lunedì 3 giugno 2013

Intervista a Kiko Argüello. Corona Misterica di Cagliari.



Una pala d'altare di 85 metri quadri: al centro il Cristo Pantocrator e ai lati le scene principali della sua vita terrena, la Dormizione di Maria e la Pentecoste. La grande opera pittorica è stata realizzata nella Chiesa della Vergine della Salute, a Cagliari, da un'equipe di circa 25 pittori spagnoli e italiani e completata da Kiko Argüello, artista e iniziatore del Cammino neocatecumenale. L'inaugurazione è avvenuta mercoledì alla presenza dell'arcivescovo di Cagliari, mons. Arrigo Miglio e dello stesso Kiko Argüello. 

Dall'Annuncio dell'Angelo a Maria all'Apparizione del Risorto fino alla Pentecoste: sono le scene che coronano il grande Cristo Pantocrator posto al centro della pala d'altare della Chiesa della Vergine della Salute, a Cagliari. Una pittura che con il suo sfondo d'oro vuole aiutare i fedeli nella fede attraverso la bellezza. I dipinti sono realizzati con lo stile delle icone. Perché? Ci risponde Kiko Argüello:

R. -- Stiamo cercando di creare un ponte con l'Oriente. Bisogna recuperare il canone della Chiesa orientale, che è stato mantenuto durante i secoli, mentre la Chiesa d'Occidente dopo il 1.400, con Giotto, comincia a tracciare la prospettiva e la terza dimensione. Oggi, penso che anche grazie a tutta l'arte occidentale moderna -- grazie a Picasso, a Braque, alle grandi scoperte impressionistiche -- si possa arricchire la bellezza dell'arte orientale, riprendendo il canone. Molta gente, infatti, resta impressionata e in moltissima gente si risveglia l'anima, perché questa pittura usa la prospettiva inversa: il punto focale non è dentro il quadro, ma è fuori.

D. -- La bellezza, l'arte, colpisce la parte dell'uomo più emotiva. Perché è importante questo per l'evangelizzazione: perché le persone si sentono amate?

R. -- Tutta la natura è piena della bellezza di Dio. Tutto è bello nella natura. Noi seguiamo questa linea anche per evangelizzare: sto facendo anche musica, scultura. E' stata fatta una scultura di Giovanni Paolo II e adesso questa grande pala d'altare, che fa presente il Cielo.

D. -- Questa immagine di Giovanni Paolo II per cosa è?

R. -- Lo Stato d'Israele vuole realizzare un parco in memoria di Giovanni Paolo II, sul Monte delle Beatitudini, dove c'è stato l'incontro con 150 mila giovani e mi è stata commissionata una statua di Giovanni Paolo II.

L'inaugurazione della pala d'altare o "Retablo" è avvenuta alla presenza di mons. Arrigo Miglio, arcivescovo di Cagliari. Gli abbiamo chiesto quale l'importanza di quest'opera pittorica:

R. -- Mi pare il segno della maturità di una comunità parrocchiale fatta di tutte queste comunità del Cammino neocatecumenale e anche, ovviamente, di tutte le altre persone che vivono sul territorio. Ma la caratteristica di questa parrocchia è stata proprio la crescita progressiva e, al tempo stesso, un volto giovane.

D. -- Quali sono i particolari che più la colpiscono di questa pittura, che ha anche un senso di evangelizzazione per chi entra nella Chiesa?

R. -- Le pagine della vita di Cristo scelte sono tra le più significative del Vangelo e poi la pittura culmina nel volto del Cristo che viene, il Cristo Risorto dell'Apocalisse, che viene alla fine dei tempi. Questo volto mette in evidenza due aspetti: l'austerità del Giudice che viene, ma gli occhi di questo volto sono gli occhi della misericordia, che offre ancora una volta l'occasione di pentimento, di guarigione e di salvezza. Mi pare che questi due aspetti siano armonizzati molto bene e diano, quindi, un messaggio di grande speranza.
Debora Donnini 
Radio Vaticana