, con la testa bassa, nel campo di un contadino, nei pressi della stalla di Betlemme. Erano l'asino e il bue. L'angelo li chiamò: «E voi non avete niente da offrire?». «Niente», rispose l'asino e afflosciò mestamen­te le lunghe orecchie. «Noi non abbiamo niente ol­tre l'umiltà e la pazienza. Tutto quello che abbiamo in più sono le bastonate!». Ma il bue, timidamente, senza alzare gli occhi, disse: «Però potremmo di tanto in tanto cacciare le mosche con le nostre code». L'angelo finalmente sorrise: «Voi siete quelli giu­sti!». 

La riflessione 

Ormai tutti abbiamo fatto il presepio. Chi rap­presentano le statuine che abbiamo collocato intor­no alla grotta? Gesù è nato nella povertà, tra gente semplice e generosa. Perché questa scelta? Anche Maria e Giuseppe erano poveri e sempli­ci, proprio per questo sono totalmente disponibili alla chiamata di Dio. Coloro che hanno l'anima soffocata dal peso del­le ricchezze e del potere, come Erode, non sentiran­no mai la voce del Signore. Sono troppo occupati a difendere quello che hanno. Così rischiano addi­rittura di intralciare i piani di Dio. I ricchi e i superbi hanno tutto, i poveri invece non hanno niente. Per questo sanno attendere dagli al­tri e da Dio. Sono capaci di ricevere e quindi di dare. Sono gli occhi dei poveri e dei semplici che ve­dono Gesù Bambino e soltanto le loro orecchie sen­tono il canto degli Angeli. Se vogliamo sentire e vivere il messaggio eterno del Natale dobbiamo anche noi liberarci dalle trop­pe cose che ci distraggono e impediscono la nostra vita spirituale. 

La preghiera 

Signore Gesù, riempi tu il nostro cuore. Con Maria, con gli angeli e con i pastori noi ti adoriamo. Ti sei fatto povero per farci ricchi con la tua povertà: concedi a noi di non dimenticarci mai dei poveri e di tutti coloro che soffrono. 

 Tratto da: Angelo Valente "La grotta e la stella. Novena di Natale con nove storielle per bambini ragazzi e... adulti alla ricerca di semplicità" - LDC