venerdì 31 maggio 2013

Celebrazione mariana per la conclusione del mese di maggio in Piazza San Pietro. Meditazione di Papa Francesco




Celebrazione mariana per la conclusione del mese di maggio in Piazza San Pietro. Meditazione di Papa Francesco

"Tre parole sintetizzano l’atteggiamento di Maria: ascolto, decisone, azione; parole che indicano una strada anche per noi di fronte a ciò che ci chiede il Signore nella vita".
Il segno (...) indica frasi aggiunte dal Santo Padre e pronunciate a braccio 
A conclusione del mese mariano, il Cardinale Angelo Comastri, Vicario Generale di Sua Santità per la Città del Vaticano e Arciprete della Basilica di San Pietro presiede questa sera alle ore 20, in Piazza San Pietro, la recita del Santo Rosario. Nel corso della celebrazione la statua della Madonna è portata in processione attraverso i vari reparti della Piazza. Verso le ore 20.30, il Santo Padre Francesco giunge sul Sagrato della Basilica Vaticana e - prima di impartire la Benedizione Apostolica ai fedeli presenti - tiene una meditazione il cui testo riportiamo di seguito:
 Cari fratelli e sorelle, 
questa sera abbiamo pregato insieme con il Santo Rosario; abbiamo ripercorso alcuni eventi del cammino di Gesù, della nostra salvezza e lo abbiamo fatto con Colei che è nostra Madre, Maria, Colei che con mano sicura ci guida al suo Figlio Gesù. (...) 
Oggi celebriamo la festa della Visitazione della Beata Vergine Maria alla parente Elisabetta. Vorrei meditare con voi questo mistero che mostra come Maria affronta il cammino della sua vita, con grande realismo, umanità, concretezza. 
Tre parole sintetizzano l’atteggiamento di Maria: ascolto, decisione, azione; parole che indicano una strada anche per noi di fronte a ciò che ci chiede il Signore nella vita. (...) 
1. Ascolto. Da dove nasce il gesto di Maria di andare dalla parente Elisabetta? Da una parola dell’Angelo di Dio: «Elisabetta tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio…» (Lc 1,36). Maria sa ascoltare Dio. Attenzione: non è un semplice “udire” superficiale, ma è l’“ascolto” fatto di attenzione, di accoglienza, di disponibilità verso Dio. Non è il modo distratto con cui a volte noi ci mettiamo di fronte al Signore o agli altri: udiamo le parole, ma non ascoltiamo veramente. Maria è attenta a Dio, ascolta Dio. 
Ma Maria ascolta anche i fatti, legge cioè gli eventi della sua vita, è attenta alla realtà concreta e non si ferma alla superficie, ma va nel profondo, per coglierne il significato. La parente Elisabetta, che è già anziana, aspetta un figlio: questo è il fatto. Ma Maria è attenta al significato, lo sa cogliere: «Nulla è impossibile a Dio» (Lc 1,37). 
Questo vale anche nella nostra vita: ascolto di Dio che ci parla, e ascolto anche della realtà quotidiana, attenzione alle persone, ai fatti perché il Signore è alla porta della nostra vita e bussa in molti modi, pone segni nel nostro cammino; a noi la capacità di vederli. Maria è la madre dell’ascolto, ascolto attento di Dio e ascolto altrettanto attento degli avvenimenti della vita. 
