giovedì 14 marzo 2013

Papa Francesco: Messaggio per la Quaresima

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"Strappate i cuori, guarite il mondo"

Di Jorge Mario Bergoglio
in “Il Sole 24 Ore” di oggi,  14 marzo 2013
Questo è il testo dell'omelia che
il Cardinale Jorge Mario Bergoglio ha pronunciato a
Buenos Aires il 13
febbraio 2013
nella funzione del mercoledì
delle Ceneri. È il messaggio
quaresimale dell'Arcivescovo
ai
sacerdoti, ai consacrati e ai
laici dell'Arcidiocesi argentina.
 
* * *
Attraverso i mezzi di comunicazione, piano piano ci abituiamo a sentire e a vedere la cronaca nera
della società contemporanea, che si presenta quasi come una gioia malvagia, e ci abituiamo anche a
toccarla e sentirla nelle cose che ci circondano e nella nostra propria carne. Il dramma si sente nelle
strade, nei quartieri, nella nostra casa e, perché no, nel nostro cuore. Conviviamo con la violenza
che uccide, che distrugge le famiglie, ravviva le guerre e i conflitti in tanti Paesi del mondo.
C
onviviamo con l'invidia, l'odio, la calunnia, la mondanità nel nostro cuore. La sofferenza de
gli
innocenti e della gente mite non smette di schiaffeggiarci, il disprezzo per i diritti delle persone e
dei popoli più fragili non sono così lontani da noi; l'impero del danaro con gli effetti perversi
rappresentati dalla droga, dalla corruzione, dalla tratta delle persone -- compresi i bambini -
assieme alla miseria materiale e morale sono situazioni di ogni giorno.
La distruzione di un lavoro degno, le migrazioni dolorose e la mancanza di futuro sono parte di
questo insieme di difficoltà. I nostri errori e peccati come Chiesa non rimangono fuori da questo
grande panorama. Gli egoismi personali giustificati, e non per questo più piccoli, la mancanza di
valori etici nel seno della società che distrugge le famiglie, la convivenza tra le persone dei
quartieri, dei popoli e delle città ci parlano dei nostri limiti, della nostra debolezza e della nostra
incapacità per poter trasformare questo elenco immenso di realtà distruttrici.
La trappola dell'impotenza ci porta a pensare. Ha senso cercare di cambiare tutto questo? Possiamo
fare qualcosa di fronte a questa situazione? Vale la pena cercare di farlo quando il mondo continua
la sua carnevalata mascherando tutto per un po' di tempo? Quando cade la maschera compare la
verità e, anche se per molti può sembrare anacronistico, ricompare il peccato che ferisce la nostra
carne con tutta la sua forza di distruzione, cambiando i destini del mondo e della storia.
La Quaresima si presenta come grido di verità e di speranza, e ci risponde di sì, che è possibile non
dover truccarci e disegnare nei nostri volti sorrisi di plastica come se niente fosse. Sì, è possibile
che tutto sia nuovo e diverso perché Dio continua ad essere «ricco di bontà e misericordia, sempre
disposto a perdonare» e ci incoraggia a ricominciare una e più volte. Oggi, ancora una volta, siamo
invitati a intraprendere un cammino pasquale verso la Vita, cammino che comprende la croce e la
rinuncia, che sarà scomodo ma non sterile. Siamo invitati a riconoscere che c'è qualcosa che non va
bene in noi stessi, nella società o nella Chiesa, siamo invitati a cambiare, a dare una sterzata nelle
nostre vite, a convertirci.
Oggi sono piene di sfida le parole del profeta Gioele: strappate il vostro cuore, non le vostri vesti e
convertitevi al Signore vostro Dio. Queste parole sono un invito a tutti, nessuno escluso.
Strappate il cuore e non le vesti di una penitenza artificiale senza garanzie di futuro.
Strappate i cuori per dire con il salmo «Abbiamo peccato». «La ferita dell'anima è il peccato. Oh,
povero ferito, riconosci il tuo dottore! Mostra le piaghe delle tue colpe. E visto che a Lui non si
possono nascondere i nostri pensieri più intimi, fai sentire il gemito del tuo cuore. Cerca la Sua
compassione con le tue lacrime, con la tua insistenza, importunalo! Che ascolti i tuoi sospiri, che il
tuo dolore arrivi fino a Lui, in modo che, alla fine, possa dirti: Il Signore ha perdonato il tuo
peccato» (San Gregorio Magno). Questa è la realtà della nostra condizione umana. Questa è la
verità che può avvicinarci alla nostra autentica riconciliazione con Dio e con gli uomini. Non si
tratta di screditare l'autostima ma di penetrare nel più profondo dei nostri cuori e farci carico del
mistero della sofferenza e del dolore che ci lega da secoli, da migliaia di anni, da sempre.
Strappate i cuori affinché da quella fessura possiamo guardarci veramente.
Strappate i cuori, aprite i cuori, perché solo in un cuore strappato e aperto può entrare l'amore del
Padre.
Strappate i cuori, dice il profeta, e Paolo ci chiede «Lasciatevi riconciliare con Dio». Cambiare il
modo di vivere è segno e frutto del cuore strappato e riconciliato da un amore che va oltre noi stessi.
Questo è l'invito, di fronte alle tante ferite che ci danneggiano e che ci possono portare alla
tentazione di indurirci.
Strappate il cuore per sentire l'eco delle tante vite lacerate e che l'indifferenza non ci renda
insensibili.
Strappate il cuore per poter amare con l'amore con il quale siamo amati, consolare con la
consolazione con la quale siamo consolati e condividere ciò
che abbiamo ricevuto.
Questo tempo liturgico non è solo per noi, ma anche per la trasformazione della nostra famiglia,
della nostra comunità, della nostra Chiesa, della nostra Patria, del mondo intero. Sono quaranta
giorni per convertirci alla santità medesima di Dio; per convertirci in collaboratori che ricevono la
grazia e la possibilità di ricostruire la vita umana, affinché l'uomo possa sperimentare la salvezza
che Cristo ci offrì con morte e resurrezione.
Con preghiere e penitenza, ci disponiamo a iniziare come in passato il Gesto quaresimale di
solidarietà. Come Chiesa di Buenos Aires serve che dai nostri cuori germogli la grazia e il gesto che
dia sollievo al dolore di tanti fratelli che camminano con noi. «Nessun atto di virtù può essere
grande se da questo non scaturisce un beneficio per il prossimo. Anche se passi la tua giornata a
digiunare, anche se dormi sul duro pavimento e mangi cenere, e sospiri in continuazione, se non fai
del bene agli altri, non fai niente di grande (San Giovanni Crisostomo).
Questo anno di fede è l'opportunità che Dio ci regala per maturare nell'incontro con il Signore, che
si rende visibile nel viso sofferente di tanti bambini senza futuro, nelle mani tremanti degli anziani
dimenticati e nelle ginocchia vacillanti delle tante famiglie che continuano a far fronte alla vita
senza trovare sostegno in nessuno.
Vi auguro una Santa Quaresima, penitenziale e feconda, e, per favore, vi chiedo di pregare per me.
Che Gesù vi benedica e la Madonna vi protegga.
(Traduzione di Granello Filipuzzi)