Oggi, 21 marzo, la Chiesa ricorda San Benedetto. Di seguito il testo della Prima Udienza generale di Papa Ratzinger nel quale spiega le ragioni del perché ha scelto il nome di Benedetto. (*)
(*): In questo blog su san Benedetto v. a. il post dal titolo:
"Benedetto, per grazia e per nome", pubblicato lunedi 21 marzo 2011.
* * *
BENEDETTO XVI
UDIENZA GENERALE
Mercoledì, 27 aprile 2005
Ragioni della scelta del nome Benedetto
Carissimi Fratelli e Sorelle!
Sono lieto di accogliervi e rivolgo un cordiale saluto a quanti siete qui
presenti, come pure a coloro che ci seguono mediante la radio e la televisione.
Come ho già espresso nel primo incontro con i Signori Cardinali, proprio
mercoledì della settimana scorsa nella Cappella Sistina, sperimento nell’animo
sentimenti tra loro contrastanti in questi giorni d’inizio del mio ministero
petrino: stupore e gratitudine nei confronti di Dio che ha sorpreso innanzitutto
me stesso, chiamandomi a succedere all’apostolo Pietro; interiore trepidazione
dinanzi alla grandezza del compito e delle responsabilità che mi sono state
affidate. Mi dà però serenità e gioia la certezza dell’aiuto di Dio, della sua
Madre Santissima, la Vergine Maria, e dei santi Protettori; mi è di sostegno
anche la vicinanza spirituale dell’intero Popolo di Dio al quale, come domenica
scorsa ho avuto modo di ripetere, continuo a chiedere di accompagnarmi con
insistente preghiera.
Dopo la pia dipartita del mio venerato predecessore Giovanni Paolo II,
riprendono quest’oggi le tradizionali Udienze generali del mercoledì. Ritorniamo
così nella normalità. In questo
primo incontro vorrei anzitutto soffermarmi sul nome che ho scelto divenendo
Vescovo di Roma e Pastore universale della Chiesa. Ho voluto chiamarmi Benedetto
XVI per riallacciarmi idealmente al venerato Pontefice Benedetto XV, che ha
guidato la Chiesa in un periodo travagliato a causa del primo conflitto
mondiale. Fu coraggioso e autentico profeta di pace e si adoperò con strenuo
coraggio dapprima per evitare il dramma della guerra e poi per limitarne le
conseguenze nefaste. Sulle sue orme desidero porre il mio ministero a servizio
della riconciliazione e dell’armonia tra gli uomini e i popoli, profondamente
convinto che il grande bene della pace è innanzitutto dono di Dio, dono
purtroppo fragile
e prezioso da invocare, tutelare e costruire giorno dopo giorno con l’apporto di
tutti.
Il nome Benedetto evoca, inoltre, la straordinaria figura del
grande “Patriarca del monachesimo occidentale”, san Benedetto da Norcia,
compatrono d’Europa insieme ai santi Cirillo e Metodio e le sante donne Brigida
di Svezia, Caterina da Siena ed Edith Stein. La progressiva
espansione dell’Ordine benedettino da lui fondato ha esercitato un influsso
enorme nella diffusione del cristianesimo in tutto il Continente. San Benedetto
è perciò molto venerato anche in Germania e, in particolare, nella Baviera, la mia
terra d’origine; costituisce un fondamentale punto di riferimento per l’unità
dell’Europa e un forte richiamo alle irrinunciabili radici cristiane della sua
cultura e della sua civiltà.
Di questo Padre del Monachesimo occidentale conosciamo la
raccomandazione lasciata ai monaci nella sua Regola: “Nulla assolutamente
antepongano a Cristo” (Regola 72,11; cfr 4,21). All’inizio del mio
servizio come Successore di Pietro chiedo a san Benedetto di aiutarci a tenere
ferma la centralità di Cristo nella nostra esistenza. Egli sia sempre al primo
posto nei nostri pensieri e in ogni nostra attività!
Ritorna con affetto il mio pensiero al venerato predecessore
Giovanni Paolo II , al quale siamo debitori di una straordinaria eredità
spirituale. “Le nostre comunità cristiane – ha scritto nella Lettera Apostolica
Novo millennio ineunte – devono diventare autentiche scuole di
preghiera, dove l’incontro con Cristo non si esprima soltanto in implorazione di
aiuto, ma anche in rendimento di grazie, lode, adorazione, contemplazione,
ascolto, ardore di affetti, fino ad un vero invaghimento del cuore - così il
Papa Giovanni Paolo II” (n. 33).
Queste indicazioni ha cercato di porre in atto egli stesso dedicando le
catechesi del mercoledì degli ultimi tempi al commento dei Salmi delle Lodi e
dei Vespri. Come egli fece all’inizio del suo pontificato, quando volle
proseguire le riflessioni avviate dal suo Predecessore sulle virtù cristiane
(cfr Insegnamenti di Giovanni Paolo II, I [1978], pp. 60-63), così
anch’io intendo riproporre nei prossimi appuntamenti settimanali il commento da
lui preparato sulla seconda parte dei Salmi e Cantici che compongono i Vespri.
Con il prossimo mercoledì quindi riprenderò proprio da dove si erano interrotte le sue
catechesi, nell’Udienza
generale del 26 gennaio scorso.
Cari Amici, grazie di nuovo per la vostra visita, grazie per l’affetto di cui mi
circondate. Sono sentimenti che ricambio cordialmente con una speciale
benedizione, che imparto a voi qui presenti, ai vostri familiari e a tutte le
persone care.