2. Decisione. Maria non vive “di fretta”, con affanno, ma, come sottolinea san Luca, «meditava tutte queste cose nel suo cuore» (cfr Lc 2,19.51). E anche nel momento decisivo dell’Annunciazione dell’Angelo, Ella chiede: «Come avverrà questo?» (Lc 1,34). Ma non si ferma neppure al momento della riflessione; fa un passo avanti: decide. Non vive di fretta, ma solo quando è necessario “va in fretta”. Maria non si lascia trascinare dagli eventi, non evita la fatica della decisione. E questo avviene sia nella scelta fondamentale che cambierà la sua vita: «Eccomi sono la serva del Signore…» (cfr Lc 1,38), sia nelle scelte più quotidiane, ma ricche anch’esse di significato. Mi viene in mente l’episodio delle nozze di Cana (cfr Gv 2,1-11): anche qui si vede il realismo, l’umanità, la concretezza di Maria, che è attenta ai fatti, ai problemi; vede e comprende la difficoltà di quei due giovani sposi ai quali viene a mancare il vino della festa, riflette e sa che Gesù può fare qualcosa, e decide di rivolgersi al Figlio perché intervenga: «Non hanno più vino» (cfr v. 3). (...) 
Nella vita è difficile prendere decisioni, spesso tendiamo a rimandarle, a lasciare che altri decidano al nostro posto, spesso preferiamo lasciarci trascinare dagli eventi, seguire la moda del momento; a volte sappiamo quello che dobbiamo fare, ma non ne abbiamo il coraggio o ci pare troppo difficile perché vuol dire andare controcorrente. Maria nell’Annunciazione, nella Visitazione, alle nozze di Cana va controcorrente; si pone in ascolto di Dio, riflette e cerca di comprendere la realtà, e decide di affidarsi totalmente a Dio, decide di visitare, pur essendo incinta, l’anziana parente, decide di affidarsi al Figlio con insistenza per salvare la gioia delle nozze. 
3. Azione. Maria si mise in viaggio e «andò in fretta…» (cfr Lc 1,39). Domenica scorsa sottolineavo questo modo di fare di Maria: nonostante le difficoltà, le critiche che avrà ricevuto per la sua decisione di partire, non si ferma davanti a niente. E qui parte “in fretta”. Nella preghiera, davanti a Dio che parla, nel riflettere e meditare sui fatti della sua vita, Maria non ha fretta, non si lascia prendere dal momento, non si lascia trascinare dagli eventi. Ma quando ha chiaro che cosa Dio le chiede, ciò che deve fare, non indugia, non ritarda, ma va “in fretta”. Sant’Ambrogio commenta: “la grazia dello Spirito Santo non comporta lentezze” (Expos. Evang.  sec. Lucam, II, 19: PL 15,1560). L’agire di Maria è una conseguenza della sua obbedienza alle parole dell’Angelo, ma unita alla carità: va da Elisabetta per rendersi utile; e in questo uscire dalla sua casa, da se stessa, per amore, porta quanto ha di più prezioso: Gesù; porta il suo Figlio. 
A volte, anche noi ci fermiamo all’ascolto, alla riflessione su ciò che dovremmo fare, forse abbiamo anche chiara la decisione che dobbiamo prendere, ma non facciamo il passaggio all’azione. E soprattutto non mettiamo in gioco noi stessi muovendoci “in fretta” verso gli altri per portare loro il nostro aiuto, la nostra comprensione, la nostra carità; per portare anche noi, come Maria, ciò che abbiamo di più prezioso e che abbiamo ricevuto, Gesù e il suo Vangelo, con la parola e soprattutto con la testimonianza concreta del nostro agire. (...) 
Ascoltodecisoneazione
Maria, donna dell’ascolto, rendi aperti i nostri orecchi; fa’ che sappiamo ascoltare la Parola del tuo Figlio Gesù tra le mille parole di questo mondo; fa’ che sappiamo ascoltare la realtà in cui viviamo, ogni persona che incontriamo, specialmente quella che è povera, bisognosa, in difficoltà. Maria, donna della decisione, illumina la nostra mente e il nostro cuore, perché sappiamo obbedire alla Parola del tuo Figlio Gesù, senza tentennamenti; donaci il coraggio della decisione, di non lasciarci trascinare perché altri orientino la nostra vita. Maria, donna dell’azione, fa’ che le nostre mani e i nostri piedi si muovano “in fretta” verso gli altri, per portare la carità e l’amore del tuo Figlio Gesù, per portare, come te, nel mondo la luce del Vangelo. Amen.

