sabato 20 luglio 2013

Caro Papa, ascolta il Brasile in lotta...



Il Santo Padre Francesco si è recato oggi pomeriggio alla Basilica di Santa Maria Maggiore per chiedere alla Vergine la sua protezione per il prossimo viaggio apostolico in Brasile, per i giovani che si riuniranno nella Giornata Mondiale della Gioventù di Rio de Janeiro e per tutti giovani del mondo. 
Il Papa è giunto alla Basilica verso le 16.45, dove è stato accolto dal Cardinale Arciprete Santos Abril y Castelló, è entrato dalla porta laterale presso la Sacrestia e si è subito recato alla Cappella dove si trova l’immagine della Madonna Salus Populi Romani e dove erano riuniti i canonici della Basilica e la comunità dei Padri domenicani. Davanti all’icona mariana il Papa ha sostato a lungo in preghiera silenziosa, per oltre mezz’ora, poi ha offerto un omaggio floreale ed ha acceso un cero che recava anche il logo simbolico della Giornata della Gioventù di Rio de Janeiro. Poiché la Basilica era aperta al pubblico e numerosi fedeli erano presenti, il Papa prima di uscire ha sostato davanti all’altare centrale della Basilica, dove ha ascoltato un breve indirizzo di omaggio del Cardinale Arciprete e ha rivolto alcune parole ai fedeli, chiedendo loro di accompagnare anch’essi, “con la preghiera, con la fiducia e con la penitenza” il suo viaggio in Brasile e il suo incontro con i giovani di tutto il mondo. La visita nel suo insieme è durata un poco più di un’ora. Alle 18 il Santo Padre era di ritorno in Vaticano. A quaranta giorni esatti dalla sua prima visita da Papa - era il 14 marzo, la mattina dopo l'elezione - Francesco è tornato nella Basilica di Santa Maria Maggiore per guidare il Rosario del primo sabato di maggio ma anche per la presa di possesso ufficiale. «Fratelli e sorelle grazie tante per vostra presenza nella casa della mamma di Roma. Viva la Madonna» ha detto invitando tutti i presenti a rispondere. La folla che non era riuscita ad entrare nella Basilica (già gremita) ha risposto con gioia. «Affidiamoci alla Madre - ha aggiunto il Papa - Io prego per voi ma vi chiedo di pregare per me, ne ho bisogno». Alla fine ha salutato: «Vi auguro buona domenica».


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Caro Papa, ascolta il Brasile in lotta   
il Fatto Quotidiano - Rassegna "Fine settimana"
 
(Frei Betto) Caro papa Francesco, il popolo brasiliano la aspetta con braccia e cuore aperti. Dopo la sua elezione il papato ha una faccia più allegra. Lei ha rinnovato la speranza che la Chiesa cattolica si riavvicini al Vangelo di Gesù e si allontani dalla monarchia che domina (...)

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Il progetto pastorale di Papa Francesco per i giovani. Una rivoluzione silenziosa

