lunedì 10 dicembre 2012

B. V. Maria di Loreto




Oggi 10 DICEMBRE

celebriamo la

B. V. MARIA DI LORETO


Giovanni Paolo II, riferendosi alla Santa Casa di Loreto, diceva: “Quello Lauretano è un Santuario mirabile. In esso è inscritta la trentennale esperienza di condivisione, che Gesù fece con Maria e Giuseppe. Attraverso questo mistero umano e divino, nella casa di Nazaret è come inscritta la storia di tutti gli uomini, poiché ogni uomo è legato ad una ‘casa’, dove nasce, lavora, riposa, incontra gli altri e la storia di ogni uomo, è segnata in modo particolare da una casa: la casa della sua infanzia, dei suoi primi passi nella vita.
Ed è eloquente ed importante per tutti che quest’Uomo unico e singolare, che è il Figlio unigenito di Dio, abbia pure voluto legare la sua storia ad una casa, quella di Nazaret, che secondo il racconto evangelico, ospitò Gesù di Nazaret lungo l’intero arco della sua infanzia, adolescenza e giovinezza, cioè della sua misteriosa maturazione umana… La casa del Figlio dell’uomo è dunque la casa universale di tutti i figli adottivi di Dio. La storia di ogni uomo, in un certo senso, passa attraverso quella casa…”.
A partire da papa Clemente V che con una bolla del 18 luglio 1310 confermò indirettamente l’autenticità della Santa Casa, i papi nei secoli successivi confermarono nuovamente la loro devozione alla Vergine Lauretana, specie in drammatiche circostanze.
Ma le origini dell’antica e devota tradizione della traslazione della Casa dalla Palestina a Loreto, risalgono al 1296, quando in una visione, ne era stata indicata l’esistenza e l’autenticità ad un eremita, fra’ Paolo della Selva e da lui riferita alle Autorità.
Ciò ci è narrato da una cronaca del 1465, redatta da Pier Giorgio di Tolomei, detto il Teramano, che a sua volta l’aveva desunta da una vecchia ‘tabula’ consumata, risalente al 1300. Si riportano alcuni passi più significativi, che poi sono stati tramandati nelle narrazioni, più o meno arricchite nei secoli successivi; “L’alma chiesa di santa Maria di Loreto fu camera della casa della gloriosissima Madre del nostro Signore Gesù Cristo… La quale casa fu in una città della Galilea, chiamata Nazaret.
E in detta casa nacque la Vergine Maria, qui fu allevata e poi dall’Angelo Gabriele salutata; e finalmente nella stessa camera nutrì Gesù Cristo suo figliuolo… Quindi gli apostoli e discepoli consacrarono quella camera in chiesa, ivi celebrando i divini misteri…
Ma dopo che quel popolo di Galilea e di Nazaret abbandonò la fede in Cristo e accettò la fede di Maometto, allora gli Angeli levarono dal suo posto la predetta chiesa e la trasportarono nella Schiavonia, posandola presso un castello chiamato Fiume (1291).
Ma lì non fu affatto onorata come si conveniva alla Vergine… Perciò da quel luogo la tolsero nuovamente gli Angeli e la portarono attraverso il mare, nel territorio di Recanati (1294) e la posero in una selva di cui era padrona una gentildonna chiamata Loreta; da qui prese il nome la chiesa: ‘Santa Maria di Loreta…”.
Per il gran numero di gente, purtroppo succedevano anche ladrocini e violenze, per cui continua il racconto, gli Angeli la spostarono altre due volte, sempre per gli stessi motivi, depositandola alla fine sul colle, nella notte del 9-10 dicembre 1294, dove si trova attualmente.
“Allora accorse tutto il popolo di Recanati a vedere la detta chiesa, che stava sopra la terra senza alcun fondamento. Per la qual cosa, il popolo considerando così gran miracolo e temendo che detta chiesa non venisse a rovina, la fecero circondare da un altro ben grosso muro e di buonissimo fondamento, come ancor oggi chiaramente si vede”.
Questo il racconto del 1465; che si fonda sull’aspetto storico dell’epoca, quando i rapporti culturali e religiosi delle comunità insediate sulle due sponde dell’Adriatico, erano intensi, per l’attraversamento delle navi veneziane e poi di quelle di Ancona e dell’attuale Dubrovnik, che trasportavano i pellegrini ai Luoghi Santi della Palestina.
Sullo sfondo vi è la conquista della Terra Santa da parte dei mamelucchi e poi la lenta penetrazione degli ottomani nella penisola balcanica, dopo la caduta di Costantinopoli.
Da questi eventi scaturirono le Crociate, per liberare i popoli ed i paesi dall’occupazione araba e secondo la tradizione, gli Angeli intervennero per mettere in salvo la casa della Vergine, già trasformata in chiesa sin dai tempi apostolici.
Da allora moltitudini di fedeli si sono recati in pellegrinaggio al grandioso santuario, che racchiude la Santa Casa, iniziato a costruire nel 1468 da papa Paolo II, in breve diventò ed è, secondo una felice definizione di papa Giovanni Paolo II, “cuore mariano della cristianità”.
