martedì 29 ottobre 2013

"La riforma sarà profonda"

Concistoro


Lo annuncia l'agenzia I-Media: Francesco creerà il prossimo 22 febbraio i nuovi porporati, ma prima riunirà tutti i membri del collegio per consultarli

ANDREA TORNIELLI



Il concistoro per la creazione dei nuovi cardinali si terrà il prossimo 22 febbraio. Lo ha rivelato l'agenzia cattolica francese I-Media. In quella occasione Papa Francesco riunirà a Roma tutti i porporati per discutere con loro delle riforme.


Come già ricordato nei giorni scorsi, a quella data di febbraio 2014, rispetto al tetto di 120 fissato da Paolo VI, i posti liberi nel collegio degli elettori del Papa, cioè dei cardinali con meno di ott'attanni saranno 14, diventeranno 16 a fine marzo. Francesco avrà dunque la possibilità di dare la porpora ad altrettanti nuovi cardinali elettori.


Nella Curia romana tre sono i prelati che occupano posti cardinalizi senza avere la berretta: il Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, Gerhard Ludwing Müller, il nuovo Prefetto della Congregazione per il clero, Beniamino Stella, e il nuovo Segretario di Stato Pietro Parolin. Mentre diverse sono le sedi arcivescovili tradizionalmente cardinalizie i cui titolari non hanno la porpora (in Italia, Torino e Venezia). Ma qualsiasi previsione al riguardo è fuori luogo.


Nei prossimi mesi si completerà - con le conferme o con delle sostituzioni - l'organigramma di una Curia che, come annunciato, sarà sottoposta a una riforma profonda nelle sue strutture e nella sua organizzazione. E non è dato di sapere quali criteri adotterà Papa Francesco nel comporre la lista dei nuovi porporati.


Il 19 e 20 febbraio, due giorni prima della «creazione dei nuovi cardinali», Francesco discuterà con tutti i porporati arrivati a Roma. A quella data, il consiglio degli otto cardinali incaricati di studiare la riforma della Curia romana si sarà già incontrato per tre volte ed è dunque possibile che si tratti anche di questo nella discussione. Ma qualche mese dopo il concistoro è previsto un altro importante appuntamento, il Sinodo straordinario dei vescovi dedicato alla famiglia. Un altro dei possibili argomenti che potrebbero essere affrontato durante la riunione. 

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"La riforma sarà profonda"


Francisco Javier Errázuriz Ossa

Lo assicura il cardinale cileno Errázuriz, voluto da papa Francesco nel gruppo degli otto

ALVER METALLI

Francisco anche lui, ma di battesimo, il cardinale cileno Errázuriz è uno degli 8. A Roma, con gli altri cardinali che hanno ricevuto dal Papa l’incarico di riformare la curia vaticana c’era anche lui agli inizi di ottobre e c’è arrivato con un fascio di fogli che riassumevano le osservazioni raccolte dal Consiglio episcopale dell’America Latina, in sigla CELAM, di cui è stato presidente tra il 2003 e il 2007. Francisco Javier Errázuriz Ossa, emerito dal 15 dicembre 2010, quando Benedetto XVI ha accettato la sua rinuncia al governo dell'arcidiocesi di Santiago per raggiunti limiti d'età, racconta le giornate romane di lavoro sull’edizione argentina della rivista Vida Nueva.

Conferma che la riforma voluta dal Papa sarà profonda e “potrebbe concludersi con una nuova Costituzione Apostolica”. Del resto, commenta Errázuriz, “è quello che hanno detto di volere i cardinali nelle riunioni delle congregazioni previe all’elezione di Papa Francesco “e lui “ha assunto come proprio” il volere prevalente.

Il porporato cileno, che viene dalle fila del movimento Schönstatt, non nasconde che “c’era malessere” verso la Curia vaticana. “Si anela a una curia che incoraggi la nuova evangelizzazione, che appaia come un organo di servizio al Santo Padre e alle diocesi, e non come una istanza di controllo” precisa.
Quanto all’orientamento di fondo della riforma, essa punterà ad un «miglior coordinamento tra i differenti “ministeri” del Papa, e a un contatto fluido del Papa con i rispettivi responsabili».

