martedì 27 novembre 2012

27 Novembre: Beata Vergine della Medaglia miracolosa


Oggi, 27 novembre,  ricordiamo il dono fatto dalla Vergine a Caterina Labourè...

A Parigi, al numero civico 140 di Rue Du Bac, c’è un Santuario, nel quale si trova la Cappella della Medaglia miracolosa: non è molto distante dal Louvre ed è comodamente raggiungibile mediante la metropolitana che ha una delle sue fermate proprio a Rue Du Bac.
La Cappella della Medaglia miracolosa attira ogni anno un milione di pellegrini, persone di ogni razza e colore, che vengono qui, nel cuore di Parigi, a cercare una risposta ai loro problemi esistenziali, a chiedere grazie alla Madre che tutto sa e comprende e con cui ci si può sfogare come soltanto con una madre è possibile fare, nel più assoluto silenzio, in un clima di grande fervore e raccoglimento.
È il mistero di Rue du Bac, un mistero che nasce 174 anni fa, dalle apparizioni della S. Vergine a una giovane novizia delle Figlie della Carità di S. Vincenzo de’Paoli, Caterina Labourè, a cui la Madonna affidò la realizzazione di una medaglia cosiddetta “miracolosa” che, da quasi due secoli ormai, ha conquistato con le sue innumerevoli grazie e prodigi il mondo intero.
La stessa Caterina Labourè, così racconta la storia delle apparizioni: “Venuta la festa di San Vincenzo (19 luglio 1830) la buona Madre Marta (direttrice delle novizie) ci fece alla vigilia un'istruzione sulla devozione dovuta ai Santi e specialmente sulla devozione alla Madonna. Questo mi accese un gran desiderio di vedere la Santissima Vergine, che andai a letto col pensiero di vedere in quella stessa notte la mia buona Madre Celeste: era tanto tempo che desideravo vederla. Essendoci stato distribuito un pezzettino di tela di una cotta di San Vincenzo, ne tagliai una metà e l'inghiottii. Cosi mi addormentai col pensiero che San Vincenzo mi avrebbe ottenuto la grazia di vedere la Madonna.
Alle undici e mezzo mi sento chiamare per nome: “Suor Labouré! Suor Labouré”. Svegliatami, guardo dalla parte donde veniva la voce, che era dal lato del passaggio del letto, tiro la cortina e vedo un Fanciullo vestito di bianco, dai quattro ai cinque anni, il quale mi dice: “Vieni in cappella; la Madonna ti aspetta”.
Il Fanciullo mi condusse nel presbiterio, dove io mi posi in ginocchio, mentre il Fanciullino rimase tutto il tempo in piedi. Parendomi il tempo troppo lungo, ogni tanto guardavo per timore che le suore vegliatrici passassero dalla tribuna. Finalmente giunse il sospirato momento. Il Fanciullino mi avverti, dicendomi: “Ecco la Madonna, eccola!”. Sentii un rumore come il fruscio di vesti di seta venire dalla parte della tribuna, presso il quadro di San Giuseppe, e vidi la Santissima Vergine che venne a posarsi sui gradini dell'altare dal lato del Vangelo.
Dire ciò che provai in quel momento e ciò che succedeva in me, mi sarebbe impossibile… Io, guardando la Santissima Vergine, spiccai allora un salto verso di Lei, ed inginocchiandomi sui gradini dell'altare, appoggiai le mani sulle ginocchia di Maria...Fu quello il momento più dolce della mia vita… “Figlia mia - mi disse la Madonna - Dio vuole affidarti una missione. Avrai molto da soffrire, ma soffrirai volentieri, pensando che si tratta della gloria di Dio. Avrai la grazia; dì tutto quanto in te succede, con semplicità e confidenza. Vedrai certe cose, sarai ispirata nelle vostre orazioni, rendine conto a chi é incaricato dell'anima tua...”.
Quanto tempo restassi con la Madonna, non saprei dire: tutto quello che so è che, dopo di avermi lungamente parlato, se ne andò scomparendo come ombra che svanisce, dirigendosi verso la tribuna, per quella parte da cui era venuta. Tornata a letto, sentii suonare le due e non ripresi più il sonno”.
Il 27 Novembre dello stesso anno, alle 17,30, Caterina ha una nuova visione durante la meditazione in cappella: vede come due quadri animati che le passano davanti in dissolvenza incrociata. Nel primo, la Santa Vergine è in piedi su una semisfera (il globo terrestre) e tiene tra le mani un piccolo globo dorato. I piedi di Maria schiacciano un serpente. Nel secondo, dalle sue mani aperte escono raggi di uno splendore abbagliante. Nello stesso tempo Caterina ode una voce, che dice: “Questi raggi sono il simbolo delle grazie che Maria ottiene per gli uomini”.
Poi un ovale si forma attorno all’apparizione e Caterina vede scriversi in un semicerchio questa invocazione, prima sconosciuta, in lettere d’oro: “O Maria concepita senza peccato prega per noi che ricorriamo a Te”.
Subito dopo l’ovale della medaglia si gira e Caterina ne vede il rovescio: in alto una croce sormonta la M di Maria, in basso due cuori, l’uno incoronato di spine, l’altro trapassato da una spada. Caterina ode allora queste parole:”Fai coniare una medaglia, secondo questo modello. Coloro che la porteranno con fede riceveranno grandi grazie”.
Caterina riferisce al suo confessore, il Padre Aladel, la richiesta fatta dalla Madonna circa la medaglia, ma il sacerdote reagisce negativamente ed intima alla novizia di non pensare più a queste cose.
Qualche mese più tardi, pronunciati i voti, Caterina Labourè viene inviata al ricovero di Enghien per curare gli anziani. La giovane suora si mette al lavoro,. ma una voce interiore l’assilla continuamente: “Si deve far coniare la medaglia”.
Caterina ne riparla al suo confessore. Intanto nel febbraio del 1832 scoppia a Parigi una terribile epidemia di colera, che provocherà più di 20.000 morti. In giugno le Figlie della Carità cominciano a distribuire le prime 2.000 medaglie, fatte coniare da Padre Aladel. Le guarigioni si moltiplicano, come le protezioni prodigiose e le conversioni spirituali. Il popolo di Parigi comincia a chiamare la medaglia “miracolosa”.
Nell’autunno 1834 c’erano già più di 500.000 medaglie. Un anno dopo soltanto ne circolavano più di un milione. Nel 1839 la medaglia veniva diffusa in più di dieci milioni di esemplari, e alla morte di suor Caterina, nel 1876, si contavano più di un miliardo di medaglie!