Fin dall’inizio del Trecento fu già meta di pellegrinaggio, anche per quanti prendendo la strada costiera, erano diretti a S. Michele al Gargano oppure in Terrasanta; il flusso nei secoli XV e XVI diventò enorme, fino ad indurre nel 1520 papa Leone X ad equiparare il voto dei pellegrini del Santuario di Loreto a quello di Gerusalemme, che già man mano Loreto aveva sostituito nelle punte dei grandi pellegrinaggi penitenziali, che vedevano Roma, Santiago di Compostella, Gerusalemme.
Il prodigio eclatante della traslazione della Santa Casa attirò anche, a partire dal secolo XV, la peregrinazione di re e regine, principi, cardinali e papi, che lasciarono doni o ex voto per grazie ricevute; a loro si aggiunsero nei tempi successivi, condottieri, poeti, scrittori, inventori, fondatori di Ordini religiosi, filosofi, artisti, futuri santi e beati.
Grandi architetti furono chiamati a progettare e realizzare le opere edili, che costituiscono il grandioso complesso del santuario, che sorto come chiesa dalle linee goticheggianti, su progetti degli architetti Marino di Marco Cedrino e Giuliano da Maiano; venne poi per necessità di difesa dai pirati, che infierivano sui centri costieri, munita di un cammino di ronda e di stanze per i soldati, ad opera di Baccio Pontelli; ma non fu sufficiente, perché papa Leone X (1475-1521) fece erigere una cinta fortificata intorno al complesso, che divenne in pratica un vero e proprio castello.
Nel frattempo intorno al Santuario, sempre più frequentato dai pellegrini, sorse un borgo che fu chiamato Villa Santa Maria e che in seguito nel 1586 papa Sisto V promosse a sede vescovile.
L’interno del Santuario ebbe varie trasformazioni a cui lavorarono insigni artisti, come Giuliano da Sangallo che innalzò la solenne cupola, Giorgio Marini, il Bramante, il Sansovino, Antonio da Sangallo il Giovane, Luigi Vanvitelli.
Per la facciata nel 1571 lavorò Giovanni Boccalini da Carpi e nel 1587 Giovan Battista Chioldi. Come pittori portarono la loro arte, per citarne alcuni, Melozzo da Forlì, Luca Signorelli, Lorenzo Lotto, Cristofaro Pomarancio, ecc.
L’interno attuale del Santuario è a croce latina a tre navate, ospita sotto la grande cupola la Santa Casa, letteralmente coperta da un rivestimento marmoreo, arricchito da statue e bassorilievi raffiguranti sibille e profeti e narranti otto storie della vita di Maria, oltre a rilievi bronzei narranti alcuni episodi della vita di Gesù.
Un incendio nel 1921, sviluppatosi all’interno della Santa Casa, la danneggiò gravemente, distruggendo anche la venerata immagine lignea della Madonna, attualmente sostituita da una copia, riccamente vestita e con il volto nero dell’originale, scurito dal fumo delle lampade.
La raccolta religiosità dell’interno, ben specifica e fa immaginare la semplice vita di Maria, di Gesù e di Giuseppe, nella Palestina di allora, tutto invita alla preghiera ed al raccoglimento. Trent’anni dopo la costruzione della chiesa, incominciò quella del Palazzo Apostolico, che occupa uno dei lati della piazza della Chiesa e in cui sono conservati capolavori d’arte di ogni genere, compresi gli arazzi, porcellane e tavolette votive, costituenti il tesoro della Santa Casa, donato nei secoli da tanti devoti.
Oltre 50 papi si sono recati in pellegrinaggio a Loreto e sempre è stata grande la loro devozione; alla Vergine si rivolsero i papi Pio II e Paolo II per guarire miracolosamente dalle loro gravi malattie; papa Benedetto XV (1914-1922) in considerazione della traslazione della sua Casa, dalla Palestina a Fiume e poi a Loreto, la proclamò patrona degli aviatori.
Loreto è considerata la Lourdes italiana e tanti pellegrinaggi di malati vengono organizzati ogni anno, con cerimonie collettive come quelle di Lourdes; aggiungo una mia piccola esperienza personale, in ambedue i luoghi sacri a Maria, ho sentito improvvisamente la necessità di piangere, come se avvertissi la spiritualità nei due ambienti permeati della sua presenza.
Innumerevoli sono i luoghi pii, chiese, ospedali o di assistenza, come pure delle Congregazioni religiose, intitolati al nome della Vergine di Loreto, il suo nome cambiato in Loredana è fra i più diffusi fra le donne; infine come non ricordare le “Litanie Lauretane” che dal XII secolo sono divenute una vera e propria orazione alla Vergine, incentrata sui titoli che in ogni tempo le sono stati tributati, anche con riferimenti biblici. Le “Litanie Lauretane” sostituirono nella cristianità, quelle denominate ‘veneziane’ (in uso nella basilica di S. Marco e originarie di Aquileia) e quelle ‘deprecatorie’ (ossia di supplica, originarie della Germania).
La celebrazione liturgica nella Chiesa Cattolica è al 10 dicembre, in ricordo della data dell’arrivo della Santa Casa a Loreto. (A. Borrelli)