Le cause dello sfilacciamento Errázuriz le rintraccia nel passato. Il tempo e le energie dedicate da Giovanni Paolo II ai viaggi lo avevano portato “a diminuire le riunioni con i suoi collaboratori”. Di qui la necessità di riprenderle, di qui la necessità di un “coordinatore”, che Errázuriz preferisce chiamare “Segretario generale della Curia”.

Un secondo orientamento sarà quello di una effettiva internazionalizzazione della Curia. Errázuriz fa notare come su 50 cardinali che collaborano con il Papa solo 3 siano iberoamericani. Cosa del tutto “sproporzionata”, che “dovrà cambiare”. “A Roma non solo ci sono pochi successori degli apostoli provenienti dall’America Latina; ma anche dagli altri continenti non europei”.

Un terzo orientamento è quello di rendere più agile la struttura complessiva. Ci si domanda, riferisce il cardinale cileno, “se sia necessaria una Curia romana così grande” e se “ci sono attribuzioni che potrebbero avere i vescovi diocesani e che sono state centralizzate a Roma”.

La maggiore partecipazione delle donne nelle istanze decisionali è una precisa richiesta del Papa e costituisce un orientamento anch’esso a cui sarà data attuazione, come anche la riforma della Segreteria di Stato, che si chiamerà probabilmente “Segreteria Papale”.

Il porporato, ottant’anni compiuti a settembre, anticipa che “nell’agenda delle prossime riunioni” degli 8 (all’inizio di dicembre e alla fine di febbraio) verranno esaminati “i differenti organismi che compongono la Curia”.

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Il cardinale Pell respinge l'attacco del capo dei lefebvriani al Papa


Colloquio con il porporato australiano che descrive il clima e le attese dell’incontro del Consiglio dei cardinali con Francesco sui temi della riforma della Curia

GERARD O'CONNELL

Il porporato, uno degli otto cardinali che Papa Francesco ha scelto per consigliarlo sulla riforma della Curia e il governo della Chiesa, racconta a Vatican Insider la sua esperienza dell’incontro storico del C8 dell’inizio del mese con il Papa. Il cardinale australiano sottolinea che “le informazioni fondamentali” sull’incontro, sono quelle fornite ai media il portavoce vaticano, Federico Lombardi, precisandoche i suoi “sono pensieri fraterni di  uno consiglieri del Papa, la cui missione è infatti sostenere il Papa, aiutandolo nel suo ruolo.”


Il Vescovo Fellay ha denunciato Papa Francesco come “un vero modernista” e ha detto che anche se la situazione della Chiesa è “vero disastro” prima dell’elezione dell’attuale Papa, lui adesso la sta rendendo “10.000 volte peggiore”

Penso in tutta franchezza che queste affermazioni siano delle sciocchezze da respingere con fermezza. Francesco ha detto che è un figlio fedele della Chiesa e tutto quello che ha fatto nella sua vita lo dimostra. Si preoccupa per la vita quotidiana delle persone, per quelli che soffrono, per chi è  economicamente svantaggiati e per quelli che affrontano situazioni difficili. E’ un esponente pienamente fedele degli insegnamenti di Cristo e della tradizione della Chiesa.


Quindi persone come Fellay hanno mal interpretato il pensiero Papa Francesco?

Si, e si tratta di una interpretazione assolutamente da respingere. In realtà è da decenni che i lefebvriani – o molti di loro – interpretano a modo loro la situazione. Benedetto ha tentato la riconciliazione, è questo è stato un suo grande merito, ma non c’è stata nessuna risposta da parte loro.  La Chiesa di oggi è ripartita dal Vaticano II e anche se non è necessario aderire ad ogni minuscolo dettaglio del Concilio, esso a parte della vita della Chiesa ora e in futuro e questo non si può cambiare.


Padre Carlos Galli, un teologo argentino, ha affermato di recente  che vede emergere nella Chiesa una specie di “sindrome del fratello maggiore”, con Francesco che esce sempre più spesso ad incontrare i figli smarriti

Penso che sta a noi da fratelli maggiori – a differenza del fratello maggiore nella parabola – seguire il padre che va ad incontrare il figlio prodigo. E’ nostro compito aiutarlo e difenderlo.


