sabato 6 aprile 2013

Il card. Vallini invia 20mila neocatecumenali ad annunciare Gesù in 100 piazze di Roma




A partire dal 7 aprile per cinque domeniche consecutive l’annuncio del Vangelo risuonerà in 100 piazze di Roma. Ad inviare i circa 20mila appartenenti al Cammino neocatecumenale, che compongono le 500 comunità presenti nella capitale, sarà il cardinale vicario Agostino Vallini nella Basilica di San Paolo Fuori le Mura. Questa missione di annuncio dell’amore di Dio, nell’Anno della Fede, si tiene non soltanto a Roma ma in circa 10mila piazze di tutto il mondo.

Cristo viene a liberarci dalla paura della morte e a darci una vita nuova. Dal centro alle periferie di Roma giovani, famiglie con bambini, anziani, sacerdoti, religiose porteranno questo annuncio. Questa Grande Missione si tiene nell’Anno della fede. Le circa 500 comunità si riuniranno, in gruppi di 5, in ciascuna delle 100 piazze della città con un ambone e una croce per creare un ambiente di preghiera ma anche di festa con canti accompagnati dalle chitarre. Un ragazzo e una ragazza daranno quindi la testimonianza di cosa ha significato incontrare il Signore risorto nella loro vita, poi ci sarà una breve catechesi dai contenuti esistenziali, con alcune domande, di volta in volta: Chi è Dio per te? Qual è il senso della vita? Qual è la tua esperienza della Chiesa? Sentiamo l’iniziatore, assieme a Carmen Hernandez, del Cammino neocatecumenale, Kiko Arguello:

R. - Quando il Papa ha indetto l’Anno della Fede sia il Pontificio Consiglio per i Laici sia il Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione ci hanno domandato come il Cammino pensasse di contribuire. Noi abbiamo risposto che una delle forme con le quali avremmo potuto contribuire – che è quello che facciamo già nelle missio ad gentes in tutto il mondo – sarebbe stato andare nelle piazze ad annunciare il kerygma, la Buona Notizia, la notizia di un Fatto: Cristo morto e risorto e asceso al Cielo, che sta intercedendo per ogni uomo, adesso. Allora, quando si accoglie questa notizia che Cristo ha offerto la sua vita per noi, si attua nella persona. Per questo è importantissimo annunciare la Buona Notizia, uscire dalle parrocchie – come ha detto Papa Francesco – e andare alle periferie, non solamente fisiche ma anche "esistenziali", andare ad incontrare l’uomo moderno. Allora abbiamo pensato, nel tempo pasquale, di andare tutte le domeniche. Abbiamo tantissimi giovani che andranno con le chitarre, con una Croce, e daranno una testimonianza per preparare la piazza, anche con danze e canti, al momento dell’annunzio del kerygma a tutti.

D. - Papa Francesco, da arcivescovo di Buenos Aires, aveva accolto con favore questa iniziativa che si terrà anche nell'arcidiocesi da lui finora guidata?

R. – Prima di venire al Conclave, l’équipe responsabile dell’Argentina – la responsabile è una donna e si chiama Pilar Antelo - aveva chiesto udienza per presentargli questo progetto. Siccome lui non poteva riceverli perché stava venendo a Roma per il Conclave, lui stesso ha chiamato questa sorella responsabile dell’équipe itinerante e lei gli ha spiegato per telefono – perché il cardinale Jorge Mario Bergoglio era già all’aeroporto per venire al Conclave – perché volevano vederlo, la missione nelle piazze, i cinque incontri. E lui era contentissimo e le ha detto di parlarne con il vescovo ausiliare, di segnalare le piazze e di “contare” sulla sua benedizione e sul suo appoggio.

A inviare le Comunità neocatecumenali sarà il cardinale vicario Agostino Vallini. Gli abbiamo chiesto quanto è importante oggi annunciare il Vangelo:

R. – Siamo molto lieti di questa iniziativa presa dalle Comunità neocatecumenali nella linea, appunto, della missionarietà della Chiesa. E’ importante perché dove la gente passa, come nelle piazze, ha l’opportunità di una presenza, di una testimonianza, anche di un annuncio: l’annuncio fatto proprio da persone cristiane che con coraggio raccontano che Gesù è il Signore. Allora abbiamo incoraggiato questa proposta, la sosteniamo e domani mattina io darò il mandato lì, nella Basilica di San Paolo, a tutti questi coraggiosi missionari.

D. – Ci saranno tante famiglie con bambini, anziani, giovani, sacerdoti. Questa immagine del Popolo di Dio, che va ad annunciare il Vangelo come Duemila anni fa, la colpisce anche pensando alle parole recenti che Papa Francesco ha detto sulla necessità di andare alle periferie?