SECONDA LETTURA
Dai «Discorsi» di Giovanni XXIII, papa
(Allocuzione nel Santuario della Santa Casa, 4 ottobre 1962; AAS, 1962, pp. 723-727).
Incarnazione, Famiglia, Lavoro
Motivi di pietà religiosa mossero papi e personaggi illustri di ogni secolo a sostare in preghiera in questa Basilica di Loreto.
Alla vigilia del Concilio Vaticano II, ecco l'umile successore di Pietro aggiungersi con gesto discreto ai molti che l'hanno preceduto.
L'odierna peregrinazione apostolica a questo antico e venerando Santuario vuol porre suggello alle supplicazioni che in tutti i templi del mondo, di oriente e di occidente, e nei sacri recessi del dolore e della penitenza, si sono elevate a Dio per il felice svolgimento della grande assise ecumenica.
L'odierno incontro, sotto lo sguardo benedicente di Maria, ci suggerisce tre pensieri, cui la Basilica stessa, glorificazione del segreto di Nazareth, allude e ne celebra i fasti. Il mistero dell'incarnazione del Verbo e della vita nascosta è tutto un cantico in lode della famiglia, in lode del lavoro umano. L'Incarnazione del Verbo è motivo di preghiera nell'ora dell'Angelus Domini, recitato dalle anime pie, sparse nel mondo. Questa contemplazione che ci è tanto familiare, di qua particolarmente vuol prendere slancio per invitare gli uomini a riflettere su quel congiungimento del cielo con la terra, che è lo scopo dell'incarnazione e della redenzione. Il grande fatto storico dell'incarnazione, che apre il Testamento Nuovo e da inizio alla storia cristiana, merita bene di venire salutato dalle campane di tutto il mondo tre volte al giorno; ed è ben naturale che chiese e cappelle, fino a questa insigne Basilica, siano consacrate alla memoria del primo mistero gaudioso, divenuto fonte di meditazione e di buoni propositi. Di fatto siamo tutti pellegrini sulla terra, con una effusione di preghiera sulle labbra, che, pur nelle sue molteplici espressioni, è comune a tutti: andiamo verso la Patria! Lassù è la meta dell'incedere cristiano, l'anelito dei nostri sospiri: i cieli si aprono sulla nostra testa, e il messaggero celeste rinnova il ricordo del prodigio per cui Dio si è fatto uomo, e l'uomo è divenuto fratello del Figlio di Dio.
Il mistero dell'incarnazione consacra i trent'anni di vita, trascorsi da Gesù nel silenzio di Nazareth con Maria e con Giuseppe. E come nell'incarnazione prende nuovamente inizio il cammino dell'uomo verso la patria celeste e la sua elevazione alla nobiltà di coerede del cielo, dalla vita nascosta si solleva il cantico di lode alla dignità e grandezza della famiglia, in lode al sacro dovere del lavoro e della sua nobiltà.
La famiglia. [...] Ecco l'insegnamento di Nazareth: famiglie sante, amore benedetto, virtù domestiche sbocciano nel tepore di cuori ardenti, di volontà generose e buone.
La famiglia è il primo esercizio di vita cristiana, la prima scuola di fortezza e di sacrificio, di dirittura i morale e di abnegazione. Essa è il vivaio di vocazioni sacerdotali e religiose, e anche di intraprese apostoliche per il laicato cristiano; la parrocchia prende dignità nuova e fisionomia inconfondibile, e si arricchisce di nuova linfa di anime rigenerate, e viventi nella grazia del Signore. [...] Il lavoro è il terzo insegnamento di Nazareth. Della vita nascosta di Gesù sappiamo poco; ma circa il lavoro di quei trent'anni conosciamo quanto basta. Sull'esempio di Gesù, venti secoli di cristianesimo hanno aiutato l'uomo a riconoscersi nella sua interezza, sollevandolo alla coscienza della sua dignità. Ci può essere un lavoro esclusivamente intellettuale, che deve peraltro sostenersi sulle forze fisiche dell'uomo. Ma non c'è un lavoro puramente materiale: il soffio dello spirito, con cui Dio ha impresso nell'uomo la sua immagine e somiglianza, deve vivificare tutto quanto procede dall'uomo: gli strumenti dell'agricoltura, le macchine mirabili della tecnica, gli strumenti dell'acuta ricerca. Diversamente la materia potrebbe prevalere sull'uomo e togliergli il dominio sulle leggi stesse che egli è riuscito a scoprire. E invece è l'uomo che deve dominare il cosmo, secondo il comando antico: «Riempite la terra, assoggettatela» (Gen 1, 28). Egli infatti è chiamato a cooperare coi disegni di Dio creatore, e tale nobiltà dell'umana fatica, anche della più umile, è ricordata e sublimata dal lavoro di Gesù nella officina di Nazareth. Ogni domenica, nell'ora meridiana dell'Angelus, c'è in Piazza San Pietro un convegno di anime, che dà tanto conforto e tanta letizia. Alla voce del Papa, che ripete commosso: Angelus Domini nuntiavit Mariae, la folla, proveniente da tutto il mondo, fa eco: Et concepit de Spiritu Sancto. La terra si unisce cosi alla letizia del cielo in un unico palpito di amore e di lode al Divin Salvatore e alla sua e nostra Madre benedetta.
Possa questo Santuario di Loreto essere sempre una finestra aperta sul mondo, a richiamo di voci arcane, annunzianti la santificazione delle anime, delle famiglie, dei popoli; trasmetta anch'esso, in perfetta consonanza con la voce della Chiesa, il lieto annuncio del Vangelo, per una fraterna convivenza delle genti, nel segno di più generosa giustizia, di più eloquente equità, affinchè su tutto e su tutti splendano i doni della misericordia del Signore.

