giovedì 15 agosto 2013

Chi comanda in Paradiso?




Il Papa alle Clarisse: se Pietro chiude le porte del Paradiso, Maria le apre


Prima della Messa a Castel Gandolfo, Papa Francesco, ha incontrato le Clarisse del Monastero di clausura di Albano, ad un mese dalla sua prima visita in questo istituto. L’incontro è durato circa tre quarti d’ora. Sergio Centofanti ha intervistato la Madre abbadessa, Maria Assunta Fuoco, e la Madre vicaria, suor Maria Concetta Sfregola:

D. - Madre Maria Assunta, come è andato l’incontro con il Papa?

R. - Esprimere i sentimenti che abbiamo vissuto in questo breve ma intenso incontro è difficile, però quello che il Santo Padre ci ha lasciato è questo: ci ha esortato a vivere fino in fondo la nostra vocazione, rimanendo fedeli al nostro carisma, quindi in quella semplicità, in quella ricerca di essenzialità, in quella povertà che ci fa sentire tutte sorelle. Quindi, questa ricerca forte di vivere una relazione fondata nell’amore del Signore. È un po’ se vuole quello che esprime la persona del Santo Padre: un’umanità molto ricca, un’umanità che non si ferma all’accessorio, ma va in profondità, creando relazione. Sono parole che lui ci ha detto, il suo stare in mezzo a noi, molto semplice, ma quella semplicità che rivela una profondità molto forte. Quindi è stato un momento che è difficile esprimere veramente! Però è stata una gioia e una forza che richiama ancora di più ad una responsabilità autentica, vera, della nostra risposta al Signore per la Chiesa e per il Santo Padre.

D. - Suor Maria Concetta, cosa l’ha colpita dell’incontro con il Papa?

R. - Lui era tranquillo, disteso come se non avesse alcun pensiero o nulla da fare. Ci ha parlato - in un modo che ci ha colpito tanto - di Maria, in questa Solennità dell’Assunta. La donna consacrata è un po’ come Maria. Ha raccontato una cosa simpatica, bella che ha fatto sorridere tutti, lui compreso: Maria sta all’interno della porta del Paradiso; San Pietro non sempre apre la porta quando arrivano i peccatori e allora Maria soffre un po’, però rimane lì. E la notte, quando si chiudono le porte del Paradiso, quando nessuno vede e nessuno sente, Maria apre la porta del Paradiso e fa entrare tutti. Ecco, abbiamo rivisto in questo, la nostra missione, la nostra vocazione. Questa vocazione alla vita contemplativa, in clausura, oggi non è compresa per niente, ma non importa! Qual è l’essenzialità? Qual è lo scopo di questa vita, di questa vocazione? Credo sia proprio questo. E oggi il Papa in poche parole ce lo ha ridetto. Nel silenzio, nel buio, nella notte, quando nessuno vede, nessuno sa, nessuno sente, quanta gente passa davanti ai monasteri di vita contemplativa e non sa neanche chi c’è lì dentro e perché stanno lì! Ecco, in questo silenzio, in questa notte, si svolge la nostra missione, cioè poter aprire le porte del Paradiso per far entrare tutta l’umanità, tutti gli uomini, fratelli e sorelle che forse neanche conoscono, neanche sanno e forse non hanno il dono della fede. Come Maria, aprire quella porta; ridare fiducia, speranza. Nessuno sa… ma non ci importa. Però lo sa Dio, lo sa Maria!
Radio Vaticana 

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Nella Messa del 15 agosto a Castel Gandolfo Papa Francesco è tornato sul tema della lotta tra Maria e il demonio, invitando a non trascurare la dimensione «antagonista», di lotta con Satana e il male, della devozione mariana.
Il Papa ha anzitutto ricordato come il Concilio Vaticano II nella «Lumen Gentium» affermi chiaramente al n. 59 la realtà storica dell'Assunzione:
«L’immacolata Vergine, preservata immune da ogni macchia di colpa originale, finito il corso della sua vita terrena, fu assunta alla gloria celeste col suo corpo e la sua anima, e dal Signore esaltata come la regina dell’universo». E al n. 68 lo stesso documento conciliare mette in relazione l'Assunzione con il destino escatologico della Chiesa: «La Madre di Gesù, come in cielo, glorificata ormai nel corpo e nell’anima, è l’immagine e la primizia della Chiesa che dovrà avere il suo compimento nell’età futura, così sulla terra brilla come segno di sicura speranza e di consolazione per il Popolo di Dio in cammino, fino a quando non verrà il giorno del Signore». Come fa spesso, il Pontefice ha commentato questi brani invitando a meditare su tre parole-chiave: lotta, risurrezione, speranza.
Anzitutto «la  lotta tra la donna e il drago. La figura della donna, che rappresenta la Chiesa, è da una parte gloriosa, trionfante, e dall’altra ancora in travaglio. Così in effetti è la Chiesa: se in Cielo è già associata alla gloria del suo Signore, nella storia vive continuamente le prove e le sfide che comporta il conflitto tra Dio e il maligno, il nemico di sempre». Tutti noi dobbiamo affrontare il diavolo, anche quando non ne siamo consapevoli. Ma Maria «lotta con noi, sostiene i cristiani nel combattimento contro le forze del male». Lo stesso Rosario, cui il Papa ha raccomandato la fedeltà quotidiana, «ha anche questa dimensione “agonistica”, cioè di lotta, una preghiera che sostiene nella battaglia contro il maligno e i suoi complici. Anche il Rosario ci sostiene nella battaglia». 
Seconda parola: «risurrezione». La nostra fede di gioca sul fatto che «Cristo è veramente risorto dai morti. Tutta la nostra fede si basa su questa verità fondamentale che non è un’idea ma un evento. E anche il mistero dell’Assunzione di Maria in corpo e anima è tutto inscritto nella Risurrezione di Cristo», perché «anche Maria ha conosciuto il martirio della croce: il martirio del suo cuore, il martirio dell’anima. Lei ha sofferto tanto, nel suo cuore, mentre Gesù soffriva sulla croce. La Passione del Figlio l’ha vissuta fino in fondo nell’anima. E’ stata pienamente unita a Lui nella morte, e per questo le è stato dato il dono della risurrezione». E anche questo è un fatto, non un mero simbolo.
Terza parola: speranza. «Speranza è la virtù di chi, sperimentando il conflitto, la lotta quotidiana tra la vita e la morte, tra il bene e il male, crede nella Risurrezione di Cristo, nella vittoria dell’Amore. Maria ci credeva, e oggi questo atto di fede «è particolarmente  intenso là dove il Corpo di Cristo patisce oggi la Passione». La persecuzione continua. Ma continuano anche la fede, la speranza e l'aiuto di Maria che cammina con i cristiani perseguitati nella storia.
Introvigne