domenica 24 marzo 2013

Il Papa nell'omelia delle Palme : "Con Cristo il cuore non invecchia mai!"




Domenica delle Palme. Omelia di Papa Francesco: "Impariamo a guardare in alto verso Dio, ma anche in basso verso gli altri, verso gli ultimi! (...) Guardo con gioia al prossimo luglio, a Rio de Janeiro! Vi do appuntamento in quella grande città del Brasile!"

Domenica delle Palme. Tweet di Papa Francesco:Guardo con gioia al prossimo luglio, a Rio de Janeiro! Vi do appuntamento in quella grande città del Brasile! (24 marzo 2013) 

Domenica delle Palme. Secondo tweet di Papa Francesco: Non dobbiamo credere al Maligno che dice che non possiamo fare nulla contro la violenza, l’ingiustizia, il peccato. (24 marzo 2013) 




(Piazza San Pietro - ore 09.30 - Sul sagrato con terra di diversi colori  sono rappresentati i popoli dei cinque continenti).
"Non lasciatevi prendere mai dallo scoraggiamento! La nostra non è una gioia che nasce dal possedere tante cose, ma dall’aver incontrato una Persona: Gesù, dal sapere che con Lui non siamo mai soli, anche nei momenti difficili, anche quando il cammino della vita si scontra con problemi e ostacoli che sembrano insormontabili, e ce ne sono tanti! Noi accompagniamo, seguiamo Gesù, ma soprattutto sappiamo che Lui ci accompagna e ci carica sulle sue spalle: qui sta la nostra gioia, la speranza che dobbiamo portare in questo nostro mondo. Portiamo a tutti la gioia della fede!" 
Alle ore 9.30 di oggi il Santo Padre Francesco presiede, in Piazza San Pietro, la solenne celebrazione liturgica della Domenica delle Palme e della Passione del Signore. Al centro della piazza, presso l’obelisco, il Papa benedice le palme e gli ulivi e, al termine della processione che raggiunge il sagrato, celebra la Santa Messa della Passione del Signore. Alla celebrazione prendono parte, in occasione della ricorrenza diocesana della XXVIII Giornata Mondiale della Gioventù, sul tema: “Andate e fate discepoli tutti i popoli!” (Mt 28, 19) giovani di Roma e di altre Diocesi, come preludio della GMG 2013 che si terrà dal 23 al 28 luglio a Rio de Janeiro (Brasile).


1. Gesù entra in Gerusalemme. La folla dei discepoli lo accompagna in festa, i mantelli sono stesi davanti a Lui, si parla di prodigi che ha compiuto, un grido di lode si leva: «Benedetto colui che viene, il re, nel nome del Signore. Pace in cielo e gloria nel più alto dei cieli» (Lc 19,38). Folla, festa, lode, benedizione, pace: è un clima di gioia quello che si respira. Gesù ha risvegliato nel cuore tante speranze soprattutto tra la gente umile, semplice, povera, dimenticata, quella che non conta agli occhi del mondo. Lui ha saputo comprendere le miserie umane, ha mostrato il volto di misericordia di Dio, si è chinato per guarire il corpo e l’anima. (...)
E ora entra nella Città Santa!
E’ una scena bella: piena di luce, di gioia, di festa. 