RESPONSORIO Ef 6, 1-2; Lc 2,51
Figli, obbedite nel Signore ai vostri genitori;
onorate il padre e la madre, perché questo è giusto.
Gesù tornò a Nazareth con Maria e Giuseppe e stava loro sottomesso.
Onorate il padre e la madre, perché questo è giusto.

ORAZIONE O Dio, all'annunzio dell'Angelo tu hai voluto che il tuo Verbo si facesse uomo nel grembo verginale di Maria; concedi ai tuoi fedeli, che (in questo luogo) fanno memoria di così grande mistero, di celebrare, nella fede e con la santità della vita, la grandezza del tuo amore misericordioso. Per il nostro Signore.

A LA BEATISSIMA VERGINE DI LORETO
di TORQUATO TASSO (strofe IV, VI, VII, IX)

Qui gli Angeli innalzare il santo albergo,
Che già Maria co 'l santo figlio accolse,
E 'l portar sovra i nembi e sovra l'acque:
Miracol grande, a cui sollevo ed ergo
La mente, ch'altro obietto a terra volse,
Mentre da suoi pensieri oppressa giacque.
Questo è quel Monte ch'onorar ti piacque
De te tue sante mura. Vergine, casta e pura,
Anzi il tuo parto, e poscia, e quando ei nacque,
Perch'Atlante gli invidi, avendo a scorno
Suoi favolosi pregi,
Del Re de' Regi e tuo l'umil soggiorno.
Felici monti, onde la viva pietra
Sì rozza fu recisa, e questi ancora,
Ove il marmo di fuor la cinge e copre;
Perché tal grazia ella dal Cielo impetra.
Anzi da lei che tutto il cielo onora,
Mentre la sua pietà rivela e scopre,
Che via men pregio i magisteri e l'opre
Di Fidia, o di chi muova
La mano ardita a prova,
E dando vita al sasso il ferro adopre.
E felice il color, lo stile e l'arte
Del beato pittore,
Ch'umilia il core e move interna parie.
E tragge a rimirar la santa imago
Da l'estremo occidente a stuolo a stuolo,
Peregrinando con tranquilla oliva,
Quei che dianzi bevean l'Ibero e 'l Tago,
E da' regni soggetti al freddo polo
Di là da l'istro, e di più algente riva;
E mille voti alla celeste Diva,
Che scaccia i nostri mali,
Solvon gli egri mortali,
II cui pregar al ciel per grazia arriva.
E i magnanimi Duci a Dio più cari
Offrono argento ed auro,
Sacro tesauro a' tuoi devoti altari.
Ma tu che vedi sovra i monti in terra
L'immagine esaltata e le sublime
Sovra ogni altezza de' celesti cori,
Reggi la penna che vaneggia ed erra,
E prendi in grado le cangiate rime,
e non sdegnar ove talor t'onori
II tardo stile e ch'io nel cor t'adori,
Perch'oda in altri modi
Le tue divine lodi
E d'angelici spirti i santi onori;
Né manchi il suon, com'a gli accenti nostri,
A l'eterna armonia
In dir Maria ne gli stellati chiostri.