(Cardinale Stanisław Ryłko, Pontificio Consiglio per i Laici) Ogni volta che si celebra, la Giornata mondiale della gioventù suscita sempre un grande interesse. Nello stesso momento, però, apre alcuni interrogativi: come mai, in questo tempo di secolarizzazione dilagante, i giovani accolgono in modo così generoso ed entusiasta gli inviti del Papa? 
Perché i media dedicano tanto spazio a questi raduni? E perché la Chiesa guarda a essi con tanta speranza? Forse la risposta più immediata è che le gmg portano sempre grandi novità, sorprendono, suscitano meraviglia, perché i giovani stessi sono una novità nel mondo, sono portatori di una freschezza dell’umano, di nuove speranze riguardo al futuro.
Occorre allora chiedersi anzitutto cosa sono in realtà le gmg. Il fondatore, il beato Giovanni Paolo II, vedeva in esse soprattutto un’epifania, una rivelazione del volto giovane della Chiesa. Papa Wojtyła era persuaso che per i giovani di oggi questi appuntamenti attorno al successore di Pietro — la cui vocazione è confermare nella fede — fossero laboratori, in cui la fede nasce, matura e cresce; e anche luoghi particolari del dialogo, molto importante, tra la Chiesa e le nuove generazioni. Del resto, come scrisse nella magna charta del laicato cattolico «La Chiesa ha tante cose da dire ai giovani e i giovani hanno tante cose da dire alla Chiesa» (Christifideles laici, n. 64). 
Poi, sulla stessa lunghezza d’onda, il suo successore Benedetto XVI ha visto nelle gmg «una vera cascata di luce e di speranza»; una «nuova evangelizzazione in atto», di cui protagonisti sono i giovani. Ha definito le gmg una «medicina contro la stanchezza del credere» — pensando soprattutto alle nuove generazioni del mondo occidentale — e “luoghi” in cui nasce un «modo nuovo di essere cristiani: ringiovanito e pieno di entusiasmo e di gioia della fede».
Adesso è la volta di Papa Francesco, il quale subito dopo l’elezione, nella domenica delle Palme 2013, ha annunciato con entusiasmo di voler seguire le orme dei predecessori in questo cammino dei giovani attraverso il mondo: «Le gmg sono una festa della fede», ha detto, assegnando all’appuntamento brasiliano un significato ancora più pieno, alla luce dell’Anno della fede che stiamo celebrando. Nell’omelia delle Palme si è rivolto ai giovani affermando: «Voi avete una parte importante nella festa della fede! Voi ci portate la gioia della fede e ci dite che dobbiamo vivere la fede con un cuore giovane, sempre», a prescindere dall’età. Un convincimento che riecheggia nelle pagine della sua prima enciclica: «Tutti abbiamo visto come, nelle giornate mondiali della gioventù, i giovani mostrino la gioia della fede, l’impegno di vivere una fede sempre più salda e generosa... La fede non è un rifugio per gente senza coraggio, ma la dilatazione della vita» (Lumen fidei, 53).
A queste parole se ne potrebbero aggiungere tante altre pronunciate da Papa Bergoglio, che con semplicità e incisività esorta: «Non siate cristiani tristi», «non lasciatevi rubare la speranza». Per lui le gmg sono dunque un segno e una ricarica di speranza per la Chiesa e per i giovani stessi.
Alla luce di queste riflessioni è perciò possibile individuare nel magistero dei tre Pontefici alcuni punti focali delle gmg: l’incontro con Cristo nella sua parola e nei sacramenti dell’eucaristia e della confessione; l’esperienza della Chiesa non come realtà fredda e lontana dall’uomo, ma come compagnia di amici che sostiene nel cammino; la scoperta nella persona del Papa, successore di Pietro, come amico, guida e maestro nella fede. 
In quasi trent’anni di vita le gmg hanno generato tanti frutti spirituali e toccato milioni di cuori in tutti i continenti. Anzitutto hanno contribuito alla nascita di una nuova generazione di giovani, che si confronta con la fede e con la Chiesa in modo inedito: è la “generazione gmg”, ragazze e ragazzi ben lontani dagli stereotipi con cui vengono raffigurati dai media; giovani che hanno il coraggio di confrontarsi con le domande essenziali della vita, come la questione di Dio. Per questo si parla di “rivoluzione silenziosa” che avviene nel mondo giovanile grazie agli incontri mondiali. Ma sebbene essi coinvolgano sempre masse molto numerose — a Tor Vergata nel 2000 c’erano due milioni di persone e all’ultimo raduno, a Madrid nel 2011, diverse centinaia di migliaia — si tratta comunque di una minoranza. Ma è una “minoranza creativa”, determinante per il futuro del mondo e della Chiesa.
