mercoledì 12 dicembre 2012

Bella e luminosa


Celebriamo oggi, 13 dicembre, la festa liturgica di santa Lucia. 

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13 Dic 2011
Tornata allora a Siracusa, Lucia decise di rinunciare al matrimonio e di dare tutti i suoi beni ai poveri. Ma il fidanzato, sentendosi raggirato, la accusò presso le autorità romane di essere cristiana e di opporsi al culto ...




Quella di Santa Lucia è una festa ricca di significati, che piace ai bambini, ma riempie di speranza anche i grandi. Dalla Sicilia alla Svezia, passando per le valli lombarde e austriache, il 13 dicembre si ricorda la bellezza radiosa di una giovane che ha dato la vita per restare fedele al suo Sposo. Per celebrare la grandezza e la bontà di questa fanciulla, "nella notte più lunga che ci sia" si preparano pani e dolci profumati, mentre i bambini ricevono piccoli regali.

Nata a Siracusa intorno al 280 d.C., Lucia era una fanciulla bella e ricca, promessa sposa a un giovane della sua città. Un giorno sua madre si ammalò e Lucia, che era cristiana, decise di andare a Catania per pregare sulla tomba della martire Agata. La sua vita stava per cambiare. Sant'Agata le apparve chiedendole di dedicarsi ai più piccoli e sofferenti. Lucia accolse la richiesta. Tornata a Siracusa, ruppe il fidanzamento e, si narra, con una lampada fissata sul capo per farsi luce al buio, iniziò a visitare i poveri e i perseguitati rifugiati nelle catacombe, distribuendo i beni della sua dote cospicua. Il fidanzato abbandonato non accettò la nuova vocazione di Lucia e per vendicarsi denunciò la fede della fanciulla al prefetto Pancrasio, persecutore impietoso dei cristiani. Lucia fu arrestata e torturata, ma non abiurò e fu condannata a morte. Prima dell'esecuzione preannunciò sia la morte di Diocleziano, che sarebbe avvenuta nel 311, sia la fine delle persecuzioni (di lì a pochi anni, nel 313, l'editto di Costantino avrebbe sancito la libertà di culto in tutto l'Impero romano).

Seppellita con grandi onori nelle catacombe, la coraggiosa Lucia fu subito onorata come santa dai cristiani del suo tempo e da allora è oggetto di una devozione che è ancora viva e diffusa in molte parti del mondo. Poiché il suo nome, dal latino lux, significa "luminosa", "che illumina", nel Medioevo iniziò ad essere invocata come protettrice degli occhi e della vista. Nasce di qui la leggenda secondo cui, prima di ucciderla, i suoi aguzzini le avrebbero strappato gli occhi ed ecco perché nei dipinti antichi è spesso raffigurata con in mano un piatto che li contiene.
Canonizzata nel VI secolo da papa Gregorio Magno, patrona di Siracusa, Lucia viene ricordata in quello che secondo la tradizione fu il giorno del suo martirio, il 13 dicembre. Poiché per un certo periodo della storia, prima della riforma del calendario giuliano, intorno a quella data le giornate erano le più corte dell'anno, nacque il detto "Santa Lucia, il giorno più corto che ci sia"; ed è per questo motivo che la ricorrenza a lei dedicata si è sovrapposta, nei Paesi del Nord, alle "feste della luce" del solstizio d'inverno, in occasione delle quali nella notte dei tempi – è il caso di dirlo! – i popoli scandinavi invocavano il ritorno del sole che pareva voler lasciare la terra in balìa del buio e del gelo.