All’inizio della Messa l’abbiamo ripetuta anche noi. Abbiamo agitato le nostre palme, i nostri rami di ulivo, abbiamo cantato “Benedetto colui che viene nel nome del Signore, il re” (Antifona); anche noi abbiamo accolto Gesù; anche noi abbiamo espresso la gioia di accompagnarlo, di saperlo vicino, presente in noi e in mezzo a noi, come un amico, come un fratello, anche come re, cioè come faro luminoso della nostra vita. (...)E qui ci viene la prima parola: gioia! Non siate mai uomini, donne tristi: un cristiano non può mai esserlo! Non lasciatevi prendere mai dallo scoraggiamento! La nostra non è una gioia che nasce dal possedere tante cose, ma dall’aver incontrato una Persona: Gesù, (...) nasce dal sapere che con Lui non siamo mai soli, anche nei momenti difficili, anche quando il cammino della vita si scontra con problemi e ostacoli che sembrano insormontabili, e ce ne sono tanti! (...) Noi accompagniamo, seguiamo Gesù, ma soprattutto sappiamo che Lui ci accompagna e ci carica sulle sue spalle: qui sta la nostra gioia, la speranza che dobbiamo portare in questo nostro mondo. (...) Portiamo a tutti la gioia della fede!
2. Ma ci chiediamo: perché Gesù entra in Gerusalemme, o forse meglio: come entra Gesù in Gerusalemme? La folla lo acclama come Re. E Lui non si oppone, non la fa tacere (cfr Lc 19,39- 40). Ma che tipo di Re è Gesù? Guardiamolo: cavalca un puledro, non ha una corte che lo segue, non è circondato da un esercito simbolo di forza. Chi lo accoglie è gente umile, semplice. (...) Gesù non entra nella Città Santa per ricevere gli onori riservati ai re terreni, a chi ha potere, a chi domina; entra per essere flagellato, insultato e oltraggiato, come preannuncia Isaia nella Prima Lettura (cfr Is 50,6); entra per ricevere una corona di spine, un bastone, un mantello di porpora, la sua regalità sarà oggetto di derisione; entra per salire il Calvario carico di un legno. E allora ecco la seconda parola: Croce. Gesù entra a Gerusalemme per morire sulla Croce. Ed è proprio qui che splende il suo essere Re secondo Dio: il suo trono regale è il legno della Croce! (...) Gesù prende su di sé il male, la sporcizia, il peccato del mondo, anche il nostro peccato, e lo lava, lo lava con il suo sangue, con la misericordia, con l’amore di Dio. Guardiamoci intorno: quante ferite il male infligge all’umanità! Guerre, violenze, conflitti economici che colpiscono chi è più debole, sete di denaro, (...) di potere, corruzione, divisioni, crimini contro la vita umana e contro il creato! E i nostri peccati personali: le mancanze di amore e di rispetto verso Dio, verso il prossimo e verso l’intera creazione. Gesù sulla croce sente tutto il peso del male e con la forza dell’amore di Dio lo vince, lo sconfigge nella sua risurrezione. (...) 
3. Oggi in questa Piazza ci sono tanti giovani: da 28 anni la Domenica delle Palme è la Giornata della Gioventù! Ecco la terza parola: giovani! Cari giovani, (...) vi immagino a fare festa intorno a Gesù, agitando i rami d’ulivo; vi immagino mentre gridate il suo nome ed esprimete la vostra gioia di essere con Lui! Voi avete una parte importante nella festa della fede! Voi ci portate la gioia della fede e ci dite che dobbiamo vivere la fede con un cuore giovane, sempre, (...) anche a settanta, ottant’anni! Con Cristo il cuore non invecchia mai! Però tutti noi lo sappiamo e voi lo sapete bene che il Re che seguiamo e che ci accompagna è molto speciale: è un Re che ama fino alla croce e che ci insegna a servire, ad amare. E voi non avete vergogna della sua Croce! Anzi, la abbracciate, perché avete capito che è nel dono di sé che (...) si ha la vera gioia e che è con l’amore che Dio ha vinto il male. Voi portate la Croce pellegrina attraverso tutti i continenti, per le strade del mondo! La portate rispondendo all’invito di Gesù «Andate e fate discepoli tutti i popoli» (cfr Mt 28,19), che è il tema della Giornata della Gioventù di quest’anno.(...) La portate per dire a tutti che sulla croce Gesù ha abbattuto il muro dell’inimicizia, che separa gli uomini e i popoli, e ha portato la riconciliazione e la pace. Cari amici, anch’io mi metto in cammino con voi, da oggi, sulle orme del beato Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI. Ormai siamo vicini alla prossima tappa di questo grande pellegrinaggio della Croce di Cristo. Guardo con gioia al prossimo luglio, a Rio de Janeiro! Vi do appuntamento in quella grande città del Brasile! Preparatevi bene, soprattutto spiritualmente nelle vostre comunità, perché quell’Incontro sia un segno di fede per il mondo intero. (...) Tre parole: gioia, croce, giovani ...
Viviamo la gioia di camminare con Gesù, di essere con Lui, portando la sua Croce, con amore, con uno spirito sempre giovane! Chiediamo l’intercessione della Vergine Maria. Lei ci insegna la gioia dell’incontro con Cristo, l’amore con cui lo dobbiamo guardare sotto la croce, l’entusiasmo del cuore giovane con cui lo dobbiamo seguire in questa Settimana Santa e in tutta la nostra vita. Amen.
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Cari fratelli e sorelle,
Queridos hermanos y hermanas,
al termine di questa celebrazione, invochiamo l’intercessione della Vergine Maria affinché ci accompagni nella Settimana Santa. Lei, che seguì con fede il suo Figlio fino al Calvario, ci aiuti a camminare dietro a Lui, portando con serenità e amore la sua Croce, per giungere alla gioia della Pasqua. La Vergine Addolorata sostenga specialmente chi sta vivendo situazioni più difficili. Un ricordo va alle persone affette da tubercolosi, poiché oggi ricorre la Giornata mondiale contro questa malattia. A Maria affido in particolare voi, carissimi giovani, e il vostro itinerario verso Rio de Janeiro.
Buon cammino a tutti!

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Il commento che segue è di M. Introvigne.