Lei e gli altri sette cardinali consiglieri avete avuto l’opportunità inedita di sedervi intorno a un tavolo insieme al Papa e discutere per tre giorni su questioni che riguardano il governo della Chiesa e la riforma della Curia Romana. Quali sono le sue impressioni dopo l’incontro?

Eravamo tutti  molto coscienti dell’importanza dell’occasione. Nessuno era in grado di ricordare quando fosse stata l’ultima volta che un Papa avesse incontrato un gruppo di consiglieri fuori dalla Curia Romana, un piccolo Concistoro convocato con regolare frequenza. Nel Consiglio degli 8 Cardinali e anche nel Consiglio del sinodo dei Vescovi del quale faccio parte, le discussioni erano significative, franche e cordiali. Il Papa ha voluto soprattutto ascoltare. Ha invitato i partecipanti a parlare liberamente; voleva che parlassimo francamente. Non gli piace essere adulato. Penso anche che non si farebbe ingannare facilmente. Non abbiamo sprecato tempo; le discussioni sono stati utili e sostanziali e non si è mostrato offeso da quello che gli abbiamo detto. Siamo consiglieri. Il nostro compito è consigliare e lui è certamente pronto ad accettare, rifiutare o modificare i nostri consigli. Siamo tutti coscienti di questo e apprezziamo l’opportunità che il Santo Padre ha dato a noi cardinali che proveniamo da diverse parti della Chiesa.  Penso che tutto questo porterà benefici duraturi alla Chiesa. E penso che la scelta di non isolarsi da parte del Papa sia stata molto importante. Al momento abbiamo accennato ai temi del governo della Chiesa universale e della riforma della Curia Romana. Chiaramente sorgeranno altre cose: il Papa ha parlato anche del tema del matrimonio e della vita familiare.

Gli 8 cardinali avranno un’altro incontro con Francesco dal 3 al 5 dicembre e poi un terzo il prossimo febbraio. Il Papa da l’impressione stia lavorando per giungere ad una rapida conclusione almeno a partire della riforma della Curia Romana. E’ un’interpretazione corretta?

Penso che sia  un’aspettativa ragionevole ma non saprei dire se andrà in questo modo. Credo sia più probabile una serie di incontri ogni due mesi, almeno fino alla metà dell’anno prossimo.  Non è un segreto che negli appuntamenti prima del Conclave, i cardinali avessero richiesto miglioramenti significativi nella vita della Curia Romana e credo che Papa Francesco si sta impegnando in ottenere questa svolta.


Pensa che con l’aiuto degli 8 cardinali consiglieri Papa Francesco avrà messo insieme un piano per la riforma della Curia Romana entro la metà del 2014?

Chissà? Credo che il Papa non voglia fermarsi perché tutti sappiamo che non è vantaggioso prolungare l’incertezza e l’ansia che accompagna questa situazione in tempi indefiniti.

Il Consiglio dei Cardinali collaborerà con i consiglieri della Commissione di 15 cardinali che sovrintende le finanze e l’organizzazione vaticane. Crede che i problemi legati alle finanze vaticane si possano risolvere a breve?

Fondamentalmente sì! Anche se  quando un risultato sembra sicuro, le cose possono sempre andare male. Nonostante ciò, credo che si stiano facendo grandi progressi nei lavori che riguardano lo IOR, la banca vaticana. La commissione dei sette esperti laici è un gruppo molto competente e stanno lavorando bene.


Qual è l’obiettivo principale di questa revisione delle finanze vaticane? 

Il nostro obiettivo è assicurarci che le operazioni della banca rispettino le norme internazionali, che ci siano controlli indipendenti annuali e che ci sia meno confusione.


Perché Francesco ha convocato questo Sinodo straordinario per studiare le sfide pastorali riguardanti la famiglia?

