giovedì 28 novembre 2013

A formare i preti si impara dalla famiglia



Parla il vescovo segretario per i seminari della Congregazione per il clero. 

«Il seminario è una famiglia» e, «come in ogni famiglia, ogni bambino è diverso, e ogni bambino insegna al papà come essere padre». Parola di monsignor Jorge Carlos Patrón Wong, presule messicano, che poco più di due mesi fa, il 21 settembre, Papa Francesco ha chiamato a Roma, dalla guida della diocesi di Papantla, quale arcivescovo Segretario per i Seminari della Congregazione per il Clero. Nomina che non ha mancato di suscitare emozione tra la comunità cattolica messicana, anche perché dal 1997, quando l’arcivescovo Javier Lozano Barragán fu designato da Giovanni Paolo II presidente del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari, a nessun altro presule messicano era stato chiesto di lavorare direttamente in un dicastero vaticano. La sottolineatura è della rivista spagnola «Vida Nueva», che, intervistando monsignor Patrón Wong, ha anche rilevato come tale nomina rappresenti uno dei tratti di continuità con il pontificato di Benedetto XVI, che tante energie ha dedicato nel ribadire l’importanza della formazione e del discernimento pastorale dei candidati al sacerdozio. Non a caso uno tra gli ultimi atti di quel pontificato è stato, il 16 gennaio 2013, il motuproprio Ministrorum institutio, con il quale, modificando la costituzione apostolica Pastor bonus, si è trasferita la competenza sui seminari dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica alla Congregazione per il Clero.
Rispondendo alle domande di Felipe De J. Monroy, direttore di «Vida Nueva México», monsignor Patrón Wong ha colto l’occasione per tracciare il proprio programma di lavoro, che è stato chiamato a realizzare in stretta intesa con il nuovo prefetto del dicastero, l’arcivescovo Beniamino Stella. Un lavoro che il presule messicano si augura possa avere un accento il più possibile pastorale. «Quello che so è che, per me, il popolo di Dio sono i seminaristi, i direttori e i formatori, naturalmente con il sostegno dei miei fratelli vescovi». Un compito delicato, in cui occorre tenere nella dovuta considerazione «le paure, le speranze, le richieste dei giovani seminaristi» e allo stesso modo quelle dei formatori, ben sapendo che quello che essi svolgono, insieme con i vescovi, «è un servizio molto particolare della vita sacerdotale» e che la formazione dei sacerdoti è per la stessa Chiesa una «priorità». In questo lavoro monsignor Patrón Wong potrà anche agevolmente fare ricorso al ricco bagaglio di esperienza accumulata in questi anni. Nel 2000, infatti, è stato nominato rettore del seminario maggiore di Yucatán, ricoprendo successivamente anche l’incarico di presidente dell’Organizzazione dei seminari latinoamericani. «Come messicano e latinoamericano, chiedo a Dio di avere un cuore cattolico e di aprirmi alle esperienze di Africa, Asia, Oceania, Europa e Nord America». Del resto, sottolinea ancora, «l’esortazione apostolica Pastores dabo vobis indica con chiarezza quello che dobbiamo fare». Il punto sta nel «come», nel trovare «i processi, le mediazioni, i metodi educativi». In questo senso monsignor Patrón Wong sottolinea l’importanza di un cammino da compiere «costantemente insieme» che tenga conto e possa adattarsi alle varie realtà continentali e nazionali. Negli ultimi anni, «sono stato testimone di come sia possibile che nei seminari del mondo si possa ottenere una intima relazione tra le verità del sacerdozio cattolico e quelle che i popoli vivono concretamente». Di qui, l’importanza che il seminario sempre più venga avvertito come una «famiglia». C’è poi la sfida dell’aggiornamento per rispondere ai segni dei tempi. «Il mondo sta cambiando in tale maniera, che molte delle cose che abbiamo scoperto oggi, tra quattro o cinque anni potrebbero non essere valide per i futuri seminaristi».
L'Osservatore Romano