lunedì 18 marzo 2013

Bartolomeo I: Catechesi di inizio Quaresima



DISCORSO CATECHETICO PER L’INIZIO DELLA SANTA E GRANDE QUARESIMA 2013.




+ B A R T O L O M E O
PER GRAZIA DI DIO
ARCIVESCOVO DI COSTANTINOPOLI – NUOVA ROMA
E PATRIARCA ECUMENICO
A TUTTO IL PLEROMA DELLA CHIESA, GRAZIA E PACE
DAL NOSTRO SALVATORE E SIGNORE GESÙ CRISTO
E DA NOI PREGHIERA, BENEDIZIONE E PERDONO

Amati Fratelli e Figli nel Signore,

I Divini Padri, che tutto hanno disposto come si deve, hanno decretato che la grande festa della Resurrezione del Signore, venga preceduta da un periodo di ascesi e di purificazione spirituale, della durata di quaranta giorni. L’ascesi è costituita anche dalla limitazione dei cibi, cioè dal digiuno, ma principalmente dall’astenersi dal male. Il sacro innografo sottolinea in modo caratteristico che un digiuno vero e gradito a Dio sono l’alienazione del male, la continenza della lingua, l’astenersi dalla rabbia, il distacco dai desideri malvagi, dalla maldicenza, dalla falsità e dallo spergiuro, il riparare alla ingiustizia, la messa al bando del pensiero passionale, la confessione sincera, la purificazione della coscienza, “della quale nulla al mondo è più violento”, la continenza “da passioni dannose, da invidia e odio e da ogni male”, lo sfuggire della “distrazione della mente”, l’ammissione degli errori, poiché “il Giudice è prossimo alla porta”, colui che saggia cuori e reni, “colui che è presente in ogni luogo e ogni cosa ricolma” (Grande Canone di San Andrea di Creta).

L’ascesi corporale ha come scopo la purificazione della mente ed il suo attaccamento all’amore del nostro Signore e Dio Cristo Gesù. E allo stesso tempo, all’amore verso il nostro prossimo, attaccamento che offre la prova che siamo discepoli di Colui che lo ama. Il nostro amore deve essere reale e deve comportare da parte nostra un qualche sacrificio per costui. Perché amore senza una offerta di fabbisogni materiali e di beni spirituali verso l’amato, è parola vuota. Particolarmente in questa epoca di grande crisi morale ed economica, quanti ne abbiamo la possibilità, offriamogli con gioia, amore e rispetto verso il prossimo, il nostro aiuto. Soltanto allora la nostra gioia per la Resurrezione del Signore sarà piena, quando anche la nostra offerta verso i Suoi fratelli, gli ultimi, il nostro prossimo, sarà piena. “Colui che ama il prossimo come se stesso, nulla possiede più del prossimo”… “pertanto quanto più fai crescere la ricchezza, tanto più manchi all’amore” insegna la bocca paterna priva di menzogna (S.P.N. BASILII MAGNI, Homilia in Divites, PG 31,281B).

Il mondo purtroppo pensa che la gioia vada di pari passo col procurarsi e  possedere ricchezza, gloria, titoli e altri piaceri. “Niente infatti è più inutile dell’uomo che non sa amare “ e “quando vedi qualcuno bisognoso di esser curato nel corpo o nello spirito, non dire tra te: Perché uno o l’altro non lo ha curato? Ma poni fine allo sdegno e non chiedere loro le ragioni della trascuratezza” […] “Se infatti gli instillerai come un balsamo, l’insegnamento della parola, se lo cingerai con garbo, se lo guarirai con la tolleranza, egli ti farà più ricco di ogni tesoro”(S.P.N. JOANNIS CHRISOSTOMI, In Epistolam secundam ad Corinthios, XXVII, PG 61,586-587 & Adversus Judæos VIII, PG 48,932-933). La verità è che la gioia e la soddisfazione dall’offerta di amore e di beni materiali verso il prossimo sono incomparabilmente maggiori. La ricorrente idea sociale, che viene insegnata anche ai giovani, come via più vantaggiosa per loro, è la avidità e la insaziabilità. Queste idee però, quando prevalgono, creano disordini sociali e alla fine danneggiano anche coloro che si procurano beni smisurati, a scapito degli altri. La inevitabile segregazione sociale deve dirimersi in modo volontario attraverso il contributo di coloro che hanno, a favore di coloro che non hanno, così come il nostro Signore insegna, dicendo in modo significativo: “Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha” (Lc 3,11). Solamente attraverso la percezione della nostra unità con tutti gli uomini e naturalmente con i deboli, porteremo a termine il periodo della Santa e Grande Quaresima in un modo gradito a Dio e avremo la benedizione di Cristo.

Durante il corrente anno, che abbiamo proclamato Anno della Solidarietà Universale, bisogna, in vista anche della grave crisi economica mondiale, che dimostriamo tutti quanti, un maggior interesse a conforto di quei nostri fratelli privi di beni elementari.

In questo modo porteremo a termine “lo stadio delle virtù che sono di fronte a noi”, in modo gradito a Dio e nel progresso spirituale, “godremo del compenso”, “riceveremo la giusta ricompensa” e festeggeremo con pienezza di gioia la Santa Resurrezione del Signore, secondo la quale veramente “governa la vita” di Colui, la cui Grazia e l’abbondante Misericordia siano sempre con voi

Santa e Grande Quaresima 2013
Il Patriarca di Costantinopoli,
+ Bartolomeo I
Fervente intercessore presso Dio per voi tutti.