R. – Certo! Si tratta di una periferia spirituale, più che di una periferia della struttura urbanistica. E’ giusto ed è proprio nella linea dell’impegno missionario che la Chiesa di Roma da anni porta avanti, soprattutto dopo la missione cittadina, e trova nell’invito e nell’incoraggiamento di Papa Francesco una grande conferma e un grande incoraggiamento: un motivo in più per poter dare a questa iniziativa un grande impulso e viverla con grande generosità. (D. Donnini per Radio Vaticana)


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April 6, 2013. (Romereports.com) This is the Spanish slum where the Neocatechumenal Way was born back in the 60's. It's the Palomeras Altas neighborhood in Madrid, where Kiko Argüello, decided to live as he searched for his purpose in life.  

KIKO ARGÜELLO
Initiator Neocatechumenal Way
“I came from a well to do family with a solid formation....I would ask myself, why has that little girl been raped by her father, for years? Why has this little boy, witnessed his mother's murder? Suddenly I realized that the solution was Christ.  (FLASH) I was in that high end environment when I thought: If Jesus comes today, I would like to find myself at the feet of the Cross, with the poor and marginalized. So I dropped everything and went to live in a horrible neighborhood of shacks and huts.”
In this troubling environment, he met Carmen Hernández. Together they began to teach a catechesis program, that eventually gave rise to “Kerigma.” It's a Greek word that means 'good news.' Their mission was to proclaim the Gospel to those who had never heard about it or even understood it. It was a way to renew hope in those who had lost faith in God.

KIKO ARGÜELLO
Initiator Neocatechumenal Way
“If the devil says that there's no God, no Creator, no need to belong, then people begin to ask-who am I? What role do I have in this world, if the very source of my being does not exist? People want to be loved, by their family or spouse. To be loved by someone and to give love to someone. Most people who commit suicide do so because they don't have love. They search and realize that without love, they do not belong to anyone or anything.”
Despite the troubles of living in a slum, he also lived happy and interesting times there. To keep warm, he would sleep surrounded by dogs. One day, as he volunteered as a teacher, he remembers being late because of the dogs.

KIKO ARGÜELLO
Initiator Neocatechumenal Way
“The dogs were following me, so when I went down to the metro, I thought, thank goodness. I made it. Then I looked back and saw about 15 dogs running down following me. The police stopped me immediately. I tried to explain that they weren't mine, but the officers said, 'What do you mean they are not yours?'”
All these experiences are described in his book, which translates to 'The Kerigma: Living in the Slums with the Poor.'  An English version is still in the works. All proceeds will go to families who leave everything behind and set out on a  mission to evangelize in countries with a Christian minority. 
 
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 6 de Abril, 2013. (Romereports.com) En estas chabolas del barrio de Palomeras Altas en Madrid (España) nació el Camino Neocatecumenal. Fue en 1964 cuando el pintor Kiko Argüello tuvo una gran crisis existencial.  

KIKO ARGÜELLO
Iniciador, Camino Neocatecumenal
“Yo que era un burgués, un chico de buena familia, pensaba ¿y por qué esa persona está..., por qué desde pequeñita esa niña ha sido violentada por su padre? ¡Años! ¿por qué ese otro ha sido golpeado, ha visto matar a su madre? Y de pronto he encontrado una respuesta ahí enorme. La respuesta de Cristo”. (FLASH) 20,13 - 20,28 “Yo cuando estuve en ese ambiente he pensado: si hoy viene Jesucristo, me gustaría que me encontrase a los pies de Cristo crucificado en los últimos y por eso lo dejé todo y me marché a vivir en un barrio horrible de chabolas y de barracas”.
En ese ambiente de miseria conoció a Carmen Hernández y juntos comenzaron unas catequesis que dieron origen al “Kerigma”, una palabra griega que significa 'buena noticia'. Su objetivo era ofrecer un primer anuncio del Evangelio a quien nunca lo escuchó, o nunca lo entendió. Una forma de renovar la esperanza a quien perdió la fe en Dios.

KIKO ARGÜELLO
Iniciador, Camino Neocatecumenal
“Si el demonio nos ha dicho que no hay ningún director, no hay ningún Dios, ¿quién soy yo?¿Qué rol, qué papel tengo en el mundo? Lo que me hace ser persona está como muerto. Yo quiero ser, ser amado, ser amado por mi familia, por mi mujer, ser amado por alguno, ser para alguien. La cantidad de suicidios que hay en el mundo, casi todos se suicidan por esto, porque al final descubren que no son para nadie, que no son para nadie. Nada”.
Pese a la dureza de habitar en un poblado de chabolas, vivió muchas anécdotas curiosas. Solía dormir acompañado de perros para luchar contra el frío. Un día yendo a dar clase a una escuela los perros le hicieron llegar tarde.

KIKO ARGÜELLO
Iniciador, Camino Neocatecumenal
“Bajo las escaleras del metro, y digo ah menos mal. Cuando miro para atrás y veo que de las escaleras del autobús bajan los quince perros. Inmediatamente suena un pitido. Llaman a la policía y yo: '¡que no son mis perros!', '¿cómo que no son suyos?'”.
Todas estas vivencias han sido recogidas en este libro: 'El kerigma: en las chabolas con los pobres'. Ahora, con los beneficios, se ayudará a familias en misión en países de minoría cristiana.