venerdì 23 novembre 2012

Una testa di ponte tra religioni e culture

 

Una testa di ponte tra religioni e culture a livello mondiale: questo vuole essere essenzialmente il contributo che intende offrire il King Abdullah Bin Abdulaziz International Centre for Interreligious and Intercultural Dialogue (Kaiciid), l’istituzione indipendente per il dialogo, con sede a Vienna, che prende il nome dal re dell’Arabia Saudita che ne ha promosso la nascita.Nel corso di una conferenza stampa, svoltasi il 21 novembre, sono stati resi noti alcuni dettagli dell’inaugurazione della struttura che avverrà il prossimo 26 novembre e specificate alcune delle linee programmatiche. La Santa Sede — che contribuirà alle attività del centro per il dialogo in qualità di founding observer — sarà rappresentata alla cerimonia dal cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso.
Il Board of Directors del Kaiciid — l’organismo che comprende personalità di alto livello delle principali religioni: cristianesimo, ebraismo, islam, induismo e buddismo — includerà un rappresentante cattolico: padre Miguel Ángel Ayuso Guixot, segretario del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, che svolgerà anche la funzione di osservatore.
«Il dialogo basato sul rispetto, sulla mutua intesa e collaborazione — ha sottolineato padre Ayuso Guixot — rappresenta necessità fondamentali non solo per il presente ma anche per il futuro. Quale osservatore per la Santa Sede e membro del Board per la Chiesa cattolica avrò l’opportunità di impegnarmi a supportare Kaiciid nel promuovere questi valori». Il Board sarà sostenuto da un Advisory Forum composto da oltre cento rappresentanti di altre religioni, istituzioni culturali e organizzazioni internazionali. Il segretario generale del Kaiciid, Faisal Abdulrahman Bin Muaammar, ha affermato che «questo centro può diventare un punto di riferimento e apprendimento per un dialogo sincero tra le diverse religioni e culture».
All’inaugurazione saranno, fra gli altri, presenti anche il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, e i ministri degli Esteri dei Paesi fondatori dell’istituzione, oltre all’Arabia Saudita, Spagna e Austria. In una nota presentata in occasione della conferenza stampa è stato ricordato che il centro per il dialogo si pone l’obiettivo «di contribuire a prevenire e a risolvere eventuali conflitti, attraverso la creazione di pace, coesione sociale, promozione del rispetto comune e intesa tra le persone di diverse culture e religioni».
Il re dell’Arabia Saudita aveva informato personalmente Benedetto XVI della volontà di dare vita all’istituzione, in occasione dell’udienza in Vaticano del 6 novembre 2007. Nella nota si specifica che il centro per il dialogo «ambisce a diventare la “testa di ponte” tra religioni e culture mondiali, in quanto organizzazione internazionale indipendente e libera da influenze politiche».
Durante la conferenza stampa sono state anche anticipate le tre linee programmatiche per i prossimi cinque anni di attività.
La prima — viene spiegato — riguarda «l’attività di collaborazione per la sopravvivenza e il benessere dell’infanzia in sei Paesi africani», che coinvolgerà i bambini di età inferiore ai cinque anni. Si tratta della Repubblica Democratica del Congo, dell’Etiopia, della Nigeria, del Kenya, della Sierra Leone e dell’Uganda. Secondo le stime dello stesso Kaiciid, 7,6 milioni di bambini sono morti nel 2010 per cause che si potevano evitare, prima del compimento del loro quinto anno di età. L’intento è «quello di promuovere nei sei Paesi l’adozione di pratiche di igiene e di buona salute tra le famiglie» coinvolgendo istituzioni e gruppi di fedeli.
La seconda linea programmatica mira a realizzare un piano biennale per la formazione di funzionari ed educatori religiosi, finanziato da borse di studio internazionali. Una giuria dell’Advisory Forum avrà il compito di selezionare i candidati, in rappresentanza delle cinque principali religioni. Le persone che saranno scelte avranno quindi l’opportunità di studiare insieme presso la sede viennese del Kaiciid, per un periodo di quattro-sei mesi, per approfondire la conoscenza delle altre religioni e rafforzare il loro impegno nel promuovere il dialogo. Coloro che saranno selezionati potranno partecipare attivamente anche alle attività dell’istituzione.
Infine, l’importanza del dialogo sarà anche al centro di un ciclo di conferenze internazionali: «The Image of the Other» è il titolo dato alla serie di incontri di approfondimento che copriranno un arco temporale che va dal 2013 al 2017. Gli incontri, si specifica, «avranno il compito di eliminare i pregiudizi e gli stereotipi culturali e religiosi». L'Osservatore Romano, 24 novembre 2012.