Supplica alla Madonna di Loreto
(a mezzogiorno del 10 dicembre; si recita inoltre, il 25 marzo, il 15 agosto e l '8 settembre)

O Maria Loretana, Vergine gloriosa, noi ci accostiamo fiduciosi a Te: accogli oggi la nostra umile preghiera. L'umanità è sconvolta da gravi mali dai quali vorrebbe liberarsi da sola. Essa ha bisogno di pace, di giustizia, di verità, di amore e si illude di poter trovare queste divine realtà lontano da tuo Figlio. O Madre! Tu portasti il Salvatore divino nel tuo seno purissimo e vivesti con Lui nella santa Casa che noi veneriamo su questo colle loretano, ottienici la grazia di cercare Lui e di imitare i suoi esempi che conducono alla salvezza.
Con fede e amore filiale, ci portiamo spiritualmente alla tua Casa benedetta. Per la presenza della tua Famiglia essa è la Casa santa per eccellenza alla quale vogliamo si ispirino tutte le famiglie cristiane: da Gesù ogni figlio impari l'ubbidienza e il lavoro; da Te, o Maria, ogni donna apprenda l'umiltà e lo spirito di sacrificio; da Giuseppe, che visse per Te e per Gesù, ogni uomo impari a credere in Dio e a vivere in famiglia e nella società con fedeltà e rettitudine.
Molte famiglie, o Maria, non sono un santuario dove si ama e si serve Dio; per questo Ti preghiamo affinché Tu ci ottenga che ognuna imiti la tua, riconoscendo ogni giorno e amando sopra ogni cosa il tuo Figlio divino. Come un giorno, dopo anni di preghiera e di lavoro, egli uscì da questa Casa santa per far sentire la sua Parola che è Luce e Vita, così ancora dalle sante mura che ci parlano di fede e di carità, giunga agli uomini l'eco della sua parola onnipotente che illumina e converte.
Ti preghiamo, o Maria, per il Papa, per la Chiesa universale, per l'Italia e per tutti i popoli della terra, per le istituzioni ecclesiali e civili e per i sofferenti e i peccatori, affinché tutti divengano discepoli di Dio. O Maria, in questo giorno di grazia, uniti ai devoti spiritualmente presenti a venerare la santa Casa ove fosti adombrata dallo Spirito Santo, con viva fede Ti ripetiamo le parole dell'Arcangelo Gabriele: Ave, o piena di grazia, il Signore è con Te!
Noi Ti invochiamo ancora: Ave, o Maria, Madre di Gesù e Madre della Chiesa, Rifugio dei peccatori, Consolatrice degli afflitti, Aiuto dei Cristiani.
Tra le difficoltà e nelle frequenti tentazioni noi siamo in pericolo di perderci, ma guardiamo a Te e Ti ripetiamo: Ave, Porta dei Cielo; ave, Stella del Mare! Salga a Te la nostra supplica, o Maria. Essa Ti dica i nostri desideri, il nostro amore a Gesù e la nostra speranza in Te, o Madre nostra. Ridiscenda la nostra preghiera sulla terra con abbondanza di grazie celesti. Amen.

- Salve, o Regina

Invocazioni alla Vergine di Loreto

Vergine di Loreto prega per me
Vergine di Loreto proteggimi
Vergine di Loreto guariscimi
Vergine di Loreto custodisci i miei piccoli
Vergine di Loreto addolcisci le mie pene
Vergine di Loreto intercedi per me
Vergine di Loreto proteggi i miei cari
Vergine di Loreto assistimi nell'ora della morte

LODI
LETTURA BREVE Dt 5,l6
Onora tuo padre e tua madre, come il Signore Dio tuo ti ha comandato, perché la tua vita sia lunga e tu sii felice nel paese che il Signore tuo Dio ti da.

RESPONSORIO BREVE
Cristo, Figlio del Dio vivo, * abbi pietà di noi.
Cristo, Figlio del Dio vivo, abbi pietà di noi.
Tu che fosti obbediente a Giuseppe e a Maria,
abbi pietà di noi.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Cristo, Figlio del Dio vivo, abbi pietà di noi.

Ant. al Ben. Venuto a mancare il vino, la Madre di Gesù gli disse: «Non hanno più vino».

INVOCAZIONI Dalla Santa Casa, santuario dell'Incarnazione e della Santa Famiglia, innalziamo la nostra umile preghiera al Verbo Eterno che per la nostra salvezza si è fatto uomo e ha voluto vivere in una famiglia. Diciamo: Gesù, mite e umile di cuore, santifica le nostre famiglie.

O Cristo, salvatore e maestro, fà che ogni famiglia sia un vero santuario della vita e dell'amore.

O Cristo Gesù, che ti sei fatto nostro modello di devozione, di amore e di sacrificio, guida i pensieri e le opere verso il bene delle nostre famiglie e di tutta la Chiesa.

O Signore, che nella vita nascosta di Nazareth sei cresciuto in età, in sapienza e in grazia, fà che le giovani generazioni trovino nella famiglia un forte sostegno per la loro maturazione nella vita e nell'amore.

O Signore, per intercessione della tua e nostra Madre, Maria SS.ma, fà che la Chiesa compia fruttuosamente la sua missione nella famiglia e mediante la famiglia.