Ha convocato questo Sinodo straordinario – il terzo di questo tipo – per sottolineare le grandi di sfide che affrontano le famiglie e il matrimonio in tutto il mondo devono affrontare. Le statistiche colpiscono davvero. Quanto più i matrimoni falliscono, tanto più vediamo il matrimonio e la famiglia disintegrarsi, il che indebolisce la base della prosperità umana nella società. Quindi è un’enorme sfida che non solo la Chiesa dovrebbe intraprendere, ma anche i governi. Anche se i la politica si preoccupa troppo delle conseguenze finanziarie, i buoni governi dovrebbero tenere maggiore considerazione le conseguenze umane.


Papa Francesco ha consultato il Consiglio degli 8 cardinali consiglieri  e il Consiglio del Sinodo prima di convocare il Sinodo? 

Sì, ha consultato entrambi. Tutti hanno appoggio questa prospettiva e il Papa ha preso la decisione; anche perché è l’unico che può prenderla. Sembra iniziato un nuovo processo sinodale con la convocazione di un Sinodo Straordinario sulle sfide pastorali per la famiglia per l’ottobre del 2014. I risultati di questo evento verranno comunicate alle chiese locali che ne discuteranno ulteriormente. Poi si esaminerà il tutto al Sinodo Ordinario che si terrà nel 2015. penso che il tema dell’incontro che si terrà nel 2015 sarà leggermente diverso ma comunque, i temi dei Sinodi si sovrapporranno.


Quindi la famiglia sarà un tema di grande rilevanza in entrambi i Sinodi?

E’ ciò che prevedo.


Il Papa sta cambiando la maniera in cui funziona il sinodo?

Io ho fatto parte del Sinodo per tre o quattro volte ma è la prima volta che un Papa viene, si siede e parla con noi per ben due giorni come ha fatto Francesco. I vescovi gli sono molto grati per questo e per aver avuto l’opportunità di dire la loro e di essere ascoltati.


Questo nuovo modo di fare le cose le da molte speranze? 

Tutti i processi devono essere ben gestiti perché abbiano successo. Io prevedo che questo processo sarà positivo e qualsiasi problema provvisorio che si dovrà affrontare, rafforzerà la vita della Chiesa nel medio e lungo termine.


Cosa l’ha colpita di più della visita ad Assisi? 

Molte cose mi hanno colpito ma quello che mi ha fatto più impressione fu il fatto che il Papa ha passato un’ora insieme a cento giovani adulti disabili, ragazzi, bambini e bimbi. Ha salutato ognuno di loro separatamente, abbracciandoli, baciandoli e benedicendo loro e anche i loro genitori e assistenti. Sono stati momenti commoventi e ricordavano molto Cristo. Tutti hanno mostrato grande pazienza e c’erano i bambini disabili che gemevano e gridavano. Ha un’empatia enorme per i malati e i sofferenti e la gente lo sente.


E’ andato dall’Istituto Serafico alla sala della Spoliazione di San Francesco. In quel momento papa Bergoglio ha lasciato da parte il testo che aveva preparato e ha parlato con il cuore. Le sue impressioni sul discorso

Mi ha fatto molto piacere udire dal Papa che non sono solo i cardinali e il clero ad essere attaccati alla “mondanità”e ai valori mondani: è un obbligo per tutti i cristiani.


Dopo tutti questi giorni di condivisione passati insieme a Francesco, che impressione ha avuto di lui? 

E’ davvero un uomo buono, che mette in pratica ciò che predica dal punto di vista della semplicità e la povertà: è così da tanti anni. Penso che è un buon esempio del gesuita vecchio stile – pio, erudito, formidabile senso di autocontrollo e di autodisciplina, e una lunga esperienza in vari ruoli diversi. I gesuiti non sono famosi per le loro raffinatezze liturgiche ma lui celebra delle messe davvero bellissime. Il suo contributo alla vita della Chiesa sarà profondo e la comunità ne trarrà beneficio.

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I nodi del pastore Bergoglio   
Chiesa - L'Espresso
 
(Sandro Magister) Fu lui a importare in Argentina dalla Germania la devozione alla Madonna "che scioglie i nodi". Agli studi preferiva la cura d'anime. E oggi fa lo stesso: lascia ad altri l'esposizione della dottrina. Come nel caso della comunione ai divorziati risposati (...)