La devozione a questa santa così bella, giovane, buona e coraggiosa è diffusa in molti luoghi d'Europa. A Siracusa, la festa patronale inizia il 12 dicembre, con la traslazione di una splendida statua d'argento dalla sua cappella in cattedrale fino all'altare maggiore. La sera, sempre in cattedrale, al termine dei vespri solenni viene distribuita ai fedeli la cuccìa, dolce tipico della Sicilia occidentale, a base di grano bollito e ricotta, che da qualche tempo i siracusani hanno "adottato" per festeggiare la loro patrona. Il 13 è invece il giorno della grande processione, in cui il simulacro viene portato a spalla lungo le vie della città dalla cattedrale alla chiesa di Santa Lucia al sepolcro.
Oltre che nella sua Sicilia, in molte altre regioni d'Italia, soprattutto del Nord, Lucia è una figura venerata affettuosamente. In diverse città e paesi del Trentino, del Friuli Venezia Giulia, del Veneto, della Lombardia (a Bergamo, ad esempio) e dell'Emilia i bambini ricevono regali come fosse il giorno di Natale. Le scrivono una letterina dichiarandosi bimbi buoni e facendo le proprie richieste. Preparano per il suo arrivo, sui davanzali delle finestre, cibo e carote per l'asinello che la porta, sperando trepidanti di essere esauditi. Poi viene la notte e mentre dormono qualcuno, Lucia o chi per lei, al posto di quel cibo mette i sospirati doni, giocattoli, piccoli dolci e caramelle.
Dal Nord Italia, passando per l'Austria, il culto di Santa Lucia è arrivato in Danimarca e in Svezia, dove la festa della fanciulla luminosa s'inizia a preparare con qualche giorno di anticipo. Le mamme aiutano i bambini a cucinare biscotti profumati, mentre in ogni famiglia per la figlia maggiore – possibilmente bionda e bella – vengono confezionati un lungo abito bianco da legare in vita con una fascia rossa e una corona di foglie con sette candele da posare sul capo. La mattina del 13 dicembre, prima dell'alba, la fanciulla indosserà l'abito e la corona accesa e come Lucia nelle catacombe porterà in casa luce e dolcezza. (C. Ronza)

* * *

Di seguito i testi della liturgia di oggi con un pensiero di meditazione.

13 DICEMBRE
II SETTIMANA DI AVVENTO - GIOV
EDÌ 
SANTA LUCIA 
(m)
Vergine e martire
MESSALE

Antifona d'Ingresso
Questa santa lottò fino alla morte per la legge del Signore, non temette le minacce degli empi, la sua casa era fondata sulla roccia.


Colletta

Riempi di gioia e di luce il tuo popolo, o Signore, per l'intercessione gloriosa della santa vergine e martire Lucia, perché noi, che festeggiamo la sua nascita al cielo, possiamo contemplare con i nostri occhi la tua gloria. Per il nostro Signore...
 LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura
   Is 41, 13-20

Io sono il tuo redentore, il Santo d'Israele.


Dal libro del profeta Isaìa
Io sono il Signore, tuo Dio,
che ti tengo per la destra
e ti dico: «Non temere, io ti vengo in aiuto».
Non temere, vermiciattolo di Giacobbe,
larva d’Israele;
io vengo in tuo aiuto – oràcolo del Signore –,
tuo redentore è il Santo d’Israele.
Ecco, ti rendo come una trebbia acuminata, nuova,
munita di molte punte;
tu trebbierai i monti e li stritolerai,
ridurrai i colli in pula.
Li vaglierai e il vento li porterà via,
il turbine li disperderà.
Tu, invece, gioirai nel Signore,
ti vanterai del Santo d’Israele.
I miseri e i poveri cercano acqua ma non c’è;
la loro lingua è riarsa per la sete.
Io, il Signore, risponderò loro,
io, Dio d’Israele, non li abbandonerò.
Farò scaturire fiumi su brulle colline,
fontane in mezzo alle valli;
cambierò il deserto in un lago d’acqua,
la terra arida in zona di sorgenti.
Nel deserto pianterò cedri,
acacie, mirti e ulivi;
nella steppa porrò cipressi,
olmi e abeti;
perché vedano e sappiano,
considerino e comprendano a un tempo
che questo ha fatto la mano del Signore,
lo ha creato il Santo d’Israele.
 