Verbo Eterno, che hai fatto della famiglia la sorgente della vita e la prima scuola di virtù domestiche, fà che le nostre famiglie siano vivaio di vocazioni sacerdotali, religiose, missionarie.

O Cristo, che a Nazareth ti sei guadagnato il pane con il sudore della fronte, fà che le nostre famiglie, sorrette dalla fede nella Provvidenza, abbiano il pane quotidiano e vivano in pace.

Padre nostro.

ORAZIONE O Dio, all'annunzio dell'Angelo tu hai voluto che il tuo Verbo si facesse uomo nel grembo verginale di Maria; concedi ai tuoi fedeli, che ( in questo luogo ) fanno memoria di così grande mistero, di celebrare, nella fede e con la santità della vita, la grandezza del tuo amore misericordioso. Per il nostro Signore.

VESPRI
LETTURA BREVE Cfr. Fil 2,6-7
Cristo Gesù, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; egli è apparso in forma umana.

RESPONSORIO BREVE
Cristo fu in tutto simile ai fratelli, * per rivelare l'amore di Dio.
Cristo fu in tutto simile ai fratelli, per rivelare l'amore di Dio.
Apparso sulla terra, abitò con i suoi a Nazareth,
per rivelare l'amore di Dio.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Cristo fu in tutto simile ai fratelli, per rivelare l'amore di Dio

Ant. al Magn. Gli uccelli hanno i loro nidi, le volpi le loro tane,
ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo.

INTERCESSIONI Nella memoria della Beata Maria Vergine di Loreto, adoriamo e acclamiamo Cristo, suo Figlio, che ha voluto diventare membro della famiglia umana, in tutto simile a noi. Diciamo insieme: O Cristo, tu sei il Salvatore di tutti gli uomini.

Per il mistero della tua sottomissione a Maria e a Giuseppe,
- insegnaci il rispetto e l’obbedienza verso coloro che hai posto a capo della comunità.

Tu che nel nascondimento di Nazareth sei stato modello di ogni virtù,
- custodisci le nostre famiglie nel vincolo della carità e della pace.

Insieme a Maria e a Giuseppe, hai condiviso l'umile condizione dei poveri,
- fà che siano difesi i diritti dei lavoratori, perché tutti abbiano una vita degna e onorata.

Tu che hai associato Maria, tua Madre, nel mistero di grazia e di salvezza,
- rendi anche noi testimoni e strumenti del tuo amore misericordioso.

Hai reso forte tua Madre ai piedi della croce e l'hai colmata di gioia nella tua risurrezione,
- sostienici nelle prove della vita e rafforzaci nella speranza.

Apri ai nostri morti le braccia della tua misericordia,
- perché si allietino con Maria e tutti i santi della gioia del Paradiso.

Padre nostro.

ORAZIONE O Dio, all'annunzio dell'Angelo tu hai voluto che il tuo Verbo si facesse uomo nel grembo verginale di Maria; concedi ai tuoi fedeli, che ( in questo luogo fanno memoria di cosi grande mistero, di celebrare, nella fede e con la santità della vita, la grandezza del tuo amore misericordioso. Per il nostro Signore.

NOTTE DELLA VENUTA (XlVsec.)
Poi venne un altro Angelo e si fermò presso l'altare, con un turibolo d'oro in mano, e gli furono dati molti profumi, affinchè li offrisse insieme alle preghiere di tutti i santi, sopra l'altare d'oro, che è davanti al trono. Ap 8,3

Si udì un canto nella notte:
tutto il cielo ne era invaso.
Attonita, la terra effondeva incenso,
aloè e mirra,
apriva palpebre, congiungeva mani,
sprofondava nel mistero:
la casa di Maria trapassava la notte,
le tenebre fuggivano a Settentrione.

Ad Oriente i poveri d'Israele
annunciavano il prodigio;
stelle, luci, occhi allargavano lo spazio:
teofanie ad Occidente, sulla montagna santa*.
Il cuore accoglieva il nunzio, spalancava la visione,
Si videro Angeli volare sull'altura
e sulla roccia poggiare una cella:
dentro una luce, Luce del mondo,
Si schiusero i cancelli, le catene si spezzarono,
il sangue dell'Agnello s'inebriò al canto del gallo,
si fuse col sangue dei martiri**. Alleluia!

* Nel Santuario di Loreto, nella notte tra il 9 e il 10 dicembre, a ricordo del prodigioso trasporto della Casa di Maria da Nazareth a Loreto (1294), si svolge la 'Veglia della Venuta'.
** I cancelli che circondano la Santa Casa sono stati realizzati con la fusione delle catene degli schiavi nella battaglia di Lepanto (1571).