Altri frutti concreti e tangibili delle gmg sono le vere e proprie conversioni che maturano dalla partecipazione a questi incontri; radicali cambiamenti di vita; scelte vocazionali indirizzate verso il sacerdozio o la vita consacrata oppure al matrimonio cristiano. In ogni caso, scelte definitive. E siccome i giovani di oggi soffrono di un grande deficit di speranza, specie quelli del mondo occidentale in crisi culturale ed economica, e in ultima analisi in crisi antropologica, le gmg hanno riacceso per molti la fiaccola della speranza. È nata una nuova generazione, i giovani del “sì” a Cristo e alla Chiesa, all’interno della quale si è formata anche una nuova generazione di operatori di pastorale giovanile, più sensibili ai bisogni spirituali dei giovani. Grazie a loro l’impegno della Chiesa in questo campo è divenuto più intenso e consapevole; sono pastori della gioventù, che prima di essere maestri, sono testimoni della fede. 
E in tal senso ogni gmg costituisce una grande sfida per la pastorale giovanile della Chiesa, perché i giovani dovrebbero essere sempre una priorità dell’impegno evangelizzatore della Chiesa. E si tratta di un compito non facile, anzi molto esigente, che richiede dai pastori grande coerenza e trasparenza di vita, perché i giovani sono particolarmente sensibili a questo aspetto: è richiesta una testimonianza autentica di fede.
Ma in questo contesto bisogna aprire ora la riflessione sul progetto pastorale di Papa Francesco nei confronti dei giovani. Il Santo Padre già nei primi quattro mesi del suo pontificato ha dimostrato come essi siano per lui un’importante priorità e nei suoi interventi è possibile rintracciare le grandi linee di tale progetto. Anzitutto si è dimostrato un vero maestro nel comunicare con loro, con stile semplice, concreto, incisivo, con un linguaggio che sa essere vicino ai giovani. In secondo luogo ha saputo individuare un traguardo fondamentale: aprire i giovani all’incontro con Cristo, che pieno di misericordia mai si stanca di perdonare. Un terzo aspetto riguarda il suo insistere sul fatto che i giovani, discepoli di Cristo, devono avere un “cuore grande”, come diceva il 7 giugno agli alunni delle scuole gestite dai gesuiti, aggiungendo che devono «imparare ad essere magnanimi», cioè non aver paura delle cose grandi per poter impegnare la vita in grandi ideali, mantenendo vivo «il desiderio di compiere grandi cose per rispondere a ciò che Dio ci chiede, e proprio per questo compiere bene le cose di ogni giorno, tutte le azioni quotidiane, gli impegni, gli incontri con le persone».
Inoltre per Papa Bergoglio i giovani devono avere il coraggio di andare controcorrente nella cultura dominante di oggi ed essere fieri di poterlo fare con l’aiuto del Signore. Devono sapere essere insomma segno di contraddizione nella società sempre più secolarizzata.
Inoltre il progetto pastorale del Pontefice per i giovani contiene un pressante invito a camminare, a non fermarsi mai e a non aver paura di cadere. Perché dalle cadute occorre sapersi rialzare e riprendere la marcia per avanzare sempre di più, senza mai sentirsi appagati. Di conseguenza non bisogna temere le decisioni definitive, “a vita”. Il Papa insiste molto sul fatto di non cedere al fascino del provvisorio: soprattutto quando si tratta delle non facili scelte legate al discernimento vocazionale. 
Infine l’ultimo punto: un discepolo di Cristo è missionario e i giovani sono chiamati a essere i veri protagonisti dell’annuncio del Vangelo al mondo di oggi. In questa linea si colloca anche la ricorrente sollecitazione di Papa Francesco: «I giovani devono dire al mondo: è buono seguire Gesù; ... è buono uscire da se stessi alle periferie del mondo e dell’esistenza per portare Gesù». E qui entriamo proprio nel tema specifico della gmg di Rio, che sarà prettamente missionaria: «Andate e fate discepoli tutti i popoli!» (cfr. Matteo, 28, 19).
Insomma ogni Pontefice porta un soffio nuovo: e così dopo pochi mesi abbiamo già chiaro e delineato il preciso progetto pastorale di Papa Francesco per i giovani. E come nella prima enciclica ha confidato di essersi servito di un testo preparato da Joseph Ratzinger, così anche la gmg di Rio è un’opera a quattro mani: è stato Benedetto XVI a scegliere provvidenzialmente l’America latina e il Brasile e a guidare l’iter di preparazione con il suo messaggio del 12 ottobre 2012, quattro mesi prima della sua rinuncia. Ed ecco che a presiederla sarà il primo Papa del continente latinoamericano, dove la gmg torna a oltre un quarto di secolo dalla storica Giornata di Buenos Aires, la prima a essere celebrata lontano da Roma.
L'Osservatore Romano