Salmo Responsoriale 
  Dal Salmo 144  
Il Signore è misericordioso e grande nell’amore.
O Dio, mio re, voglio esaltarti
e benedire il tuo nome in eterno e per sempre.
Buono è il Signore verso tutti,
la sua tenerezza si espande su tutte le creature.

Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza.

Facciano conoscere agli uomini le tue imprese
e la splendida gloria del tuo regno.
Il tuo regno è un regno eterno,
il tuo dominio si estende per tutte le generazioni.

Canto al Vangelo   Is 45,8

Alleluia, alleluia.

Stillate, cieli, dall’alto
e le nubi facciano piovere il Giusto;
si apra la terra
e germogli il Salvatore.

Alleluia.


Vangelo
   Mt 11,11-15
Non ci fu uomo più grande di Giovanni Battista.
  
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse alle folle:
«In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui.
Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono.
Tutti i Profeti e la Legge infatti hanno profetato fino a Giovanni. E, se volete comprendere, è lui quell’Elìa che deve venire.
Chi ha orecchi, ascolti!».



Lettura
La lettura di Isaìa ci mostra Dio, fedele all’alleanza stretta con il suo popolo, che si dichiara pronto a farlo uscire dalla Mesopotamia rinnovando per lui i prodigi dell’esodo dall’Egitto. Ma il Signore esige che il popolo, riconoscendo il suo unico Dio e il suo unico liberatore, si affidi a lui. Gesù, nel Vangelo, fa l’elogio di Giovanni Battista quale profeta che mostra il compiersi delle profezie e indica al mondo l’arrivo dell’Agnello di Dio.
Meditazione
La liturgia di oggi afferma con forza che solo il Signore è il nostro Dio e la sua presenza nella nostra vita è continua. L’attenzione di questo Dio appassionato d’amore, si rivolge a quel «vermiciattolo di Giacobbe», che prosegue il suo avventuroso itinerario di salvezza pieno di umilianti cadute e di riprese entusiasmanti. Proprio per questo piccolo ogni giorno Dio prepara un’abbondante irrigazione di grazia. Il Signore non si stanca, nonostante la nostra indifferenza, di creare dal nulla, per noi, cose meravigliose, affinché vediamo e sappiamo, consideriamo e intendiamo che tutto viene da Lui. Da questa intima conoscenza del suo mistero di grazia scaturisce spontanea la nostra gratitudine. Gesù elogia Giovanni Battista, dichiarando che è il più grande tra i nati di donna; e tuttavia, ecco il paradosso: «il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui». A quest’uomo di statura morale e spirituale gigantesca viene anteposto un qualsiasi peccatore rigenerato dalla grazia di Cristo. E questo perché l’ordine della redenzione è superiore all’ordine della creazione; la realtà messianica è superiore alla figura profetica. Ciò che fa grandi i piccoli del regno dei cieli è l’amore. Ed è l’amore l’unica forma di “violenza” con la quale si può “dare l’assalto” al Regno dei cieli. La nostra salvezza non sta dunque nell’affannarci a conquistare Dio, che sarebbe un atteggiamento idolatrico, ma nel lasciarci conquistare da lui. La dichiarazione “Io sono il tuo Dio, che vengo a salvarti” richiede da parte nostra la volontà di accoglierlo e il desiderio che sia Lui a salvarci. Nella nostra giornata ricordiamo mai che la sua presenza nella nostra vita è continua? Il Regno è dei “violenti”, appartiene cioè a coloro che, come Gesù, hanno il coraggio di creare comunità. Io creo comunione o divisione?
Preghiera
Per la tua misericordia, o Signore, mio Dio, dimmi cosa tu sei per me. Di all’anima mia: «Sono la tua salvezza». Ecco, io sto in ascolto davanti a te, Signore. Ripeti all’anima mia: «Sono la tua salvezza». Tu, mio Dio, sei tutto per me: da “niente”, mi fai essere “qualcuno” per te. Amen.
Agire
Oggi voglio vivere la vocazione del Battista: preparare la strada al Signore che viene. Testimonierò la mia adesione a Cristo anche a costo di andare contro il pensiero comune e di essere deriso.