martedì 20 agosto 2013

Buoni propositi per le vacanze

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di Costanza Miriano
Buoni propositi per le vacanze: affrontare con signorile rassegnazione la prova bikini, tentare un giorno di arrivare in spiaggia a un orario decente (e non, come al solito, all’ora in cui le madri serie mettono i figli al riparo dai raggi più dannosi), fingere almeno un po’ di entusiasmo andando sul pedalò, protestare poco per l’aria condizionata a livello 5 che mio marito mette in macchina (è per fare contento il pinguino che ha sotto il sedile). Ma soprattutto pregare di più.
Avrò più tempo per farlo, e anche se per una mamma la parola vacanza non esiste, di certo in estate l’impegno nel seguire i figli è molto meno vincolato da orari quotidiani: vuoi mettere non dover sovrintendere, armata di frusta, alla tortura dei compiti, tutti i santi giorni?
Quello della preghiera è di gran lunga il proposito decisivo, quello che cambia totalmente la qualità e l’esito della nostra vita. Perché anche se progrediamo nella vita spirituale – ma starò davvero progredendo? o girando in tondo come un criceto? – anche se le tentazioni, i pericoli che corriamo, sono magari più raffinati, meno grossolani, anche se la nostra vita sembra avere una scorza impeccabile, il nostro cuore, da cui dipende la qualità delle nostre azioni, è sempre a rischio.
Davvero, me ne rendo sempre più conto, senza lo Spirito Santo, che chiediamo e certamente otteniamo nella preghiera, «nulla è nell’uomo, nulla senza colpa» (sequenza di Pentecoste). Tutte le nostre azioni e anche le nostre parole sono a rischio, anche se viviamo apparentemente da buoni cristiani. Davvero solo la preghiera ci custodisce. Possiamo per esempio fare apostolato per vanagloria, possiamo risolvere qualche problema a qualcuno e poi andarlo a dire a tutti, possiamo avere uno spirito manageriale e non davvero caritatevole nell’affrontare i bisogni, possiamo ascoltare gli altri e poi giudicarli… Insomma quello che è nel cuore dell’uomo è proprio così, mai senza colpa, e non è con lo sforzo della volontà che ci salviamo, ma solo con la preghiera. È la preghiera che, con fedeltà e pazienza, gradualmente, progressivamente, toglie ogni volta un altro piccolo pezzo di noi, e ci mette dentro un altro po’ di Dio.
fonte: Credere