*

 Il 31 maggio Papa Francesco ha concluso il mese mariano partecipando alla recita del Rosario in Piazza San Pietro e proponendo una meditazione sulla festa della Visitazione. Come fa spesso, il Papa ha diviso la sua meditazione in tre parti, riflettendo su tre parole che descrivono l'esperienza terrena della Vergine Maria: ascolto, decisone, azione.
Queste parole sono anche un modello di vita spirituale e apostolica per noi, e ricordano e aggiornano vecchi motti - come «vedere, giudicare, agire» - che si situano all'origine della storia moderna dell'apostolato dei laici. 
Anzitutto, dunque, ascolto. «Da dove nasce - si è chiesto il Pontefice - il gesto di Maria di andare dalla parente Elisabetta?». Nasce dall'ascolto, dal corretto rapporto con la parola di Dio che le arriva attraverso l'angelo: «Elisabetta tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio…» (Lc 1,36). «Maria sa ascoltare Dio», e la nozione di «ascolto» merita di essere approfondita.
«Attenzione - ci dice il Papa -: non è un semplice “udire” superficiale, ma è l’“ascolto” fatto di attenzione, di accoglienza, di disponibilità verso Dio». Spesso il nostro «udire» non è un vero ascolto. Quello di Maria, invece, «non è il modo distratto con cui a volte noi ci mettiamo di fronte al Signore o agli altri: udiamo le parole, ma non ascoltiamo veramente. Maria è attenta a Dio, ascolta Dio».
Dio parla in diversi modi, anche attraverso gli eventi. Maria «ascolta anche i fatti, legge cioè gli eventi della sua vita, è attenta alla realtà concreta e non si ferma alla superficie, ma va nel profondo, per coglierne il significato». Così, legge correttamente l'annuncio della gravidanza di Elisabetta come un miracolo. Maria così ci indica la strada: «ascolto di Dio che ci parla, e ascolto anche della realtà quotidiana, attenzione alle persone, ai fatti perché il Signore è alla porta della nostra vita e bussa in molti modi, pone segni nel nostro cammino; a noi la capacità di vederli. Maria è la madre dell’ascolto, ascolto attento di Dio e ascolto altrettanto attento degli avvenimenti della vita».
Seconda parola: decisione. Maria «meditava tutte queste cose nel suo cuore» (cfr Lc 2,19.51): non prendeva decisioni affrettate. Tuttavia «non si ferma neppure al momento della riflessione; fa un passo avanti: decide. Non vive di fretta, ma solo quando è necessario “va in fretta”. Maria non si lascia trascinare dagli eventi», ma «non evita la fatica della decisione». Alle nozze di Cana la vediamo decidere rapidamente e salvare la festa degli sposi.
«Nella vita - spiega Papa Francesco - è difficile prendere decisioni, spesso tendiamo a rimandarle, a lasciare che altri decidano al nostro posto, spesso preferiamo lasciarci trascinare dagli eventi, seguire la moda del momento; a volte sappiamo quello che dobbiamo fare, ma non ne abbiamo il coraggio o ci pare troppo difficile perché vuol dire andare controcorrente».
Maria c'insegna qualcosa che è molto rilevante oggi: per «affidarsi totalmente a Dio» occorre essere capaci di resistere alle pressioni e alle mode e andare «controcorrente».
Terza parola: azione. Luca ci dice che Maria si mise in viaggio e «andò in fretta…» (cfr Lc 1,39). Già domenica scorsa il Papa aveva fatto notare questo muoversi «in fretta» di Maria: «nonostante le difficoltà, le critiche che avrà ricevuto per la sua decisione di partire, non si ferma davanti a niente. E qui parte “in fretta”». La fretta non riguarda il secondo momento, la decisione, ma il terzo, l'azione.
«Nella preghiera, davanti a Dio che parla, nel riflettere e meditare sui fatti della sua vita, Maria non ha fretta, non si lascia prendere dal momento, non si lascia trascinare dagli eventi. Ma quando ha chiaro che cosa Dio le chiede, ciò che deve fare, non indugia, non ritarda, ma va “in fretta”».
Il Pontefice cita sant'Ambrogio (340?-397), il quale commenta: «la grazia dello Spirito Santo non comporta lentezze». Tutti e tre i passaggi sono necessari. Noi qualche volta «ci fermiamo all’ascolto, alla riflessione su ciò che dovremmo fare, forse abbiamo anche chiara la decisione che dobbiamo prendere, ma non facciamo il passaggio all’azione».
Questo avviene perché «non mettiamo in gioco noi stessi muovendoci “in fretta” verso gli altri per portare loro il nostro aiuto, la nostra comprensione, la nostra carità; per portare anche noi, come Maria, ciò che abbiamo di più prezioso e che abbiamo ricevuto, Gesù e il suo Vangelo, con la parola e soprattutto con la testimonianza concreta del nostro agire».
Ascolto, decisone, azione: una sequenza non facile da vivere oggi, ma che possiamo tutti cercare di seguire affidandoci all'aiuto della Madonna.
Introvigne