martedì 26 novembre 2013

Dal cuore del vescovo di Roma


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(Giovanni Maria Vian) Di nuovo nel titolo di un documento pontificio ricorre la dimensione della gioia, segno caratteristico della testimonianza cristiana. In essa è come racchiuso il Vaticano II, dall’avvio alla conclusione. Con le parole Gaudet mater ecclesia (“gioisce la madre Chiesa”) iniziava infatti il memorabile discorso di apertura con il quale Giovanni XXIII presenta il concilio e Gaudium et spes, la costituzione sulla Chiesa nel mondo contemporaneo, esprimeva nell’incipit la condivisione della gioia e della speranza delle donne e degli uomini del nostro tempo.
Dieci anni dopo la conclusione del Vaticano II, è con l’invito appassionato della Lettera ai filippesi che si apre l’unico testo papale interamente dedicato alla gioia, l’esortazione Gaudete in Domino di Paolo VI: «Rallegratevi nel Signore, perché egli è vicino a quanti lo invocano con cuore sincero». Non è allora un caso che il testo di Montini sia il primo a essere citato da Papa Francesco nella sua Evangelii gaudium, per sottolineare che «nessuno è escluso dalla gioia portata dal Signore».
Consegnata a conclusione di un anno della fede voluto da Benedetto XVI per ricordare il concilio che provvidenzialmente ha rinnovato la Chiesa, l’esortazione apostolica è un documento eccezionale. Innanzi tutto perché nasce dal cuore del vescovo di Roma, frutto di una esperienza in prima linea e della sua prolungata meditazione sull’urgenza di annunciare il Vangelo nel mondo di oggi. Il contenuto e lo stile inconfondibili di Papa Francesco caratterizzano infatti il testo e attirano chi lo legge.
Nelle pagine iniziali il Pontefice ricorda certo il sinodo sulla “nuova evangelizzazione” e dichiara di raccoglierne la ricchezza, ma il documento — che peraltro non reca la specifica “post-sinodale”, quasi a sottolinearne l’origine personale — ne esprime le preoccupazioni «in questo momento concreto dell’opera evangelizzatrice della Chiesa». Anche se «non è opportuno che il Papa sostituisca gli Episcopati locali nel discernimento di tutte le problematiche che si prospettano nei loro territori» e bisogna invece «procedere in una salutare “decentralizzazione”».
Il vescovo di Roma afferma di non aver avuto l’intenzione di scrivere un trattato teorico, ma di «mostrare l’importante incidenza pratica» degli argomenti toccati dal testo. Con uno scopo ben preciso: aiutare a «delineare un determinato stile evangelizzatore» che Papa Francesco invita ad assumere «in ogni attività che si realizzi». Uno stile che si può rappresentare nell’immagine di una Chiesa che sia davvero aperta: per annunciare il Vangelo accompagnando l’umanità di oggi «in tutti i suoi processi, per quanto duri e lunghi possano essere».
E colpisce la prosa coinvolgente di questa magna charta per la Chiesa di oggi, testo che dichiara esplicitamente di avere «un significato programmatico e dalle conseguenze importanti»; perché non è possibile «lasciare le cose come stanno» e occorre costituirsi in uno «stato permanente di missione». Con lo scopo, implorato nella preghiera finale alla Vergine, di «cercare nuove strade perché giunga a tutti il dono della bellezza che non si spegne».
L'Osservatore Romano, 27 novembre 2013.