Autore:
Maria Di Lorenzo 


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La riflessione seguente è di padre Mario Piatti icms,direttore del mensile “Maria di Fatima”
 Durante i mesi del suo Noviziato, trascorsi presso le Figlie della Carità, a Parigi, in Rue du Bac, Caterina Zoe Labouré, nel 1830, visse la straordinaria esperienza dell’incontro con la Madre di Dio. Giovane molto semplice, dalle basi culturali appena sufficienti, fu scelta dal Cielo per una missione universale: quella di diffondere nel mondo la devozione alla cosiddetta “Medaglia Miracolosa”.
Occorre sempre chiarire la natura e lo scopo delle “rivelazioni private”, che certamente non vanno confuse con “la Rivelazione”, unico e certo riferimento per la vita del credente e per la sua Salvezza. Né, d’altra parte, a causa di esagerazioni, del ricorrente rischio di fanatismi o di facilonerie, è lecito disprezzare questi particolari interventi celesti, che confermano e sostengono il cammino dei fedeli, aiutano a rinnovare la vita, nella luce di una genuina sapienza evangelica.
Sulla “Medaglia” si potrebbe dire e scrivere tanto: basta, in queste poche righe, cogliere solo qualche aspetto, che possa introdurci a una conoscenza più profonda del messaggio e degli avvenimenti legati a Rue du Bac.
La “Medaglia” raccoglie, in uno spazio tanto limitato, un ricco simbolismo, di Fede e di devozione. L’immagine della Vergine si presenta con le mani aperte, protese verso noi, suoi figli: da esse partono raggi di luce e di grazie che Ella intende continuamente riversare sulla umanità. Viene così riproposta, in un modo nuovo, originale, popolare e accessibile con facilità a tutti, la sua missione di mediatrice universale, perfettamente unita all’unico Mediatore, Cristo Signore.
Come afferma il Vaticano II, la nostra collaborazione non viene esclusa dall’unica mediazione di Cristo: anzi, essa è “contagiosa”, genera infinite forme e modalità di partecipazione. Tutto il Bene si origina dal Mistero del Verbo, che ci ha meritato, con la sua Incarnazione, la Salvezza. Nei “programmi” di Dio ognuno, a suo modo, è sollecitato a cooperare, a donare il suo apporto, vivo e originale.
La Vergine Maria, per la particolarissima vocazione ricevuta dal Cielo, ha un ruolo del tutto singolare, che la Chiesa fin dalle origini ha colto e valorizzato in modo speciale: Madre di Cristo, chiamata a essere Madre nostra, canale della Grazia, attraverso il suo generoso abbandono alla Volontà divina intercede per noi, si fa portavoce delle nostre richieste e delle nostre esigenze presso il Cuore del Figlio; e, al tempo stesso, a noi ripete l’invito rivolto un giorno, alle Nozze di Cana, ai servi: Fate quello che vi dirà.
La Grazia e le grazie non sono mai interventi “magici”, risolutori comodi e immediati dei tanti drammi che ci accompagnano. Dio agisce sempre in nostro favore: sollecita, provoca il Bene, concede un aiuto, ma perché cresca la nostra responsabilità e la nostra consapevolezza e sempre più diveniamo protagonisti del nostro destino.
A Santa Caterina Labouré la Vergine confida il suo materno dispiacere per le “grazie non chieste”, per i tanti doni di cui non può farci partecipi, proprio per la nostra tiepidezza e incostanza nel domandare. Essere figli significa invece fidarsi, bussare al suo Cuore Immacolato, non arrendersi mai di fronte alle prove e sperare al di là del “buon senso” e del comune sentire. Significa non temere mai di essere importuni, perché chi chiede ama e soprattutto sa di essere amato con predilezione da Maria Santissima.
La “Medaglia” riporta anche la famosa invocazione: “O Maria, concepita senza peccato, prega per noi che ricorriamo a te”. Agli albori del secolo che avrebbe visto, appena pochi decenni più tardi, nel 1854, la definizione del dogma della Immacolata, per opera del Beato Pio IX, Dio, attraverso una umilissima e semplice Consacrata, conferma quella verità di Fede, ponendo in stretto rapporto il privilegio ricevuto dalla Vergine con i benefici che da esso provengono.