* * *

La Casa di Loreto, una sfida affascinante
di Ruggero Sangalli

All’interno del santuario di Loreto si trovano i muri della Santa Casa, ovvero il luogo dove probabilmente avvenne l’Immacolata Concezione e dove nove mesi nacque Maria. Dopo altri 15 anni fu la volta dell’Annunciazione; Nazareth è la località dove abitò per quasi trent’anni anni la Sacra famiglia, dal suo ritorno dall’Egitto all’inizio della vita pubblica di Gesù. A Loreto la casa oggi visibile è solo parzialmente quella originale, essendo stata completata nei suoi muri e nel soffitto: la parte che proviene da Nazaret riguarda tre pareti su quattro, fino a circa 2 metri di altezza. Le porte attualmente esistenti, per permettere il flusso dei visitatori, non sono quelle originali, mentre la porta originaria è oggi murata. I muri sono spessi 90 centimetri (cioè 2 cubiti amma pari a 0,45 metri) ed il perimetro interno, che delimita l’area calpestabile, dice di una stanza di 4,05 x 7,20 metri, ovvero 9 x 16 cubiti amma. In pratica si tratta di numeri interi e ben proporzionati in unità di misura ebraiche. Archeologicamente, si tratta di una classica casa galilea di 2000 anni fa. A Nazareth, nel IV secolo, sopra la Santa Casa, venerata fin dall’epoca apostolica, fu costruita una prima basilica e di questa, come dell’abitazione della Vergine, i pellegrini ci lasciarono delle descrizioni nei loro itinerari. Distrutta dai Saraceni nel XII secolo all’avvicinarsi dei crociati, la basilica fu ricostruita dall’esercito cristiano; ma questa seconda basilica ebbe vita breve, perché nel 1263 fu incendiata dagli islamici del sultano Bibars. Dagli scritti dei pellegrini in Terrasanta che visitarono Nazareth dopo quell’anno, risulta che il nucleo dell’abitazione della Vergine fu distrutto (il che non necessariamente significa del tutto abbattuto o “raso al suolo”), e tale rimase almeno fino a quando l’esercito crociato abbandonò quei luoghi. Gli scavi dell’inizio del XX secolo, eseguiti da Prospero Viaud, rimisero infatti in luce avanzi preziosissimi della prima e della seconda basilica evidenziando che l’opera dell’epoca di Costantino fu edificata per proteggere e salvare la Santa Casa. I pellegrini dei primi tredici secoli descrivono l’abitazione della Vergine come composta di due parti: la grotta nel monte e la camera in muratura. Dopo la partenza dei crociati, sul finire del XIII secolo, parlano soltanto della grotta "che non si poteva asportare senza asportare il monte". Della struttura in muratura non si parla già più. Oggi sappiamo che la parte inferiore della Casa all’interno del santuario di Loreto è costruita con tecniche inusuali in Italia. Altra stranezza, essa è senza fondamenta, ma a Nazareth, all’interno della basilica dell’Annunciazione, ci sono le fondamenta corrispondenti per le misure.I mattoni e la loro modalità di produzione, collocazione ed unione non corrispondono nella parte bassa (realizzata nella cosiddetta “finitura nabatea”) alle tecniche uate per la parte di muro soprastante.La Santa Casa non presenta segni che possano suggerirne una “scomposizione” in blocchi, ma si trova dove è oggi, dopo quattro o cinque (!) tappe intermedie, con le pietre “murate” con lo stesso tipo di malta usata 2000 anni fa a Nazareth. Sui muri sono presenti dei graffiti antichi di ambiente palestinese che indicano che per i primi pellegrini quello era luogo di culto. La casa originale come detto ha solo tre pareti: la sua forma corrisponde perfettamente per dimensioni alla grotta di Nazareth (che ne costituiva la quarta parete). L’orientazione della porta (a nord) e della finestra (ad ovest) nella disposizione della casa nel santuario di Loreto, per nulla logica e diversa da tutte le case della zona, si adattano invece alla luce e al freddo se si orienta la casa nella posizione che aveva a Nazareth (la porta a ovest e la finestra a sud). Un testo prezioso per chi volesse approfondire è quello dell’ingegner ed architetto Nanni Monelli “La santa casa a Loreto, la santa casa a Nazareth”. Una raffica di domande sfidano la nostra curiosità: perchè la casa dovrebbe trovarsi proprio lì, a Loreto, sulla sommità del colle Prodo? Se la casa è stata portata via mare, perchè ricostruirla lontano dal mare? E perché costruirla in mezzo, proprio sopra, a quella che al tempo era la strada principale (e gli statuti comunali del tempo, ritrovati in varie città vicine, proibivano le costruzioni sulle strade o ne ordinavano l’abbattimento)? In origine non era una chiesa: non ne aveva le dimensioni (troppo piccola), ne’ l’orientamento; presenta persino l’assurdità di avere l’apertura sul lato più lungo, mentre le chiese di solito ce l’hanno sul lato corto. Non ha proprio senso… E se era una casa, perché costruirla con la porta e la finestra