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Evangelii gaudium, un manuale pastorale e il ritorno di alcuni temi postconciliari

di A. Ambrogetti
Un testo personale scritto dopo il viaggio a Rio de Janeiro. La Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium è un ponderoso testo di circa 250 pagine, scritte in spagnolo da Papa Francesco. Una summa di quello che il Papa ha detto in questi nove mesi di pontificato, a partire da molti dei pensieri che Francesco ha ricordaro nelle omelie del mattino nella messa privata a Santa Marta. Pastoralità latinoamericana tipica di quella “teologia pastorale urbana” dell’ Argentina che Bergoglio ha praticato e seguito per anni come cardinale di Buenos Aires.Non sono idee nuove o rivoluzionarie, piuttosto si tratta di un manuale di pastorale che potrà essere utile nelle parrocchie.
Una delle vere novità è l’attenzione alle conferenze episcopali e quindi delle modalità dell’esercizio del Ministero Petrino. Il Papa dice che manca una vera applicazione della collegialità in questo ambito e scrive: “Non si è esplicitato sufficientemente uno statuto delle Conferenze Episcopali che le concepisca come soggetti di attribuzioni concrete, includendo anche qualche autentica autorità dottrinale”. Il Papa fa riferimento al Motu proprio di Giovanni Paolo II Apostolo suos, ma poi non approfondisce il tema. Forse per proporne il dibattito ai fedeli.
Da qui sicuramente verrano i dibattiti più accesi. Che si intende infatti per “autorità dottrinale”? E quali gli ambiti della dottrina che possono essere “gestiti” a livello di Conferenza episcopale?
Sono temi lasciati aperti e che dovranno essere approfonditi anche per quanto riguarda l’esercizio collegiale del Ministero Petrino.
Il testo pontificio va oltre il tema della Nuova Evangelizzazione e tocca un po’ tutti i temi della vita sociale del cristiano. Il filo rosso del testo è la missionarietà, l’uscire da se stessi per andare verso il resto del mondo.
Un tipo di lavoro che la Chiesa deve affrontare con una conversione alla pastoralità, senza indulgere in burocraticismi.
Il Papa usa un linguaggio a volte vivace a volte un po’ difficile con riferimenti a filosofie e teologie degli anni dell’immediato post Concilio, ma c’è davvero argomentazione per tutti.
Il Papa, ha ricordato Rino Fisichella, “indugia in espressioni ad effetto e crea neologismi per far cogliere la natura stessa dell’azione evangelizzatrice.”
Nel testo c’è spazio per i Sacramenti, per il dialogo ecumenico, per i problemi della povertà, per la pietà popolare, per la liturgia, per i problemi sociali.
I principi dottrinali rimangono quelli di sempre, ma si amplia l’area di interesse e il Papa guarda al sociale e alla società partendo dal basso.
Significativo anche lo spazio dedicato ad una vera “pastorale dello Spirito Santo” anche questo originario della teologia latinoamericana che affronta la aggressività delle sette con una attenta rilettura proprio dello Spirito.
Molte le citazioni dei documenti delle varie conferenze episcopali nel mondo.
Il Papa riporta nella Costituzione i temi principali del documento di Apericida, da lui preparato alla concusione della assemblea del 2007, e ritorna a mettere in guardia dal pericolo dello gnosticismo e del pelagianismo.
Ci sono nel testo alcuni passaggi che potranno essere “usati” per sostenere tesi che il Papa non presenta. Come il passaggio dedicato al Sacramento dell’ Eucaristia.
Tra le molte indicazioni pastorali anche una speciale per la attenzione alla omelia nelle messe. Un tema che era stato trattato nel Sinodo sulla Parola di Dio e che il Papa approfondisce e amplia.
Significativo anche che il Papa ricordi come la attività missionaria del cristiano non deve essere timida, e ricorda che l’identità cristiana è la strada per una vera evangelizzazione.
Nel testo ci sono gli echi dei tempi più classici del Concilio, dalla inculturazione alla opzione per i poveri del Documento di Puebla e della Populorum progressio e anche la Deus Carits est con la sua attenzione al compito della Chiesa che “non può nè deve rimanere ai marigini della lotta per la giustizia”.
Il testo è chiaramente rivolto ai cristiani, non “a tutti gli uomini di buona voltà”, un testo ad intra che serve un po’ da manuale per le comunità e apre anche spazio al dibattito su temi che da decenni vengono usati all’interno della Chiesa cattolica per cercare di “forzare” il Vangelo.
Una nota sui media. Il Papa non esita ad affermare che: “ Nel mondo di oggi, con la velocità delle comunicazioni e la selezione interessata dei contenuti operata dai media, il messaggio che annunciamo corre più che mai il rischio di apparire mutilato e ridotto ad alcuni suoi aspetti secondari”.
Insomma il pericolo, come quello del progresso tecnologico, è quello di rendere tutto superficiale e mal interpretato.
Per il Papa quindi il rischio della “secolarizzione” c’è ed è fortissima e dipende in gran parte dalla mancanza di formazione religiosa, ma anche dalla mancanza di veri rapporti, di una vera cultura dell’ incontro, di una pastorale “che scaldi il cuore”.
Colpa del clero o dei laici? La lettura del voluminoso testo del Papa che riassume i temi di sempre e ripropone interrgativi non ancora risolti è quanto meno una occasione per un buon esame di coscienza.