Quasi a volerci suggerire: tu, che sei priva del contagio della colpa; tu che, sola tra tutte le creature, mai hai veduto il tuo spirito minimamente offuscato e ottenebrato dal male, prega per noi, intercedi per noi, non abbandonarci alla deriva dei nostri peccati, ma indicaci la sola Via di Salvezza – Cristo Signore - e ottienici la grazia di percorrerla con generosità. Prega per noi che tanto fatichiamo a vivere nella amicizia del Signore; “mostrati Madre”, rivela, ancora una volta, che tutti i doni di cui Dio ti ha colmata tu desideri ardentemente riversarli su di noi, per quanto immeritevoli siamo.      
Preludio della definizione del Dogma della Immacolata, la “Medaglia Miracolosa” è un tassello voluto da Dio per assicurarci della assoluta solidità di tale verità, per garantire e suggellare questo mistero.
La storia della “Medaglia”, con i numerosissimi attestati della sua efficacia –quale strumento umilissimo e prezioso di devozione e di amore- è come una corona infinita di carità, di tenerezza materna e di invito a una profonda conversione del cuore. E attesta come Dio capovolga sempre i nostri criteri, privilegiando – contro le nostre complicazioni, le nostre indifferenze e le nostre facili contestazioni - la via evangelica della umiltà, della confidenza e della semplicità.

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STORIA DELLA MEDAGLIA MIRACOLOSA
SANTA CATERINA LABOURE'

"Alzati subito e vai nella cappella, la Santissima Vergine ti aspetta"


LA PRIMA APPARIZIONE: SVENTURE PER LA FRANCIA E PER LA CHIESA

La notte tra il 18 e il 19 luglio 1830, verso le undici e mezzo, Caterina udì una voce che la chiamava per nome. Vide un misterioso bambino vestito di bianco che le disse:"alzati subito e vai nella cappella, la Santissima Vergine ti aspetta". Questo bambino che era il suo angelo custode, la condusse alla cappella, nella quale tutte le candele e le lampade erano accese. Improvvisamente il bambino esclamò:"ecco la Beatissima Vergine!". Apparve allora una meravigliosa Signora, seduta su una poltrona posta nel presbiterio. Caterina accorse da lei e s’inginocchiò sui gradini dell’altare; restò in questa posizione ad ascoltare, tenendo le mani familiarmente appoggiate sulle ginocchia della Madonna. "Quel momento fu il più dolce della mia vita e mi è impossibile descrivere tutto ciò che ho provato", affermerà poi la veggente. Durante l’apparizione che durò circa un ora e mezza, Maria le disse: " Figlia mia, il buon Dio vuole affidarti una missione. Avrai molte sofferenze da patire, ma le supererai pensando che le ricevi per glorificare il buon Dio. Conoscerai il messaggio che ti viene da Lui. Verrai contrastata, ma la grazia ti aiuterà. Abbi fiducia e non temere! Rendi conto di ciò che vedrai e udirai." A questo punto la Madonna aggiunse con un espressione molto triste: "I tempi sono malvagi. Sciagure si abbatteranno sulla Francia, il trono verrà rovesciato, il mondo intero verrà sconvolto da sventure di ogni genere. Ma venite pure ai piedi di questo altare; qui grazie verranno diffuse su tutti coloro, grandi e piccoli, che le chiederanno con fiducia e fervore." Dopo averle parlato del futuro della sua congregazione, la Madonna riprese l’argomento: "Ci saranno morti, il clero di Parigi avrà vittime, monsignore l’arcivescovo morirà. Figlia mia, la Croce verrà disprezzata, la getteranno per terra, e allora scorrerà il sangue per le strade. Verrà nuovamente aperta la ferita al costato di Nostro Signore. Verrà il momento in cui il pericolo sarà talmente grave, da far credere che tutto sia perduto. Figlia mia, tutto il mondo sarà nella tristezza. Ma abbiate fiducia! Proprio allora io sarò con voi; avrete modo di riconoscere la mia visita".