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Quella gioia che viaggia via web

Borsoni, zaini e sacchi a pelo in spalla, continuano a giungere a migliaia i giovani del popolo della gmg che si sono dati appuntamento a Rio de Janeiro, dove incontreranno Papa Francesco. Arrivano da ogni angolo del pianeta, tutti animati da spirito di allegria e gioia cristiana, tanto da contagiare la città che a poco a poco sembra essa stessa riacquistare il suo innato senso della festa, dopo tanti giorni difficili. Se i latino-americani, brasiliani e argentini in testa, fanno la parte del leone, gli europei rappresentano almeno il 20 per cento degli iscritti: 7.000 italiani, 5.000 francesi, 2.600 spagnoli 2.000 tedeschi e 1.700 polacchi. C’è anche da ricordare che in tanti sono da tempo in altre diocesi del Brasile per partecipare alla settimana missionaria. 
Nella metropoli carioca si svolgono frattanto varie iniziative che fanno da contorno alla gmg vera e propria: il pellegrinaggio della croce e dell’icona mariana, la fiera vocazionale, i festival culturali e una serie di incontri animati da un continuo scambio di esperienze, che grazie all’utilizzo di social network e new media vengono rilanciati nelle famiglie, nelle parrocchie e nelle diocesi di provenienza. Anzi è proprio la tecnologia che si propone sempre più come protagonista nei raduni delle nuove generazioni. Smartphone e tablet a portata di mano, permettono ai giovani di scambiarsi informazioni e sensazioni soprattutto su Facebook e Twitter.
E la Chiesa da parte sua risponde alle sfide del mondo digitale con una presenza senza precedenti. Basti pensare al sito ufficiale della gmg www.rio2013.com attivo in sette lingue: portoghese, inglese, spagnolo, francese, polacco, italiano e tedesco. Al suo interno, ad esempio, il canale «Tu nella gmg» ospita racconti di persone che hanno già vissuto l’allegria di una giornata mondiale, le attese di chi partecipa all’avvenimento, il modo con cui ci si è preparati, come racimolare e mettere da parte il denaro necessario per il viaggio. Naturalmente è possibile corredare testimonianze e informazioni con foto e video personalizzati. Per accedere è sufficiente inserire nome, città, comunità o gruppo di appartenenza. «Partecipa a questa condivisione — è l’invito-slogan dei promotori — e posta una foto con gli amici, la parrocchia, il gruppo giovani, la famiglia, o anche da solo, ma mostrando il tuo amore per la gmg. Sarà impossibile non emozionarsi con le testimonianze di fede e coraggio, o divertirsi con la creatività di molti pellegrini, e sorprendersi della capacità della fede di unire e contribuire alla riuscita della giornata. Racconta la tua storia e mostra al mondo cosa provi e cosa fai per la gmg». In precedenza il canale “Preparazione” ha offerto mensilmente una lectio divina specifica su vari temi, ispirati a quello missionario della gmg di Rio. E per la riflessione dei giovani non mancano strumenti più tradizionali come un buon libro: le diocesi e i movimenti cattolici brasiliani hanno infatti ricevuto un milione di copie in portoghese di YouCat, il volumetto ispirato al Catechismo della Chiesa cattolica, elaborato da cinquanta giovani austriaci e pubblicato per la prima volta nel 2011, in occasione della gmg di Madrid. Diffuso in italiano, francese, inglese, spagnolo, tedesco e polacco, nel 2012 è stato tradotto anche in arabo in occasione del viaggio di Benedetto XVI in Libano. (gianluca biccini)
L'Osservatore Romano