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#EvangeliiGaudium di Papa Francesco: "Stupefacente" per Twitter

Il documento pontificio trending topic dopo la pubblicazione

Roma, 26 nov. (TMNews) - Commenti entusiasti (e qualche ironia) su Twitter per la nuova esortazione apostolica "Evangelii Gaudium" di Papa Francesco, pubblicata oggi e diventata subito trending topic sul social network di microblogging.

Antonio Spadaro, direttore de "La Civiltà Cattolica", ha twittato alcuni passi del documento relativi al Concilio Vaticano II: #EvangeliiGaudium "Il Concilio Vaticano II ha presentato la conversione ecclesiale come l'apertura a una permanente riforma di sé" (26). "Il Concilio Vaticano II ha affermato che esiste una "gerarchia" delle verità nella dottrina cattolica" (36)". "Il Concilio Vaticano II ha affermato che le Conf. episcopali possono portare un contributo al senso di collegialità (32)". E Massimo Faggioli, studioso italiano che insegna negli Stati Uniti, ha sua volta sottolineato: "#Francis #EvangeliiGaudium is a rehabilitation of Vatican II, but also and especially of post-conciliar theology. Adieu to the culture wars" (#Francesco #EvangeliiGaudium è una riabilitazione del Vaticano II, ma è anche e soprattutto una teologia post-conciliare. Addio alle guerre culturali").

Giovanni Tridente, che sul suo profilo si presenta come "cattolico romano, giornalista, comunicatore istituzionale, docente", ha espresso in un tweet il suo entusiasmo per il Papa e ha consigliato a tutti di leggere il suo testo: "Il mio titolo per #EvangeliiGaudium: scuola di umanità! #PapaFrancesco ci insegna a vivere bene e con #gioia #leggetela #èstupefacente". "Aperta, audace, creativa, in cammino, in permanente conversione. È la Chiesa di #PapaFrancesco. #EvangeliiGaudium" ha scritto invece Alessandro Gisotti, vice-caporedattore di Radio Vaticana. Per Bruno Mastroianni, giornalista esperto di comunicazione sociale e della chiesa, la Evangelii Gaudium "è una lettura liberatoria. Ve la twitterò tutto il giorno".

Padre Fabian Baez, sacerdote di Buenos Aires, ha invece commentato: "En el GRAN discurso del #PapaFrancisco a los obispos del Celam en Rio, está el núcleo de #EvangeliiGaudium Importantisimo documento" ("Nel grande discorso di #PapaFrancisco ai vescovi del Celam a Rio, c'è il nucleo dell'#EvangeliiGaudium. Importantissimo documento").

Non mancano comunque anche commenti ironici. C'è chi si chiede se Papa Francesco con la sua esortazioni non possa "proprio candidarsi alle primarie del Pd", oppure, dagli Stati Uniti, c'è chi chiede di poter vedere la faccia di Sarah Palin, icona della destra americana, quando legge la Evangelii Gaudium.