LA SECONDA APPARIZIONE: LA PROMESSA DELLA PROTEZIONE DI MARIA

Sabato 27 novembre 1830, verso le ore diciotto, santa Caterina pregava nella cappella, quando le apparve la Beatissima Vergine all’altezza del quadro di san Giuseppe. Il suo volto con gli occhi rivolti al cielo, era magnificamente bello. Era vestita di seta bianca e teneva nelle mani una sfera dorata, che rappresentava il mondo e che offriva a Dio. I suoi piedi erano appoggiati su una semisfera. Alle mani aveva anelli con pietre preziose di varie dimensioni; quasi tutte sfavillavano e mandavano verso il basso raggi luminosi di varia intensità. Caterina capì che i raggi rappresentavano le grazie sparse dalla Madonna sulle anime devote, mentre le gemme che restavano spente simboleggiavano le grazie che gli uomini trascuravano di chiederle. Durante questa apparizione si formò attorno ad essa come una cornice ovale, nella quale era scritta in caratteri dorati questa frase: "O Maria concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a voi". Allora si udì una voce che diceva: "Fai coniare una medaglia su questo modello. Tutti coloro che la terranno al collo riceveranno grandi grazie, ed esse saranno abbondanti per le persone che la terranno con fiducia". In quel momento l’immagine parve voltarsi facendone vedere il rovescio. Apparve allora la lettera M sormontata dalla Croce, con sotto raffigurati il Sacro Cuore fiammeggiante di Gesù, incoronato di spine, e quello di Maria trapassato da una spada; l’insieme era circondato da una corona di dodici stelle che ricordavano il passo dell’Apocalisse:"Una Donna vestita di sole, con la luna sotto i piedi e una corona di dodici stelle sul capo". Qual è il significato dell’immagine? I teologi ritengono che esso sia assai semplice: M = Maria Madre; I = Iesus; + = Crocifisso. Il risultato è evidente: Maria Madre di Gesù Cristo crocifisso Salvatore.

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Preghiera

O Vergine Immacolata della Medaglia Miracolosa
che, mossa a piet àdalle nostre miserie
scendesti dal cielo per mostrarci quanta parte prendi
alle nostre pene e quanto ti adoperi per stornare da noi
i castighi di Dio e ottenerci le Sue grazie
muoviti a pietà della presente nostra necessità;
consola la nostra afflizione e concedici
la grazie che ti domandiamo.
Salve Regina;
O Maria concepita senza peccato, prega per noi che ricorriamo a te!

O Vergine Immacolata della Medaglia Miracolosa che quale rimedio a tanti mali materiali e spirituali che ci affliggono
ci hai portato la tua Medaglia affinch éfosse difesa delle anime, medicina dei corpi e conforto di tutti i miseri
ecco che noi la stringiamo riconoscenti sul nostro cuore e ti domandiamo per essa di esaudire la nostra preghiera.
Salve Regina;
O Maria concepita senza peccato, prega per noi che ricorriamo a te!

O Vergine Immacolata della Medaglia Miracolosa
tu hai promesso che grandi sarebbero state le grazie
per i devoti della tua Medaglia che ti avessero invocata con la giaculatoria da te insegnata;
ecco, o Madre, noi pieni di fiducia nella tua parola,
ricorriamo a te e ti domandiamo, per la tua Immacolata Concezione, le grazie di cui abbiamo bisogno.
Salve Regina;
O Maria concepita senza peccato, prega per noi che ricorriamo a te!