orientate in modo illogico rispetto alla luce (finestra ad ovest) e al freddo (porta a nord)? E perché usare per cementare i mattoni una tecnica non in uso in Italia? E senza fondamenta poi… Se la casa fosse stata deliberatamente “smontata” dai crociati, poi prelevata, trasportata per terra e per mare e infine ricostruita, tale operazione al termine del 1200, con le strade ed i mezzi di allora, risulterebbe quasi impossibile. Se tuttavia questo fosse stato fatto davvero, sarebbe ancora più inspiegabile che non ne risulti traccia da nessuna parte, considerando che l’eventuale impresario dovette impegnare con dovizia uomini e mezzi. Gli studi di qualificati storici dell’arte, geologi, architetti ed ingegneri attestano che: - non esiste nessuna costruzione coeva nell’ambiente marchigiano che somigli alla Santa Casa. - non si trova nessuna autorizzazione alla costruzione risultante dai meticolosi atti catastali lauretani del tempo. - le pietre che si trovano nella grotta dell'Annunciazione a Nazareth hanno la stessa origine geologica delle pietre dell'altare dei Santi Apostoli oggi all’interno della Santa Casa. - le testimonianze documentano, dopo la traslazione (1291), la scomparsa di uno dei due altari un tempo esistenti a Nazareth. Il primo a segnalare un altare nella cripta della basilica crociata a Nazareth fu Daniele l'Igumeno, un abate russo che visitò Nazareth nel 1113-1115, annotando nella propria lingua l'esistenza di un piccolo altare sul quale si celebrava la liturgia. Fondamentale, secondo un altro studioso di Loreto, padre Santarelli, la testimonianza di Ricoldo da Montecroce, che visitò Nazareth tra il 1288 e il 1289. Il Ricoldo cita 2 altari: uno nel luogo dove la Madonna pregava quando le fu inviato Gabriele; un altro nel luogo dove stette Gabriele durante l'Annunciazione: uno ad oriente, l'altro ad occidente. Dopo la traslazione la prima testimonianza è quella del veneziano Marin Sanudo, in visita nel 1321: fu il primo a segnalare un solo altare. La casa si trova dove è oggi dal 10 dicembre del 1294, secondo la tradizione che la dice aver fatto tappa prima verso il mar Mediterraneo, presso la costa israeliana, poi in Illiria, a Tersatto, cioè Fiume, l’odierna Rijeka (1291) e poi a Loreto (1294). Le mura oggi a Loreto per tre anni e mezzo stazionarono a Tersatto (maggio 1291-dicembre 1294), scomparendo altrettanto stranamente di quando comparvero, tra lo stupore di chi lo attestò. Traslate nelle Marche non si posizionarono subito dove sono oggi, ma cambiarono almeno altre due posizioni, sempre attorno a Recanati e Loreto. Documenti del 1300 parlano finalmente della Chiesa di Santa Maria di Loreto, meta di pellegrinaggi da tutta Europa: una bolla di Papa Clemente V, del 1310 e una sentenza del giudice di Macerata, del 1315, con i depredatori della S. Casa e dei pellegrini che ad essa si recavano. Ciò indica che la Casa era considerata come un Santuario venerato e famoso. Un affresco scoperto a Gubbio negli ultimi anni del secolo scorso, risalente alla prima metà del XIV secolo, rappresenta la traslazione della Santa Casa da Tersatto a Loreto, dimostrando come, pochi anni dopo il supposto prodigio, la comparsa della Casa della Vergine fosse ritenuta un fatto certo. Non è tutto. All’interno della stessa Santa Casa, sulla parete di fondo dove si apre una finestra detta dell’"Angelo", si trova un affresco ben conservato. Si tratta di un ex voto rappresentante San Luigi IX, re di Francia, vestito di un abito a strisce bianche e rosse, i colori della Casa Reale Francese. Egli porta nella sinistra delle catene e nella destra il bordone del pellegrino. È proprio con questo abito che il re si recò a Nazareth il 24 marzo 1251, in ringraziamento per essere stato liberato dalla prigionia del sultano d’Egitto. La descrizione del viaggio, dell’abito e dei componenti il corteo del re si trova nella biografia scritta dal suo confessore Beaulieux. L’affresco è dei primi del 1300 e prova anch’esso come, a pochi anni dalla data fissata dalla tradizione per la traslazione, si ritenesse che il re francese avesse visitato quelle stesse mura, che nel 1251 erano però in Terrasanta. Per lo scettico razionalista è difficile credere agli angeli e poi credere che gli angeli trasportino case e che una casa svolazzi tra Terrasanta, Dalmazia e Marche, senza risentire nemmeno degli atterraggi. Tuttavia il mistero è ancora oggi tale e rifiutarne la sfida solo perché non si vuole credere all’onnipotenza di Dio, sorvolando, noi sì, sulle sfide alla ragione poste con semplicità dai fatti verificabili, è il solito limite di chi non vuole credere, credendosi più intelligente, razionale e scientifico di chi, più curioso ma non per questo ingenuo, prima si meraviglia, poi studia, si inginocchia e prega.