Nell'omelia di questa mattina, Domenica delle Palme, il Pontefice ha invitato a meditare su tre parole: gioia, Croce e giovani, tornando anche su un tema che già sta diventando tipico del suo Magistero, l'azione del demonio nella vita individuale e sociale.
Papa Francesco ha iniziato con un quadro molto vivo della Domenica delle Palme: «Folla, festa, lode, benedizione, pace: è un clima di gioia quello che si respira. Gesù ha risvegliato nel cuore tante speranze soprattutto tra la gente umile, semplice, povera, dimenticata, quella che non conta agli occhi del mondo. Lui ha saputo comprendere le miserie umane, ha mostrato il volto di misericordia di Dio e si è chinato per guarire il corpo e l’anima».
In questo quadro c'è una grande lezione per tutti noi, una lezione che invita alla fiducia nella misericordia del Signore. «Questo è Gesù. Questo è il suo cuore che guarda tutti noi, che guarda le nostre malattie, i nostri peccati. È grande l’amore di Gesù».
Accogliere l'amore di Gesù che viene a noi come misericordia infinita è la nostra gioia. E «questa è la prima parola che vorrei dirvi: gioia! Non siate mai uomini e donne tristi: un cristiano non può mai esserlo! Non lasciatevi prendere mai dallo scoraggiamento!».
La Domenica delle Palme svela le radici della gioia cristiana. «La nostra non è una gioia che nasce dal possedere tante cose, ma nasce dall’aver incontrato una Persona: Gesù, che è in mezzo a noi; nasce dal sapere che con Lui non siamo mai soli, anche nei momenti difficili, anche quando il cammino della vita si scontra con problemi e ostacoli che sembrano insormontabili, e ce ne sono tanti!».
Ma perché allora tanto spesso ci manca la gioia? Il Papa risponde, come ha già fatto due volte in questo primo scorcio di pontificato, con un riferimento che dovremo abituarci a considerare consueto nel suo Magistero all'azione molto concreta e insidiosa del diavolo. «In questo momento viene il nemico, viene il diavolo, mascherato da angelo tante volte, e insidiosamente ci dice la sua parola. Non ascoltatelo! Seguiamo Gesù!». Propriamente, il diavolo viene a cercare di sottrarci la speranza: «per favore, non lasciatevi rubare la speranza! Non lasciate rubare la speranza! Quella che ci dà Gesù».
C'è poi la seconda parola: la Croce. La folla acclama Gesù come re. «E Lui non si oppone, non la fa tacere». Ma che tipo di re è Gesù? «Guardiamolo: cavalca un puledro, non ha una corte che lo segue, non è circondato da un esercito simbolo di forza». Sa che viene a Gerusalemme «per ricevere una corona di spine, un bastone, un mantello di porpora, la sua regalità sarà oggetto di derisione; entra per salire il Calvario carico di un legno». Ma «è proprio qui che splende il suo essere Re secondo Dio: il suo trono regale è il legno della Croce! Penso a quello che Benedetto XVI diceva ai Cardinali: Voi siete principi, ma di un Re crocifisso. Quello è il trono di Gesù». Con la Croce «Gesù prende su di sé il male, la sporcizia, il peccato del mondo, anche il nostro peccato, di tutti noi, e lo lava, lo lava con il suo sangue, con la misericordia, con l’amore di Dio».
«Mia nonna - ha ricordato il Pontefice - diceva a noi bambini: il sudario non ha tasche». L'avidità è la radice di tanti altri peccati. «Amore al denaro, potere, corruzione, divisioni, crimini contro la vita umana e contro il creato!». Gesù prende su di sé tutto questo male, regna dal «trono della Croce» e sconfigge il male nella Resurrezione. Croce e gioia vanno insieme. «La croce di Cristo abbracciata con amore non mai porta alla tristezza, ma alla gioia».
Infine, visto che «da 28 anni la Domenica delle Palme è la Giornata della Gioventù» ecco la terza parola: «giovani». Ai giovani i Papa ha detto: «Voi avete una parte importante nella festa della fede! Voi ci portate la gioia della fede e ci dite che dobbiamo vivere la fede con un cuore giovane, sempre: un cuore giovane, anche a settanta, ottant’anni! Cuore giovane! Con Cristo il cuore non invecchia mai!». E però fare festa con Cristo significa abbracciare la Croce, perché «è nel dono di sé, nel dono di sé, nell’uscire da se stessi, che si ha la vera gioia».
Papa Francesco, «sulle orme del beato Giovanni Paolo II [1920-2905] e di Benedetto XVI» ha dato appuntamento ai giovani «alla prossima tappa di questo grande pellegrinaggio della Croce», alla Giornata Mondiale della Gioventù di Rio de Janeiro. Invitandoli a meditare di qui ad allora sul nesso tra queste tre parole: gioia, Croce, giovani.
E la Madonna «ci insegna la gioia dell’incontro con Cristo, l’amore con cui lo dobbiamo guardare sotto la croce, l’entusiasmo del cuore giovane con cui lo dobbiamo seguire in questa Settimana Santa e in tutta la nostra vita».